EDITORIALE
RIPRENDIAMO IL DISCORSO
Cari Amici corrispondenti, simpatizzanti, antipatizzanti eccetera,
forse ormai è improprio definire quest’oggetto di scambi d’idee come “Minima Cardiniana”. Da parecchio tempo (390 settimane, anche se con qualche sosta, fanno quasi otto anni…) siamo sulla breccia, ne abbiamo dette di cose, e tra collaboratori abituali e casuali siamo ormai una famigliola che per giunta sta crescendo. Mi chiedo perfino se sia giusto continuare a dare all’acronimo MC il senso di “Minima Cardiniana”: forse meglio sarebbe “Minima Comunitaria”. Decidete e fatemi sapere.
Dal canto mio, ritengo comunque di buon auspicio riprendere il nostro discorso nel nome del Povero di Assisi. Meno fausto che sia invece ormai prossima la data delle prossime elezioni. Che, comunque vadano, almeno nell’immediato saranno senza dubbio una sciagura.
Ma non anticipiamo né i tempi né i commenti. Anzi, permettetemi di esser telegrafico. Sono reduce da un lunghissimo viaggio (di lavoro: sia chiaro) tra Africa e Francia: di ritorno in tarda serata di sabato, mi trovo davanti la casa sottosopra e piena di posta; mi metto al lavoro saltando la cena, esamino i contributi giuntimi per il n. 390 – per fortuna tutti eccellenti – e finalmente, solo verso le 2 del mattino, posso cominciar a redigere l’Editoriale: ma sono costretto a chiuderlo immediatamente perché debbo alzarmi dal letto alle 4, fra due ore per recarmi al al Sacro Convento assisano.
Pregherò Francesco affinché questa guerra finisca subito: bisogna fermarla, o sarà lei a rischiar di fermare sul serio tutti noi. FC