Minima Cardiniana 410/3

Domenica 26 febbraio 2023, Prima Domenica di Quaresima

IL PRIMO ANNIVERSARIO DELLA GUERRA RUSSO-OCCIDENTALE VISTO DA MOSCA
Un Messaggio epocale e carico di amore, per il proprio popolo e per l’umanità. Diciamolo provocatoriamente, senza rivelarvi se stiamo facendo dell’ironia o se parliamo sul serio. Decidete voi.

IL DISCORSO DI VLADIMIR PUTIN ALLA DUMA DEL 21 FEBBRAIO 2023.
TRADUZIONE INTEGRALE IN ITALIANO
a cura di Marinella Mondaini
Non c’erano giornalisti italiani al 18º Messaggio di Putin perché il Cremlino ha accettato solo la presenza dei paesi amici della Russia.
Il messaggio del Presidente all’Assemblea Federale è un discorso pubblico annuale del capo di Stato, rivolto a entrambe le Camere del Parlamento e ai capi di tutte le regioni della Federazione Russa. Esso valuta lo stato delle cose nel paese e determina le principali direzioni della politica interna ed estera. Il primo discorso che Vladimir Putin ha enunciato davanti ai deputati e ai senatori è stato a luglio del 2000 e recava l’emblematico titolo: “Quale Russia costruiamo?”.
Quest’anno all’evento sono stati invitati anche i partecipanti all’Operazione Speciale Militare russa in Ucraina.
Putin ha parlato per quasi due ore di fila, interrotto da 53 applausi, di cui 4 in piedi. Un discorso impressionante e potente per contenuto e per carica emotiva, che ha toccato tutte le sfere: politica interna ed estera, situazione mondiale e in particolare valutazione sull’Ucraina, l’Operazione Speciale militare, le riforme interne, anche nel campo dell’Istruzione, dove è proposto un ritorno alla preziosa esperienza sovietica, dove il maestro, il professore ritorna al suo valore originario: quello non solo di insegnante, ma anche di educatore, una figura che non dev’essere “emanatore di servizi”! Inoltre si raggiunge così anche lo scopo di distogliere giovani e bambini dalle reti sociali.
Accentuando il valore del capitale umano, si garantisce la sicurezza del paese e il suo progresso, lo sviluppo interno. Un discorso dettagliatamente elaborato, enunciato con un tono pacato ed equilibrato, che lancia un messaggio ottimistico al paese. Non senza serbare alla fine una sorpresa per il nemico, nemico che, sottolineo, si è formato e dichiarato tale da solo. Riguarda il settore militare ed è molto importante. Ma ciò lo scoprirete leggendo la mia traduzione.

Cari deputati dell’Assemblea Federale, senatori, deputati della Duma di Stato!
Cari cittadini della Russia!
Pronuncio oggi questo Messaggio in un momento complicato – lo sappiamo tutti molto bene – un momento decisivo per il nostro Paese, un periodo di svolta, di cambiamenti cardinali e irreversibili in tutto il mondo, di eventi storici importantissimi, che determinano il futuro del nostro Paese e del nostro popolo, quando su ciascuno di noi ricade una responsabilità colossale.
Un anno fa, al fine di proteggere le persone nelle nostre terre storiche, per garantire la sicurezza del nostro paese, per eliminare la minaccia che veniva dal regime neonazista, formatosi in Ucraina dopo il colpo di Stato del 2014, è stata presa la decisione di condurre un’Operazione Speciale Militare.
E noi, passo dopo passo, accuratamente e gradualmente, risolveremo i compiti che ci siamo proposti.
A cominciare dal 2014, il Donbass ha combattuto, ha difeso il diritto di vivere sulla propria terra, di parlare nella propria lingua madre, ha combattuto e non si è arreso nemmeno in condizioni di assedio e bombardamenti costanti, di odio palese da parte del regime di Kiev, credendo e aspettando che la Russia venisse in aiuto.
Fra l’altro – e voi lo sapete bene – abbiamo fatto tutto il possibile, davvero tutto il possibile per risolvere questo problema con i mezzi pacifici, abbiamo condotto con pazienza le trattative sulla via d’uscita pacifica da questo pesante conflitto.
Ma alle nostre spalle si stava preparando tutt’altro scenario. Le promesse dei governanti occidentali, le loro assicurazioni sul fatto che volevano la pace nel Donbass, si sono rivelate, come ora vediamo, una slealtà, una crudele menzogna. L’hanno tirata per le lunghe di proposito, hanno costruito falsificazioni e inganni, hanno chiuso gli occhi sugli omicidi politici e le repressioni di Kiev contro chi era scomodo per il regime, hanno ignorato le umiliazioni inferte ai credenti e hanno sempre più incoraggiato i neonazisti ucraini a compiere azioni terroristiche nel Donbass. Nelle accademie e nelle scuole occidentali venivano addestrati ufficiali di battaglioni nazionalisti, hanno fornito le armi.
E voglio particolarmente sottolineare che anche prima che iniziasse l’Operazione Speciale Militare russa, l’Occidente stava trattando con Kiev per fornire all’Ucraina i sistemi di difesa aerea, aerei da combattimento e altre attrezzature militari pesanti. Ricordiamo anche i tentativi del regime di Kiev di ottenere le armi nucleari, noi di questo ne avevamo parlato pubblicamente.
Gli Stati Uniti e la NATO hanno schierato in modo accelerato le loro basi militari e i loro laboratori biologici segreti sui confini del nostro paese, hanno sfruttato le esercitazioni militari per divenire padroni del teatro delle future operazioni militari, si sono preparati a Kiev un regime a loro sottomesso, hanno schiavizzato l’Ucraina per una grande guerra.
E oggi lo ammettono, lo riconoscono pubblicamente, apertamente, senza vergognarsi. Anzi, ne vanno orgogliosi, si compiacciono del loro tradimento, definendo gli Accordi di Minsk e il “Format di Normandia” uno spettacolo diplomatico, un bluff. Si scopre che per tutto il tempo quando il Donbass era in fiamme, quando il sangue scorreva, quando la Russia sinceramente – voglio sottolinearlo – si sforzava per una soluzione pacifica, loro giocavano sulla pelle delle persone, sulla loro vita e in sostanza, come si dice nei noti circoli, giocavano con le carte truccate.
Questo abominevole metodo di inganno è stato già testato molte volte prima. Si sono comportati in modo altrettanto spudorato, doppiogiochista quando hanno distrutto la Jugoslavia, l’Iraq, la Libia, la Siria. Non potranno mai lavare via questa loro vergogna! Onore, fiducia, correttezza sono concetti a loro sconosciuti.
