Domenica 20 novembre 2022, Cristo Re
IL MEDIEVISTA RAFFAELE SAVIGNI VERSUS FRANCO CARDINI: E LA REPLICA DI QUEST’ULTIMO
IL CONFLITTO RUSSO-UCRAINO NELLE DIFFERENTI VALUTAZIONI DI DUE DOCENTI UNIVERSITARI
Sul numero del settimanale “ToscanaOggi” del 13 novembre 2022, il medievista dell’Università di Bologna Raffaele Savigni ha duramente attaccato Franco Cardini per le sue posizioni sulla guerra in corso in Ucraina, considerate “filo-Putin”. Riproponiamo di seguito la lettera, gentilmente concessaci dal direttore del settimanale, Domenico Mugnaini, e la risposta di Franco Cardini.
La lettera di Raffaele Savigni
Sono rimasto sconcertato dall’intervento filo Putin di Franco Cardini, che già in passato ha espresso posizioni assai discutibili a favore di Assad, a proposito della crisi siriana. Purtroppo Cardini, non ha mai nascosto la sua provenienza dal Movimento sociale italiano, per poi spostarsi (dopo una fase di collaborazione con CL e col settimanale “Il Sabato” negli anni ottanta-novanta), su posizioni sempre più filoislamiche e infine filorusse, ed è mosso da un viscerale odio nei confronti dell’America e dell’Occidente, considerato come la sentina di tutti i mali: odio che lo ha portato a difendere, in polemica col “cattivo” Occidente, tutto ciò che ad esso si oppone, dall’Islam alla Russia di Putin, e quindi personaggi inqualificabili come Assad e Putin. Non ho mai condiviso l’occidentalismo oltranzista di Marcello Pera e della Fallaci, e ho condannato anch’io l’aggressione americana all’Irak dopo l’11 settembre. Non capisco però perché dovremmo usare un metro diverso nei confronti di un uomo (Putin) che, proveniente dal Kgb (ricordo che Cardini era fortemente anticomunista…), fa ora il baciapile nei rapporti con un patriarca russo ultrareazionario, anti-ecumenico e omofobo, e frequenta personaggi nostrani apertamente reazionari e inaffidabili. L’Occidente non è certo tutto luce, ma è anche e soprattutto democrazia e difesa dei diritti umani; e la cultura dei diritti umani è superiore a quella di chi vuole imporre il burka alle donne o vuole imporre agli ucraini di non contaminarsi con la cultura dei diritti (vedi i discorsi aberranti del patriarca di Mosca). Per me esiste una differenza radicale tra una democrazia e un regime totalitario, tra un aggressore e un aggredito. Si poteva certo auspicare un atteggiamento più cauto dell’Occidente nei confronti dell’ipotesi di un ingresso dell’Ucraina nella Nato e un maggiore impegno del governo ucraino per il rispetto dell’autonomia linguistica delle minoranze russofone. Ma un governo liberamente eletto (col 70% dei voti, e in un contesto ben diverso da quello della Russia di Putin, dove l’opposizione non può organizzarsi liberamente) ha il diritto di seguire la politica estera che vuole. Non si può invocare, poi, il rispetto per le “sfere di influenza” passando sulla testa dei popoli. Cosa direbbe Cardini se gli Usa invadessero Cuba in nome della inammissibilità di un regime comunista nella propria sfera di influenza? Aggiungo una critica al documento “per la pace” sottoscritto, oltre che da Cardini, da Cacciari e da noti esponenti cattolici come Zamagni e Magatti: mi sembra troppo squilibrato a favore della Russia. Non si può imporre a un popolo aggredito una pace a senso unico a suo danno.
Prof. Raffaele Savigni
Medievista, Università Bologna
La replica di Franco Cardini
Caro Direttore,
mi chiedi di rispondere in privato a una lettera pubblicata. Mi spiace, non posso farlo. L’amico e collega Savigni, che avrebbe ben potuto contattarmi prima di scrivermi per mettere bene a punto quel che dice a mio riguardo, ha scelto invece un articolo di critica su di me ch’è quasi una pubblica requisitoria. Ho il diritto a una replica altrettanto pubblica: anzi, visto il suo tono, ne ho il dovere.
Conosco la preparazione storica di Savigni e, per quanto ne so, lo ritengo persona onesta. Non posso pertanto attribuire quanto dice a un’involontaria disinformazione, in quanto gli farei torto sul piano professionale. Ma non posso nemmeno attribuire i suoi giudizi superficiali e affrettati a malafede: ciò equivarrebbe ad accusarlo di disonestà intellettuale.
