Domenica 27 novembre 2022, Prima Domenica d’Avvento
EFFEMERIDI DEL SERVILISMO AUTOLESIONISTICO
I terroristi democratici (per esempio i fondamentalisti sponsorizzati da USA e Arabia Saudita) sentitamente ringraziano.
RUSSIA SPONSOR DEL TERRORISMO
di Mirko Mussetti
Il Parlamento dell’Unione Europea ha definito la Federazione Russa “Stato sponsor del terrorismo” con 494 voti favorevoli, 58 contrari e 44 astenuti.
Da Kiev è giunto immediatamente il ringraziamento del ministro degli Esteri Dmytro Kuleba, che ha aggiunto: “La Russia celebra il suo riconoscimento come Stato terrorista con un nuovo terrore missilistico contro la capitale dell’Ucraina e altre città. Dovrebbe essere chiaro a coloro che avevano ancora dei dubbi: la Russia deve essere riconosciuta come Stato terrorista in tutto il mondo e l’Ucraina deve dotarsi al più presto di tutti i sistemi di difesa aerea necessari”.
Da Mosca è arrivata la risposta piccata della portavoce del ministero degli Esteri Marija Zakharova: “Il Parlamento europeo ha adottato una risoluzione che riconosce la Russia come ‘sponsor del terrorismo’. Propongo di riconoscere il Parlamento europeo come sponsor dell’idiozia”. Segno questo che Bruxelles ha colpito un tasto dolente.
Lo stesso giorno della votazione, il sito web dell’Europarlamento è stato oggetto di un attacco cibernetico. I primi sospetti sono ricaduti sul gruppo di hacker filorussi Killnet.
Dichiarare “sponsor del terrorismo” la Russia può rivelarsi un boomerang. La Federazione è stata per anni impegnata nel debellare il jihadismo interno, subendo diversi attentati che hanno segnato la coscienza nazionale (strage di Beslan, teatro Dubrovka…). Nazioni storicamente flagellate dal terrorismo internazionale potrebbero prendere le distanze dalla dichiarazione Ue, così come quando è stato applicato il termine “genocidio” alle stragi russe in Ucraina – che non sono su base genetica o etnica – ha protestato Israele.
Per Mosca, legare il concetto di “terrorismo” alla distruzione di infrastrutture civili nello svolgimento di una campagna bellica è disonesto sotto il profilo intellettuale. I bombardamenti delle infrastrutture nevralgiche del paese nemico sono stati una componente anche delle guerre combattute dai paesi occidentali.
Non saranno le dichiarazioni di condanna a far desistere la Russia dall’attuazione di piani militari e di più esaustive strategie per piegare il morale della popolazione in Ucraina. La sistematica distruzione della rete elettrica, degli impianti idrici e potenzialmente dei centri di comando politico-militari (è il caso del bombardamento della sede centrale dei servizi segreti) proseguirà probabilmente per tutta la stagione fredda, fino al completo esaurimento delle componenti d’origine sovietica per la riparazione della strumentazione. L’evacuazione dai grandi centri urbani non più riscaldabili permetterebbe alle Forze armate moscovite di colpire con ancor più disinvoltura i centri di potere locale o nazionale ucraini. Il generale Inverno, che si appresta alla sua prima discesa in campo in questo conflitto, resta il principale alleato della Russia.
I bombardamenti alle centrali elettriche di oggi hanno lasciato al buio anche Chișinău, capitale della Repubblica Moldova, colpevole di aver tergiversato gli scorsi anni, quando la Romania proponeva programmi per la diversificazione degli approvvigionamenti energetici bessarabici. Sebbene plausibile, l’accusa avanzata da Gazprom di “furto” da parte ucraina del gas russo destinato alla Moldova altro non è che un atto propedeutico alla riduzione graduale, fino alla definitiva sospensione, del flusso di idrocarburi transitanti sul territorio del paese invaso (l’Ucraina compra tuttora gas dalla Russia). Mosca si appresta dunque a chiudere i rubinetti, lasciando Kiev e le altre città ucraine completamente al gelo. Il danneggiamento dell’oleodotto Družba (Amicizia) serve a impedire il pompaggio inverso di greggio dall’Europa occidentale verso il paese aggredito. Petrolio e diesel sono risorse necessarie non solo a muovere i mezzi militari ma anche a far funzionare i generatori elettrici di emergenza.
La Russia sa bene che senza energia non può esserci alcuna ricostruzione postbellica, dunque le promesse occidentali all’Ucraina sono destinate a infrangersi contro la cruda realtà dei fatti. Secondo i calcoli/desideri di Mosca, anche Kiev e Bruxelles potrebbero allora sedersi a trattare con uno “Stato sponsor del terrorismo”.
(www.limesonline.com, 23 novembre 2022)