Durante i lunghi secoli di colonialismo, egemonia e imposizioni hanno preso l’abitudine che a loro tutto è concesso, sono abituati a fregarsene del mondo intero. E si è scoperto che, con lo stesso disprezzo, trattano da padroni i popoli dei loro stessi paesi, che hanno cinicamente ingannato, raccontandogli le favole sulla ricerca della pace, sul rispetto delle risoluzioni del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite sul Donbass. Davvero le élite occidentali si sono trasformate in un simbolo di menzogne totali e prive di scrupoli.
Noi difendiamo fermamente non solo i nostri interessi, ma anche la nostra posizione, che prevede che nel mondo moderno non debba esserci la divisione fra i cosiddetti “paesi civili” e tutti gli altri rimanenti, che è necessaria una collaborazione onesta, che neghi in linea di principio qualsiasi “esclusività”, e tanto più aggressiva.
Noi eravamo aperti, sinceramente pronti al dialogo costruttivo con l’Occidente, abbiamo detto e insistito sul fatto che sia l’Europa che il mondo intero avevano bisogno di un sistema di sicurezza indivisibile, uguale per tutti gli Stati, e per molti anni abbiamo proposto ai nostri partner di discutere insieme questa idea e lavorare sulla sua realizzazione. Ma, in risposta, hanno ricevuto una reazione incomprensibile o ipocrita.
Fin qui per quanto riguarda le parole. Ma ci sono state anche azioni specifiche: l’espansione della NATO ai nostri confini, la creazione di nuove aree posizionali per la difesa missilistica in Europa e in Asia – con un “ombrello” hanno deciso di ripararsi da noi –, cioè il dispiegamento di contingenti militari, e oltretutto non solo vicino ai confini della Russia.
Ci tengo a sottolineare – e questo è ben noto a tutti – che nessun paese al mondo ha tante basi militari all’estero come gli Stati Uniti d’America. Sono centinaia – voglio sottolinearlo – centinaia di basi in tutto il mondo, l’intero pianeta ne è disseminato, basta guardare la mappa.
Il mondo intero è stato testimone di come si sono ritirati dagli Accordi fondamentali nel campo degli armamenti, compreso il Trattato sui missili a corto e medio raggio; hanno strappato unilateralmente gli accordi fondamentali che mantenevano la pace sul Pianeta. Per qualche ragione, ovviamente, l’hanno fatto: è chiaro che non si fa così per niente.
Infine, nel dicembre 2021, abbiamo mandato ufficialmente delle bozze di accordi sulle garanzie di sicurezza agli Stati Uniti e alla NATO. Ma su tutte le posizioni chiave e per noi fondamentali, abbiamo ricevuto un rifiuto diretto. E allora ci divenne definitivamente chiaro che il via libera all’attuazione di piani aggressivi era stato dato e che non si sarebbero fermati.
La minaccia cresceva con ogni giorno che passava. Le informazioni che arrivavano non lasciavano dubbi sul fatto che entro il febbraio 2022 era tutto pronto per un’altra sanguinosa azione punitiva nel Donbass, contro il quale, lasciatemelo ricordare, il regime di Kiev aveva scagliato artiglieria, carri armati e aerei ancora nel 2014.
Ricordiamo tutti molto bene le immagini di quando hanno effettuato attacchi aerei non solo su Donec’k, ma anche su altre città. Nel 2015, hanno nuovamente tentato un attacco diretto al Donbass, continuando sempre il blocco, i bombardamenti e il terrore contro i civili inermi.
Tutto ciò, permettetemi di ricordarvi, era in completa, totale contraddizione ai relativi documenti e risoluzioni adottati dal Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, ma tutti facevano finta che non stesse accadendo nulla.
Voglio ripeterlo: sono stati loro a scatenare la guerra, e noi abbiamo usato la forza e la usiamo per fermarla.
Coloro che pianificavano il nuovo attacco contro Donec’k, il Donbass e Lugansk capivano chiaramente che il prossimo obiettivo sarebbe stato l’attacco alla Crimea e Sebastopoli, e anche noi lo sapevamo e lo capivamo. E ora anche a Kiev parlano apertamente di questi piani, l’hanno rivelato, hanno rivelato ciò che già noi sapevamo molto bene.
Quindi, noi proteggiamo la vita delle persone, la nostra stessa casa. Mentre l’obiettivo dell’Occidente è il potere illimitato. Ha già speso più di 150 miliardi di dollari per essere complice e armare il regime di Kiev. Per fare un confronto: secondo i dati dell’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico, i paesi del G7 hanno stanziato nel 2020-2021 per aiutare gli Stati più poveri del mondo circa 60 miliardi di dollari. Ma per la guerra 150, chiaro, no? Ai paesi più poveri, che dicono di avere in cura costante, solo 60, concessi per di più in cambio delle ben note richieste di obbedienza. E dove sono finiti tutti i discorsi sulla lotta alla povertà, sullo sviluppo sostenibile, sull’ambiente? Dov’è andato a finire tutto ciò? Il flusso di denaro per la guerra non diminuisce. Inoltre, non badano a spese per incoraggiare disordini e colpi di Stato in altri paesi, in tutto il mondo.
Nella recente conferenza a Monaco, ci sono state infinite accuse contro la Russia. Si ha l’impressione che siano state fatte perché tutti dimenticassero quello che il cosiddetto Occidente ha combinato negli ultimi decenni. E sono stati loro a “far uscire il gin dalla bottiglia”, a far precipitare intere regioni nel caos.
Secondo gli stessi esperti americani, a causa delle guerre – voglio richiamare l’attenzione su questo: non abbiamo inventato noi queste cifre, gli americani le hanno date – che gli Stati Uniti hanno scatenato dopo il 2001, sono morte quasi 900mila persone, più di 38 milioni i profughi.
Tutto questo ora lo vogliono semplicemente cancellare dalla memoria dell’umanità, e fanno finta che non è successo niente. Ma nessuno al mondo l’ha dimenticato e non lo dimenticherà.
Nessuno di loro considera le vittime umane, le tragedie, perché, ovviamente, sono in gioco trilioni e trilioni di dollari; è in gioco la possibilità di continuare a derubare tutti; nascondendosi dietro le parole di democrazia e libertà, loro impongono i valori neoliberisti e nella sostanza totalitari; affibbiano etichette a interi paesi e popoli, insultano pubblicamente i loro leader; soffocano il dissenso nei loro propri paesi; creano l’immagine del nemico per distogliere l’attenzione della gente dagli scandali di corruzione, dalle crescenti contraddizioni e problemi interni economici, sociali, interetnici. Tutto questo lo vediamo sempre scorrere sugli schermi televisivi.