Trattandosi di un amico, scelgo pertanto la tesi a lui più favorevole. Constatando la lontananza delle nostre reciproche posizioni, e sentendosi magari scandalizzato per alcune delle mie, ha scritto un j’accuse, diciamolo con il Vico, “con mente perturbata e commossa”. Se avesse voluto scrivere correttamente su quel che penso, avrebbe anche dovuto cominciare con il leggere attentamente tutto quanto ho scritto e scrivo sull’argomento. Viceversa, ha scelto di parlare di me esprimendo giudizi su cose che conosce poco o per nulla, cominciando da quando – tredicenne, anno 1953 – entrai nel Movimento Sociale, per uscirne nel 1965. Savigni afferma che Cardini “purtroppo (il corsivo è mio) non ha mai nascosto la sua provenienza” da quel partito. Ne deduco che avrebbe preferito che io fossi un vigliacco o un bugiardo. Mi spiace: non sono né l’una né l’altra cosa.
Cardini “è mosso da un viscerale odio nei confronti dell’America e dell’Occidente”. Nemmeno per sogno. Conosco e amo l’America, dove ho tanti amici e ci ho lavorato con grande soddisfazione. Quanto all’Occidente, lo amo: sono profondamente occidentale anch’io. Solo che la stoffa del mio amore è il weberiano disincanto. So che l’Occidente è patria di santi, di eroi, d’inventori, di esploratori; e anche di pirati, di rapinatori e di assassini di portata emisferica. Lo è sistematicamente dal primo Cinquecento ad oggi: e quel che fino a un paio di secoli fa circa facevano gli stati, oggi lo fanno le lobbies multinazionali. L’Occidente che ha inventato i diritti umani ha anche intrapreso una strada che sta conducendo alla concentrazione della ricchezza e alla povertà estrema di popoli interi. Savigni dice del mio rapporto con l’Islam, ma omette che sono intervenuto in materia per correggere distorsioni e calunnie, non per parteggiare in favore di fondamentalismi di sorta. Esprime un giudizio durissimo su Assad: vada a Damasco a parlare di lui con le varie comunità cristiane, avrà di che ricredersi. Giudica ipocrita (“baciapile”) il Putin cristiano di oggi: ha verificato quanto afferma? Ritiene che in Russia l’opposizione non possa organizzarsi liberamente: se anche così fosse, non ci sarebbe molta differenza rispetto a Kiev; ma anche questo è un giudizio superficiale e del tutto dipendente dalla “vulgata” dei nostri media al servizio delle forze egemoni in un’Europa asservita alla NATO.
Insomma, Savigni esprime giudizi netti e severi su quel che ero tre quarti di secolo fa e di quel che sono adesso. Ma non mi conosce: e parlare con leggerezza di qualcuno che non si conosce per uno storico è gravissimo. S’informi, si documenti, si aggiorni: deve farlo, dal momento in quanto storico ha scelto liberamente di occuparsi di quel che penso. A parte il mio blog settimanale “Minima Cardiniana” (ormai arrivato al n. 398), gli indico per alleviare la sua fatica alcune letture indispensabili: Testimone a Coblenza, Milano 1987; Finestra a levante, Guaraldi 1992; Scheletri nell’armadio, Akropolis/La roccia di Erec 1992; Il limbo delle modernità, 1994; Le stalle di Clio, Firenze 1996; Europa e Islam, Laterza 1999; L’intellettuale disorganico, Aragno 2001; Il ritmo della storia, Rizzoli 2001; La paura e l’arroganza, Laterza 2002; Astrea e i titani, Laterza 2003; Per essere Franco, Guaraldi 2003; L’invenzione dell’Occidente, Il Cerchio 2004; La globalizzazione, Rimini 2005; Le radici perdute dell’Europa (con Sergio Valzania), Mondadori 2006; La stoffa dei nostri sogni, Sassoscritto 2006; Testimone del tempo, Rimini 2009; Capire le multinazionali (con Marina Montesano e Stefano Taddei), Rimini 2012; Terrore e idiozia, Mondadori 2015; La bottega del professore, Limena 2015; L’ipocrisia dell’Occidente. Il califfato e l’Europa, UTET 2015; Storicizzare (e disincantare) il concetto di Occidente, in Genealogie dell’Occidente, a cura di Daniela Falcioni, Bollati Boringhieri 2016, pp. 19-60; L’iphone e il paradiso di Allah, Castelvecchi 2016; “L’Islam è una minaccia” (Falso!), Laterza 2016; Europa, Europae, Rimini 2017; Gesù, la falce, il martello, Viareggio 2017; L’ipocrisia dell’Occidente, Laterza 2018; F. Cardini, F. Mini, Ucraina, Il Fatto Quotidiano 2022; Ucraina 2022. La storia in pericolo, a cura di F. Cardini, F. Mini, M. Montesano, La Vela 2022. Cordiali saluti. Franco Cardini
Pubblichiamo qui la lettera originale di Cardini, poi riformulata e accorciata su richiesta del direttore Mugnaini che l’ha successivamente pubblicata: è seguito uno scambio di e-mail tra Cardini e Savigni, che hanno ribadito la loro amicizia e la loro reciproca considerazione. Le polemiche possono essere vivaci, anche dure, ma ciò non esclude affatto un confronto vivile e rispettoso. Magari con qualche impertinenza: si usa, fra colleghi.