Domenica 4 dicembre 2022, Seconda Domenica di Avvento
DICIAMOLO CHIARO. PUTIN NON HA RAGIONE. HA PERÒ MOLTE RAGIONI. ECCO QUA
UCRAINA: MA PUTIN HA VERAMENTE TORTO?
di Michele Rallo
Ma sulla guerra in Ucraina i torti sono tutti dalla parte di Putin? No, assolutamente no. E ben lo sanno anche molti fra coloro che si affannano a demonizzare lo Zar del Cremlino ed a santificare il Satrapo di Kiev.
No, Putin non ha torto. Putin si è messo dalla parte del torto: cosa ben diversa. Si è messo dalla parte del torto perché è caduto nella trappola degli americani (e degli inglesi), ed ha invaso l’Ucraina. E chi viola le regole ha sempre torto. Anche se non a tutti i violatori ciò viene contestato.
Per esempio, agli Stati Uniti (con o senza la foglia di fico della NATO) nessuno si è permesso di contestare l’invasione, l’aggressione e il bombardamento (sanguinoso e indiscriminato) di tanti Stati Sovrani. Penso in primo luogo alla sporca, sporchissima guerra contro la Serbia nel 1999. Gli aerei della NATO (decollati dalle basi italiane) bombardarono a tappeto il paese ininterrottamente per quasi due mesi (anche con bombe incendiarie, per tacere dei proiettili all’uranio impoverito utilizzati a terra) causando devastazioni terribili, un milione di profughi e un numero imprecisato di morti fra militari e civili di ogni età e condizione (2.500 secondo le fonti più “comprensive” verso gli americani). Senza l’indignazione dei giornali “occidentali”, senza non-stop televisive, senza gli anatemi degli opinionisti “democratici”, senza che nessuno chiamasse in causa la memoria del “nazi-fascismo”. Per tacere, naturalmente, di casi più recenti nel Medio Oriente e in Nord Africa, dall’Afghanistan alla Libia, passando per Siria e Iraq.
Ma, quando dico che Putin non ha tutti i torti, non lo dico perché gli Americani hanno peccati più gravi da farsi perdonare. Lo dico perché la sua invasione dell’Ucraina non è un episodio a sé stante, bensì il secondo tempo di un più ampio conflitto che dura dal 2014 e che è stato causato volutamente dagli Stati Uniti d’America, direttamente (con le operazioni “coperte” della CIA) o indirettamente (utilizzando i servi-sciocchi del posto).
Facciamo dunque un po’ di storia. L’Ucraina è stata fino a non moltissimi anni fa una di “tutte le Russie”: la “Piccola Russia”, insieme alla “Grande Russia” (la Russia propriamente detta), alla “Russia Bianca” (la Bielorussia) e alle altre terre dell’Impetro zarista (prima) e dell’Unione Sovietica (poi). Uguale l’etnia (slavo-orientale) e assai simile la lingua. Nell’età moderna l’Ucraina si divide – grosso modo – fra una metà orientale (che resta parte integrante dell’Impero zarista) ed una metà occidentale (incorporata nella Confederazione Polacco-Lituana, poi nell’Impero austro-ungarico, poi ancóra nella Polonia). Dopo la rivoluzione comunista in Russia, l’Ucraina Orientale prende coscienza di una propria individualità nazionale e si separa per un breve periodo dalla Russia, per ritornare subito dopo sotto il dominio di Mosca. Parallelamente, un forte movimento nazionalista nasce nell’Ucraina Occidentale, represso brutalmente dai polacchi.
Durante la seconda guerra mondiale le due Ucraine transitano nella sfera del Terzo Reich, che tuttavia mantiene la divisione fra l’est e l’ovest del paese. I nazionalisti (antesignani dei “nazisti ucraini” di oggi) tentano invano di riunire le due metà del paese, ma i tedeschi impediscono che ciò possa avvenire. Dopo la conclusione del conflitto, è invece l’Unione Sovietica a tenere a battesimo la “Grande Ucraina”, denominata Repubblica Socialista Sovietica di Ucraina, cui nel 1954 viene aggiunto l’oblast della Crimea.
Il resto è storia recente: la fine dell’Unione Sovietica, l’indipendenza dell’Ucraina e delle altre nazionalità separate dell’ex-URSS, l’impegno degli Stati Uniti a non cooptare quei paesi nella NATO, il tradimento di quell’impegno e il tentativo di aggregare alla NATO anche l’Ucraina (dopo i Baltici e gli ex del Patto di Varsavia).
Ultimo episodio dell’anteguerra è – nel gennaio 2014 – la rivolta violenta (organizzata dai servizi americani) e il colpo-di-Stato che abbatte il Presidente (filorusso) democraticamente eletto, insediando un governo golpista filoamericano.
Primo impegno dei nuovi governanti è quello di muovere guerra alle regioni dell’est del paese (il Donbass), abitate da una larga maggioranza di etnia russa. É allora, nell’aprile 2014, che comincia questa guerra; non nel febbraio 2022 con l’inizio della “operazione speciale” russa. Formalmente, però, quella prima fase – la cosiddetta “guerra del Donbass” – era soltanto un episodio di politica interna dell’Ucraina. Al contrario, quando i russi – dopo ben otto anni! – hanno deciso di reagire con la forza, ciò ha configurato un fatto – illecito – di politica internazionale, una aggressione ad uno Stato sovrano, come quella americana contro la Serbia nel 1999.
Piccolo particolare, rigorosamente taciuto dai media occidentali: durante gli otto anni della guerra nel Donbass (una guerra in piena regola, con aerei, carrarmati e bombardamenti a tappeto) ci sono stati – solo per la parte russa – 10.000 morti (donne, vecchi e bambini inclusi), 25.000 feriti gravi e un milione e mezzo di profughi. Nel silenzio assoluto e complice di giornali e televisioni del mondo “democratico”.
Tutto ciò non era stato soltanto un fatto di brutalità da parte ucraina, ma una manovra freddamente studiata (indovinate da chi?) per costringere i russi a reagire nell’unico modo possibile: attaccando l’Ucraina, e mettendosi così dalla parte del torto.
Nulla di nuovo sotto il sole. In fondo, nel 1939 la seconda guerra mondiale scoppiò perché gli inglesi indussero la Polonia a rompere i negoziati con la Germania per Danzica, spingendo così i tedeschi a reagire con l’invasione. Poi gli inglesi non mandarono un solo uomo a difendere la Polonia, che così fu condannata alla distruzione. Ma questa – come suol dirsi – è un’altra storia.