Permettetemi di ricordarvi che negli anni ’30 del secolo scorso l’Occidente ha effettivamente aperto ai nazisti la strada al potere in Germania. E ai nostri tempi, hanno cominciato a fare dell’Ucraina un’“anti-Russia”.
Il progetto in verità non è nuovo. Le persone che conoscono un po’ la storia lo sanno perfettamente: questo progetto risale al XIX secolo, è stato coltivato nell’impero austro-ungarico, in Polonia e in altri paesi con un unico obiettivo: strappare questi territori storici, che oggi si chiamano Ucraina, dal nostro paese. Ecco in cosa consiste questo obiettivo. Non c’è niente di nuovo, nessuna novità, stanno ripetendo tutto.
Oggi l’Occidente ha forzato l’attuazione di questo progetto sostenendo il colpo di stato del 2014. Un colpo di stato sanguinoso, antistatale, anticostituzionale, ma fanno finta che non è successo, fanno come se nulla fosse accaduto, si comportano come se ciò fosse dovuto, hanno persino riferito quanti soldi hanno speso per questo [il colpo di Stato, N.d.T.]. Nella base ideologica hanno posto la russofobia e un nazionalismo estremamente aggressivo.
Di recente, una delle brigate delle forze armate ucraine, è vergogna dirlo – ci vergogniamo noi, ma non loro – è stata chiamata “Edelweiss”, come la divisione hitleriana, che ha partecipato alla deportazione di ebrei, alle esecuzioni di prigionieri di guerra, alle operazioni punitive contro i partigiani della Jugoslavia, Italia, Cecoslovacchia e Grecia. Nelle Forze armate ucraine e Guardia Nazionale ucraina sono particolarmente apprezzati i galloni di “Das Reich”, “Dead Head”, “Galizia” e altre unità delle SS, che hanno sangue sulle mani fino al gomito. I marchi di identificazione della Wehrmacht della Germania nazista sono applicati ai veicoli corazzati ucraini.
I neonazisti non nascondono di chi si considerano eredi.
È sorprendente che in Occidente nessuno dei poteri costituiti se ne accorga. Perché? Perché a loro, scusatemi per la parola poco bella, non gliene frega niente. Non importa su chi scommettono pur di lottare contro di noi, contro la Russia. L’importante è che combattano contro di noi, contro il nostro Paese, il che significa che possono usare tutti. Ma noi l’abbiamo visto, è già successo, abbiamo visto come sia i terroristi che i neonazisti usano anche il diavolo – Dio mi perdoni – purché serva da arma contro la Russia.
Il progetto “anti-Russia” rientra infatti in una politica revanscista nei confronti del nostro Paese, per creare focolai di instabilità e conflitti direttamente sui nostri confini.
Sia allora – negli anni ’30 del secolo scorso – che adesso, l’idea è la stessa: dirigere l’aggressione a est, accendere una guerra in Europa, eliminare i concorrenti per procura.
Non siamo in guerra con il popolo ucraino, l’ho già detto tante volte. Lo stesso popolo ucraino è diventato un ostaggio del regime di Kiev e dei suoi padroni occidentali, che hanno effettivamente occupato questo paese in senso politico, militare, economico, distrutto l’industria ucraina per decenni e saccheggiato le risorse naturali. L’ovvio risultato è stato il degrado sociale, un colossale aumento della povertà e della disuguaglianza.
E in tali condizioni, ovviamente, è facile raccogliere materiale per operazioni militari. Nessuno ha pensato alle persone, le hanno preparate per il massacro e alla fin fine trasformate in materiali di consumo. È triste, è solo spaventoso parlarne, ma è un dato di fatto.
La responsabilità per aver fomentato il conflitto ucraino – per l’escalation, l’aumento del numero delle vittime – ricade interamente sulle élite occidentali e, ovviamente, sull’attuale regime di Kiev, per il quale il popolo ucraino è, di fatto, un estraneo. L’attuale regime ucraino non serve gli interessi nazionali, ma gli interessi di paesi terzi.
L’Occidente sta usando l’Ucraina sia come un ariete contro la Russia che come un poligono. Non mi soffermerò ora sui tentativi dell’Occidente di invertire la tendenza delle ostilità, sui loro piani di aumento delle forniture militari: tutti lo sanno già bene. Ma una circostanza dovrebbe essere ben chiara a tutti: più sistemi occidentali a lungo raggio arriveranno in Ucraina, più lontano saremo costretti ad allontanare la minaccia dai nostri confini. È naturale.
Le élite occidentali non nascondono il loro obiettivo: infliggere – come dicono, sono le loro parole – “una sconfitta strategica alla Russia”. Cosa significa per noi? Questo significa mettere fine a noi una volta per tutte, cioè intendono trasformare un conflitto locale in una contrapposizione globale. Questo è esattamente ciò che recepiamo e reagiremo di conseguenza e nei dovuti modi, perché si sta parlando dell’esistenza del nostro Paese.
Ma anche loro non possono non essere consapevoli che è impossibile sconfiggere la Russia sul campo di battaglia, perciò stanno conducendo attacchi informativi sempre più aggressivi contro di noi. Prima di tutto, ovviamente, come target vengono scelti i giovani, le giovani generazioni. E anche qui mentono costantemente, distorcono i fatti storici, non fermano gli attacchi alla nostra cultura, alla Chiesa ortodossa russa e ad altre organizzazioni religiose tradizionali del nostro paese.
Guardate cosa fanno ai loro stessi popoli: la distruzione della famiglia e dell’identità culturale e nazionale, le perversioni, le atrocità sui bambini, fino alla pedofilia; tutto ciò viene dichiarato norma, la norma della loro vita, e il clero, i sacerdoti sono costretti a benedire i matrimoni tra persone dello stesso sesso. Che Dio sia con loro, che facciano pure quello che vogliono. Cosa si può dire? Gli adulti hanno il diritto di vivere come vogliono, anche noi in Russia pensavamo e pensiamo così, nessuno si intromette nella vita privata delle persone e non abbiamo intenzione di farlo nemmeno in futuro. Ma voglio dire loro: guardate, scusatemi, le sacre scritture, i libri principali di tutte le altre religioni del mondo. Lì è tutto scritto, compreso che la famiglia è l’unione di un uomo e una donna, ma questi testi sacri ora vengono messi in discussione. Com’è stato reso noto, la Chiesa anglicana, ad esempio, pianifica – finora solo pianifica – di prendere in considerazione l’idea di un Dio di genere neutro. Cosa si può dire? Dio perdonali, non sanno quel che fanno.
Milioni di persone in Occidente capiscono di essere stati condotti a una vera catastrofe spirituale. Le élite, francamente, sono impazzite, e questa pazzia non si cura già più.
Questi sono problemi loro, come ho detto, ma noi siamo obbligati a proteggere i nostri figli, e lo faremo: proteggeremo i nostri figli dal degrado e dalla degenerazione.
È ovvio che l’Occidente cercherà di minare e spaccare la nostra società, affidandosi ai traditori nazionali che in tutti i tempi – ci tengo a sottolinearlo – hanno lo stesso veleno del disprezzo verso la propria Patria e il desiderio di fare soldi vendendo questo veleno a chi è pronto a pagarlo. È sempre stato così.
Chiunque abbia intrapreso la strada del tradimento diretto, commettendo atti terroristici e altri crimini contro la sicurezza della nostra società, l’integrità territoriale del Paese, sarà ritenuto responsabile e risponderà davanti alla Legge. Ma non saremo mai come il regime di Kiev e le élite occidentali che sono impegnate, come lo sono state prima, nella “caccia alle streghe”; non regoleremo i conti con coloro che hanno fatto un passo da una parte, che hanno abbandonato la Patria. Che rimanga sulla loro coscienza, lasciamo che ci convivano, sono loro che devono conviverci. La cosa principale è che le persone, i cittadini russi abbiano espresso una valutazione morale.
Sono orgoglioso – penso che siamo tutti orgogliosi – che il nostro popolo multinazionale, la stragrande maggioranza dei cittadini, abbia preso una posizione di principio riguardo l’Operazione Militare Speciale, abbia compreso il significato delle azioni che stiamo compiendo, abbia sostenuto le nostre azioni per proteggere il Donbass. In questo sostegno, prima di tutto, si è manifestato il vero patriottismo, un sentimento storicamente insito nel nostro popolo. Un sentimento che stupisce per la sua dignità, la profonda consapevolezza da parte di tutti, sottolineo, da parte di tutti, che il proprio destino è inestricabilmente legato al destino della Patria.
Cari amici, voglio ringraziare tutti, tutto il popolo russo per il loro coraggio e determinazione, dire grazie ai nostri eroi, soldati e ufficiali dell’Esercito e della Marina, la Guardia Nazionale, i membri dei servizi speciali e tutte le forze dell’ordine, agenzie, soldati del corpo di Donec’k e Lugansk, volontari, patrioti che combattono nei ranghi della riserva dell’esercito da combattimento BARS.
Voglio scusarmi del fatto che durante il discorso di oggi non posso nominare tutti. Quando stavo preparando questo discorso, avevo stilato un lungo elenco di queste unità eroiche, poi l’ho tolto perché, come ho detto, è impossibile nominare tutti, e avevo semplicemente paura di offendere coloro che non avrei nominato.
Mi inchino profondamente davanti ai genitori, mogli, famiglie dei nostri difensori, medici e paramedici, istruttori medici, infermieri che soccorrono i feriti, ferrovieri e macchinisti che riforniscono il fronte, costruttori che erigono fortificazioni e restaurano abitazioni, strade, strutture civili, lavoratori e ingegneri di impianti di difesa, che ora lavorano quasi 24 ore su 24, su più turni, a lavoratori agricoli che garantiscono in modo affidabile la sicurezza alimentare del Paese.
Ringrazio gli insegnanti che si prendono cura delle giovani generazioni della Russia, in particolare quegli insegnanti che lavorano nelle condizioni più difficili, che si trovano in prima linea; i personaggi della cultura che vanno nelle zone delle operazioni militari, negli ospedali per sostenere soldati e ufficiali; volontari che aiutano il fronte e i civili; giornalisti, soprattutto, ovviamente, i corrispondenti di guerra che rischiano in prima linea per raccontare la verità a tutto il mondo; pastori delle religioni tradizionali russe, sacerdoti militari, la cui saggia parola sostiene e ispira le persone; dipendenti pubblici e imprenditori, tutti coloro che svolgono il proprio dovere professionale, civile e semplicemente umano.
Parole speciali per i residenti delle repubbliche popolari di Donec’k e Lugansk, Zaporozije e Cherson. Voi stessi, cari amici, voi stessi avete determinato il vostro futuro nei referendum, avete fatto una scelta ferma, nonostante le minacce e il terrore dei neonazisti, in condizioni in cui le operazioni militari erano molto vicine, ma non c’era e non c’è niente di più forte della vostra determinazione ad essere con la Russia, con la propria Patria.
[Tutta la sala applaude in piedi N.d.T.]. Voglio sottolineare che questa è la reazione del pubblico per i residenti delle Repubbliche popolari di Donec’k, Lugansk, Zaporozije e Cherson. Ancora una volta: un profondo inchino a tutti loro.
Abbiamo già iniziato e continueremo a costruire un vasto programma per la ripresa e lo sviluppo socio-economico di questi nuovi soggetti della Federazione. Ciò include il rilancio di imprese e posti di lavoro, i porti del Mar d’Azov, che è tornato ad essere un mare interno della Russia, e la costruzione di nuove strade moderne, come abbiamo fatto in Crimea, che ora ha un collegamento terrestre affidabile con tutta la Russia. Con sforzi congiunti, realizzeremo assolutamente tutti questi piani.
Oggi le regioni del Paese forniscono sostegno diretto alle città, ai distretti e ai villaggi delle Repubbliche popolari di Donec’k e Lugansk, della regione di Zaporozije e Cherson, fanno questo col cuore, come veri fratelli e sorelle. Ora siamo di nuovo insieme, il che significa che siamo diventati ancora più forti e faremo di tutto affinché la pace tanto attesa ritorni nella nostra terra, affinché sia garantita la sicurezza delle persone. Per questo, per i loro antenati, per il futuro di figli e nipoti, per il ripristino della giustizia storica, per la riunificazione del nostro popolo, i nostri soldati, i nostri eroi stanno combattendo oggi.
Cari amici, vi chiedo di onorare la memoria dei nostri compagni d’armi che hanno dato la vita per la Russia, civili, anziani, donne, bambini che sono morti sotto i bombardamenti per mano dei neonazisti e dei punitori.
(Un minuto di silenzio) Grazie.
Comprendiamo tutti, e capisco quanto sia insopportabilmente difficile ora per le mogli, i figli, le figlie dei soldati caduti, i loro genitori, che hanno educato degni difensori della Patria: loro sono come le giovani guardie di Krasnodon, come i ragazzi e le ragazze che durante la Grande Guerra Patriottica hanno combattuto contro il nazismo, hanno difeso il Donbass. Tutta la Russia ricorda sempre il loro coraggio, la fermezza, la grandissima forza d’animo, lo spirito di sacrificio.
Il nostro dovere è sostenere le famiglie che hanno perso i loro cari e parenti, aiutarle a crescere i figli, dare loro un’istruzione e una professione. La famiglia di ogni partecipante all’Operazione Militare Speciale deve essere sempre sotto costante attenzione, circondata da cura e onore. Le loro esigenze devono essere soddisfatte immediatamente, senza burocrazia.
Propongo di creare un fondo statale speciale. Il suo compito sarà l’assistenza mirata e personale alle famiglie dei caduti e dei veterani dell’Operazione Militare Speciale. Coordinerà la fornitura di assistenza sociale, medica e psicologica, risolverà le questioni relative alla cura e riabilitazione presso i sanatori, aiuterà nell’istruzione, nello sport, nel lavoro, nell’imprenditorialità, nella formazione avanzata e nell’ottenimento di una nuova professione. Un compito separato molto importante della fondazione è l’organizzazione dell’assistenza a lungo termine a casa, le protesi ad alta tecnologia per tutti coloro che ne hanno bisogno.
Chiedo al Governo, unitamente alla Commissione per le Politiche Sociali del Consiglio di Stato, alle Regioni, di risolvere al più presto tutte le questioni organizzative.
Il lavoro del fondo statale deve essere aperto, e la procedura per fornire assistenza semplice e senza lungaggini burocratiche. Per ogni famiglia, sottolineo, ogni famiglia del defunto, per ogni veterano, deve essere assegnato un assistente sociale personale, un coordinatore che, nel corso della comunicazione personale in tempo reale, risolverà i problemi emergenti. Vorrei attirare la vostra attenzione sul fatto che già quest’anno le strutture del fondo devono essere dispiegate in tutte le regioni della Federazione Russa.
Abbiamo già misure attive di sostegno per i veterani della Grande Guerra Patriottica, i veterani del combattimento e i partecipanti ai conflitti locali. Penso che in futuro il fondo statale, di cui ho parlato, possa occuparsi anche di questi importanti temi. Dobbiamo elaborarlo e chiedo al governo di farlo.
Vorrei sottolineare che la creazione di un fondo speciale non toglie responsabilità ad altre strutture e livelli di potere. Mi aspetto che tutti i dipartimenti federali, le regioni e i comuni continuino a prestare la massima attenzione ai veterani, al personale militare e alle loro famiglie.
E a questo proposito voglio ringraziare i dirigenti dei soggetti della Federazione, i sindaci delle città, i capi delle regioni, che incontrano costantemente la gente, si recano anche sulla linea di combattimento e sostengono i loro connazionali.
Vorrei ancora evidenziare in particolare che oggi, militari professionisti, mobilitati e volontari affrontano insieme le difficoltà del fronte: stiamo parlando di forniture e attrezzature, di indennità monetarie e pagamenti assicurativi in relazione alle ferite, di cure mediche.
Tuttavia, le richieste che arrivano a me e ai governatori – che me lo riferiscono – all’ufficio del procuratore militare, al Commissario per i diritti umani, indicano che non tutte queste questioni sono state risolte. È necessario venirne a capo per ogni caso specifico.
E ancora una cosa: il servizio nella zona di un’operazione militare speciale – lo capiscono benissimo tutti – è associato a un colossale stress fisico e psicologico, a rischi quotidiani per la salute e la vita.
Pertanto, ritengo necessario stabilire per i mobilitati, in generale per tutto il personale militare, per tutti i partecipanti all’Operazione Militare Speciale, compresi i volontari, un congedo regolare della durata di almeno 14 giorni e almeno una volta ogni sei mesi, escluso il tempo di viaggio, così che ogni soldato abbia la possibilità di visitare le famiglie, stare con i parenti e amici.
Cari colleghi!
Come sapete, abbiamo approvato con un Decreto del Presidente un piano per la costruzione e lo sviluppo delle Forze Armate per il periodo 2021-2025. Stiamo lavorando per la sua attuazione, sono in corso gli adeguamenti necessari. E vorrei sottolineare che i nostri ulteriori passi per rafforzare l’Esercito e la Marina e lo sviluppo attuale e futuro delle Forze Armate devono, ovviamente, essere basati sulla reale esperienza di combattimento acquisita durante l’Operazione Militare Speciale. È estremamente importante per noi, si potrebbe persino dire che ha un valore assolutamente inestimabile.
Ora, ad esempio, il livello di attrezzatura delle forze nucleari di contenimento della Russia con i sistemi più recenti è superiore al 91%, 91,3%. Tenendo conto dell’esperienza che abbiamo maturato, dobbiamo raggiungere lo stesso alto livello qualitativo in tutte le componenti delle Forze Armate.
Ufficiali e sergenti che si sono dimostrati comandanti competenti, moderni e risoluti – ce ne sono moltissimi – saranno promossi prioritariamente a posizioni più elevate, inviati alle università e accademie militari e fungeranno da potente riserva di personale per le Forze Armate.
E, naturalmente, devono essere richiesti nella vita civile, negli organi di potere a tutti i livelli. Voglio solo attirare l’attenzione dei colleghi su questo. È molto importante. Le persone devono capire che la Russia apprezza il loro contributo alla difesa della Patria.
Introdurremo attivamente le tecnologie più avanzate che garantiranno un aumento del potenziale qualitativo dell’Esercito e della Marina. Abbiamo tali elaborazioni, campioni di armi e attrezzature per ogni direzione. Molti di loro sono significativamente superiori alle loro controparti straniere nelle loro caratteristiche. Il prossimo compito davanti a noi sarà dispiegare la loro produzione di massa e in serie.
E tale lavoro è in corso, il suo ritmo è in costante aumento, e da solo, voglio sottolinearlo, dalla nostra base scientifica e industriale russa, grazie al coinvolgimento attivo delle piccole e medie imprese high-tech nell’esecuzione dell’ordine di difesa dello Stato.
Oggi le nostre fabbriche, uffici di progettazione e gruppi di ricerca impiegano sia specialisti esperti che sempre più giovani, talentuosi, qualificati, intenzionati alla svolta, fedeli alle tradizioni degli armaioli russi, a fare di tutto per la vittoria.
Certamente rafforzeremo le garanzie per i collettivi di lavoro. Ciò vale anche per gli stipendi e la previdenza sociale. Propongo di lanciare un programma speciale di alloggi in affitto preferenziale per i dipendenti delle imprese dell’industria della difesa. Il canone di locazione per loro sarà notevolmente inferiore al tasso di mercato, poiché una parte significativa del pagamento dell’alloggio sarà coperta dallo Stato.
Certamente abbiamo discusso di questo problema con il governo. Incarico di lavorare su tutti i dettagli di questo programma e, senza indugio, iniziare a costruire tali alloggi in affitto, principalmente, ovviamente, nelle città, i nostri importanti centri di difesa, industriali e di ricerca.
Cari colleghi!
Come ho già detto, l’Occidente ha schierato contro di noi non solo il fronte militare, informativo, ma anche quello economico. Ma non è riuscito a ottenere niente da nessuna parte e non ci riuscirà. Non solo, gli artefici delle sanzioni puniscono loro stessi: hanno provocato nei propri paesi gli aumenti dei prezzi, la perdita dei posti di lavoro, la chiusura delle fabbriche, la crisi energetica e dicono ai loro cittadini, lo sentiamo, che la colpa di tutto è dei russi.
Quali mezzi hanno usato contro di noi in questa aggressione sanzionatoria?
Hanno cercato di rompere i legami economici con le aziende russe, disconnettere il sistema finanziario dai canali di comunicazione per schiacciare la nostra economia, privarci dell’accesso ai mercati di esportazione per colpire i redditi. Poi c’è il furto – non si può dire altrimenti – delle nostre riserve valutarie, i tentativi di far crollare il rublo e provocare un’inflazione distruttiva.
Ripeto, le sanzioni anti-russe sono solo un mezzo. E l’obiettivo, come dichiarano gli stessi leader occidentali – citazione diretta – è quello di “costringere a soffrire” i nostri cittadini. “Costringere a soffrire”: tali sono gli umanisti. Vogliono far soffrire il popolo, destabilizzando così la nostra società dall’interno.
Ma il loro calcolo non si è concretizzato: l’economia e il sistema di gestione russi si sono rivelati molto più forti di quanto credesse l’Occidente.
Grazie al lavoro congiunto del governo, del Parlamento, della Banca della Russia, delle entità costitutive della Federazione e, naturalmente, della comunità imprenditoriale, dei collettivi di lavoro, abbiamo assicurato la stabilità della situazione economica, protetto i cittadini, salvato i posti di lavoro, prevenuto il deficit nel mercato, compresi i beni di prima necessità; abbiamo sostenuto il sistema finanziario, gli imprenditori che investono nello sviluppo della propria attività, e quindi nello sviluppo del Paese.
Così, già a marzo dello scorso anno, è stato varato un pacchetto di misure a sostegno delle imprese e dell’economia per un ammontare complessivo di circa mille miliardi di rubli. Vorrei attirare la vostra attenzione sul fatto che questa non è una politica di emissione; no, tutto viene fatto su una solida base di mercato.
Alla fine del 2022 il prodotto interno lordo è diminuito. Michail Vladimirovic’ ha chiamato e ha detto: vorrei che Lei lo dicesse. Ieri, secondo me, è uscita questa informazione, giustamente, puntuale, come previsto, tutto secondo i piani.
Ci avevano predetto, ricordate, una recessione economica del 20-25 per cento. Recentemente, abbiamo detto: 2,9; poco dopo: 2,5. Il prodotto interno lordo è sceso del 2,1 per cento nel 2022, questi sono i dati più freschi. Inoltre, permettetemi di ricordarvi che nel febbraio-marzo dello scorso anno ci avevano predetto il crollo dell’economia.
Il business russo ha ricostruito la logistica, rafforzato i legami con partner responsabili e prevedibili: e ce ne sono molti, la maggior parte nel mondo.
Vorrei sottolineare che la quota del rublo russo nei nostri pagamenti internazionali è raddoppiata rispetto a dicembre 2021 e ha raggiunto un terzo; insieme alle valute dei paesi amici, è già più della metà.
Continueremo a lavorare con i nostri partner per costruire un sistema di pagamento internazionale stabile e sicuro, indipendente dal dollaro e da altre valute di riserva occidentali, che, con una tale politica delle élite occidentali e dei governanti occidentali, perderanno inevitabilmente il loro carattere universale. Fanno tutto da soli, con le loro mani.
Non siamo noi a ridurre i pagamenti in dollari o in altre cosiddette valute universali: fanno tutto loro, con le proprie mani.
Sapete, c’è una locuzione idiomatica: cannoni al posto dell’olio.
La difesa del Paese è, ovviamente, la priorità più importante, ma mentre risolviamo compiti strategici in questo ambito, non dobbiamo ripetere gli errori del passato, non dobbiamo distruggere la nostra economia. Abbiamo tutto per garantire la Sicurezza e creare le condizioni per uno sviluppo del Paese. È in questa logica che operiamo, e continueremo ad agire così anche in futuro.
Ad esempio, molti settori di base dell’economia nazionale – sottolineo – l’anno scorso non solo non hanno ridotto la produzione, ma l’hanno aumentata notevolmente. Per la prima volta nella storia moderna del nostro Paese, i volumi delle nuove case hanno superato i 100 milioni di metri quadrati.
Per quanto riguarda la nostra produzione agricola, lo scorso anno ha mostrato tassi di crescita a doppia cifra. Un grande grazie e un profondo inchino ai produttori agricoli. Gli agricoltori russi hanno ottenuto un raccolto record: oltre 150 milioni di tonnellate di cereali, di cui oltre 100 milioni di tonnellate di grano. Entro la fine dell’anno agricolo, cioè entro il 30 giugno 2023, saremo in grado di portare il volume totale delle esportazioni di grano a 5.560 milioni di tonnellate.
10-15 anni fa sembrava solo una favola, un piano assolutamente irrealistico. Se vi ricordate – e certamente alcuni qui se lo ricordano, l’ex vice primo ministro e ministro dell’Agricoltura è presente – non molto tempo fa abbiamo raccolto 60 milioni in generale per anno, e adesso avremo 55-60 solo di potenziale di esportazione. Sono convinto che abbiamo tutte le opportunità per una svolta simile in altri settori.
Non abbiamo permesso un calo del mercato del lavoro; al contrario, abbiamo ottenuto una riduzione della disoccupazione nelle attuali condizioni. Oggi, di fronte a così grandi difficoltà da tutte le parti, il mercato del lavoro è diventato per noi più comodo di prima.

Ricordate, prima della pandemia la disoccupazione era del 4,7%; ora è del 3,7, un minimo storico.
Ripeto, l’economia russa ha superato i rischi che si sono presentati, li ha superati. Sì, molti di questi rischi erano impossibili da calcolare in anticipo e quando sono sorti, abbiamo dovuto rispondere letteralmente strada facendo. Sia a livello statale che di business, le decisioni sono state prese nel modo più rapido possibile. E qui sottolineo che l’iniziativa privata, le piccole e medie imprese hanno svolto un ruolo enorme, questo non bisogna dimenticarlo.
Già quest’anno si prevede un solido aumento della domanda interna. Sono sicuro che le nostre aziende sfrutteranno questa opportunità per aumentare la produzione, produrre i prodotti più richiesti e occupare le nicchie che sono state liberate o che si stanno liberando, dopo che le aziende occidentali sono andate via.
Oggi vediamo il quadro completo, comprendiamo i problemi strutturali che dobbiamo risolvere nella logistica, nella tecnologia, nelle finanze e nelle risorse umane. Abbiamo parlato molto e costantemente della necessità di cambiare la struttura della nostra economia negli ultimi anni, e ora questi cambiamenti sono diventati una necessità vitale: questo cambia la situazione, nel nostro caso in meglio.
Sappiamo cosa è necessario fare per il costante e progressivo sviluppo della Russia, oltretutto per uno sviluppo sovrano e indipendente, nonostante ogni pressione e minaccia esterna, con la garanzia affidabile della sicurezza e degli interessi dello Stato.
Attiro la vostra attenzione su un fatto che voglio sottolineare in particolare: lo scopo del nostro lavoro non è quello di adattarsi alle condizioni attuali, il compito strategico è portare la nostra economia verso nuove frontiere.
Adesso tutto sta cambiando, e sta cambiando molto, molto velocemente. Questo è un momento non solo di sfide, ma anche di opportunità: oggi è davvero così, e da come noi le realizziamo dipende la nostra vita futura. Dobbiamo eliminare – ci tengo a sottolinearlo – ogni contraddizione fra i dicasteri, le formalità, i rancori, i silenzi e altre sciocchezze. Bisogna guardare alla causa, al risultato: tutto deve mirare a questo.
L’ottimo avvio delle aziende russe, delle piccole imprese familiari è già una vittoria. L’apertura di fabbriche moderne e chilometri di nuove strade è una vittoria. Una nuova scuola o asilo è una vittoria. Anche le scoperte scientifiche e le tecnologie sono, ovviamente, una vittoria.
Ciò che conta è il contributo di ciascuno al successo comune.
In quali direzioni dovrebbe concentrarsi il lavoro di partenariato tra Stato, regioni e imprese nazionali?
Per primo. Amplieremo le promettenti relazioni economiche estere e costruiremo nuovi corridoi logistici. È già stata presa la decisione di estendere l’autostrada Mosca-Kazan fino a Ekaterinburg, Celjabinsk e Tjumen’, e in futuro fino a Irkutsk e Vladivostok con accesso al Kazakistan, alla Mongolia e alla Cina; e ciò, tra l’altro, amplierà in modo significativo i nostri legami economici con i mercati del sud-est asiatico.
Svilupperemo i porti del Mar Nero e del Mar d’Azov. Presteremo particolare attenzione – e lo stiamo già facendo, chi lo fa quotidianamente lo sa – al corridoio internazionale Nord-Sud. Già quest’anno le navi con un pescaggio di almeno 4,5 metri potranno attraversare il canale Volga-Caspio. Ciò aprirà nuove strade per la cooperazione commerciale con India, Iran, Pakistan e paesi del Medio Oriente. Continueremo a sviluppare questo corridoio.
I nostri piani includono la modernizzazione accelerata della direzione orientale delle ferrovie, la Transiberiana e la BAM, l’accrescimento delle capacità della rotta del Mare del Nord.
Questo non è solo un traffico merci aggiuntivo, ma anche la base per risolvere i compiti nazionali riguardo lo sviluppo della Siberia, dell’Artico e dell’Estremo Oriente.
L’infrastruttura delle regioni, lo sviluppo delle infrastrutture, comprese le comunicazioni, le telecomunicazioni e la rete stradale, riceveranno un forte impulso. Già il prossimo anno, nel 2024, almeno l’85 per cento delle strade nei maggiori agglomerati del Paese, nonché più della metà delle strade di rilevanza regionale e intercomunale, saranno portate alle condizioni di norma. Sono sicuro che ce la faremo.
Continueremo anche il programma di gassificazione gratuita. Si è già deciso di estenderlo alle strutture sociali: asili e scuole, ambulatori, ospedali, centri di ostetricia e di infermeria. E per i cittadini, tale programma funzionerà ora su base continuativa: potranno sempre richiedere l’allacciamento alle reti di approvvigionamento del gas.
Quest’anno inizia un vasto programma per la costruzione e la riparazione delle abitazioni e servizi comunali. Entro dieci anni si prevede di investire non meno di 4,5 trilioni di rubli in questo settore. Sappiamo quanto sia importante per i cittadini, questo settore è stato trascurato, bisogna lavorare e lo faremo.
È importante che il programma riceva subito un forte avvio: chiedo quindi al governo di garantirne il finanziamento stabile.
Secondo. Dovremo espandere in modo significativo le capacità tecnologiche dell’economia russa e garantire la crescita delle capacità dell’industria nazionale.
È stato lanciato uno strumento di mutuo industriale e ora sarà possibile ottenere un prestito agevolato non solo per l’acquisto di impianti produttivi, ma anche per la loro costruzione o ammodernamento.
L’importo di tale prestito è stato discusso molte volte e volevamo aumentarlo: un importo considerevole, come primo passo non male. L’importo di un tale prestito arriva fino a 500 milioni di rubli. Viene concesso a un tasso del tre o cinque percento per un massimo di sette anni. Mi sembra un ottimo programma, e dovrebbe essere usato.
Da quest’anno è inoltre entrata in vigore una nuova modalità di funzionamento dei centri industriali, in cui è stato ridotto il carico fiscale e amministrativo per le imprese residenti e la domanda dei loro prodotti innovativi, appena usciti sul mercato, viene sostenuta da ordini a lungo termine e sussidi dallo Stato.
Secondo le stime, queste misure dovrebbero garantire l’attuazione dei progetti richiesti per un importo di oltre diecimila miliardi di rubli entro il 2030, e già quest’anno l’importo previsto degli investimenti potrebbe essere di circa duemila miliardi. Vorrei richiamare la vostra attenzione sul fatto che non si tratta solo di previsioni, ma di parametri chiaramente stabiliti.
Chiedo quindi al Governo di accelerare il più possibile l’avvio di questi progetti, dare una mano alle imprese e offrire sistematicamente misure di sostegno, compresi i benefici fiscali.
So che al blocco finanziario non piace offrire benefici, e condivido in parte questa posizione: il sistema fiscale dovrebbe essere integrale, senza nicchie, eccezioni, ma in questo caso è richiesto un approccio creativo.
Quindi, a partire da quest’anno, le aziende russe possono ridurre i pagamenti delle imposte sul reddito se acquistano soluzioni e prodotti IT nazionali avanzati che utilizzano l’intelligenza artificiale.
Inoltre, queste spese sono considerate con un coefficiente elevato, una volta e mezza più del costo effettivo. Cioè, per ogni rublo investito dall’azienda nell’acquisto di tali prodotti di cui ho appena parlato, c’è una detrazione fiscale di un rublo e mezzo.
Propongo di estendere questo vantaggio fiscale all’acquisto di apparecchiature russe ad alta tecnologia. Chiedo al Governo di proporre un elenco di tali apparecchiature per i settori in cui vengono utilizzate e le modalità di concessione dei benefici. Questa è una buona decisione che farà bene all’economia.
Terzo. La questione più importante all’ordine del giorno per lo sviluppo della crescita economica sono le nuove fonti di finanziamento degli investimenti, ne abbiamo parliamo parecchio.
Grazie al forte bilancio dei pagamenti, la Russia non ha bisogno di contrarre prestiti all’estero, inchinarsi, mendicare soldi e poi condurre lunghi dialoghi su cosa, quanto e a quali condizioni restituire. Le banche nazionali operano in modo stabile e costante, hanno un solido margine di sicurezza.
Nel 2022 il volume dei prestiti bancari al settore delle imprese è cresciuto.
C’erano molti timori al riguardo, ma la crescita è stata registrata ed è cresciuta del 14 percento, più che nel 2021, quando non c’era alcuna Operazione Militare. Nel 2021 la crescita è stata dell’11,7 percento, adesso è del 14 percento, anche il portafoglio ipotecario è aumentato del 20,4 percento. Lo sviluppo va avanti.
Secondo i risultati dell’anno scorso, il settore bancario ha generalmente operato con profitto. Sì, non è grande come negli anni precedenti, ma buono: 203 miliardi di rubli. Questo è anche un indicatore della stabilità del settore finanziario russo.
Secondo le stime, già nel secondo trimestre di quest’anno l’inflazione in Russia si avvicinerà al livello obiettivo del 4%. Permettetemi di ricordarvi che in alcuni paesi dell’Unione Europea è già del 12, 17, 20%, da noi è il 4 o il 5%; la Banca centrale e il Ministero delle Finanze stanno discutendo tra loro, ma si avvicinerà all’indicatore obiettivo. Tenendo conto delle dinamiche positive di questo e di altri parametri macroeconomici, si stanno formando condizioni oggettive per ridurre i tassi sui prestiti a lungo termine nell’economia, il che significa che il credito per il settore reale dovrebbe diventare più accessibile.
Ovunque nel mondo, i risparmi a lungo termine dei cittadini sono un’importante fonte di risorse di investimento e dobbiamo anche stimolare il loro flusso nel settore degli investimenti. Chiedo al governo di accelerare la presentazione dei disegni di legge alla Duma di Stato per avviare il relativo programma statale dall’aprile di quest’anno.
È importante creare condizioni aggiuntive affinché i cittadini possano investire e guadagnare a casa, all’interno del Paese. Al contempo, è necessario garantire il mantenimento degli investimenti dei cittadini nelle riserve pensionistiche volontarie.
Dovrebbe esserci un meccanismo simile al sistema di assicurazione dei depositi bancari. Permettetemi di ricordarvi che questi depositi dei cittadini fino a un milione e 400 mila rubli sono assicurati dallo Stato e garantiti. Per i risparmi pensionistici volontari, propongo di fissare una somma doppia: fino a due milioni e 800 mila rubli. È inoltre necessario proteggere gli investimenti dei cittadini in altri strumenti di investimento a lungo termine, anche dal possibile fallimento degli intermediari finanziari.
Sono necessarie soluzioni specifiche per attirare capitali in imprese ad alta tecnologia e in rapida crescita. Per questo si prevede il sostegno alla quotazione delle azioni sul mercato azionario interno, incluse agevolazioni fiscali, sia per le società che per gli acquirenti di tali azioni.
L’elemento più importante della sovranità economica è la libertà di impresa. Ripeto: sullo sfondo dei tentativi esterni di contenere la Russia, le imprese private hanno dimostrato di potersi adattare a un ambiente in rapida evoluzione e garantire la crescita economica in condizioni difficili.
Pertanto, ogni iniziativa imprenditoriale che vada a beneficio del Paese, deve essere sostenuta.
Al riguardo, ritengo opportuno tornare alla questione della revisione di alcune norme della legislazione penale in tema di reati economici. Certo, lo Stato deve controllare cosa succede in questo settore, la permissività non può essere consentita, ma non è nemmeno necessario piegare il bastone [esagerare N.d.T.]. È necessario muoversi più attivamente verso questa depenalizzazione di cui ho parlato. Spero che il governo, insieme al Parlamento, alle forze dell’ordine e alle associazioni imprenditoriali, svolga in modo coerente e completo questo lavoro.
Allo stesso tempo, chiedo al Governo, in stretto contatto con il Parlamento, di proporre ulteriori misure, che permettano di accelerare il processo di “deoffshorizzazione” dell’economia. Le imprese, principalmente nei settori e nelle industrie chiave, devono operare nella giurisdizione russa: questo è un principio fondamentale.
E a questo proposito, cari colleghi, una piccola digressione filosofica.
Noi ci ricordiamo dei problemi e degli squilibri affrontati dalla tarda economia sovietica.
Pertanto, dopo il crollo dell’Unione Sovietica, del suo sistema pianificato, nella situazione del caos degli anni ’90, il Paese ha iniziato a creare un’economia basata sui rapporti di mercato, sulla proprietà privata: nel complesso, ciò è giusto. Qui sono stati presi come esempio i paesi occidentali – i consiglieri che, come sapete, qui ce n’era un’infinità – e sembrava che fosse sufficiente copiare i loro modelli. E poi ricordo, discutevano anche fra loro, gli europei discutevano con gli americani su come avrebbe dovuto svilupparsi l’economia russa.
E cosa è successo dopo, qual è stato il risultato?
La nostra economia nazionale ha cominciato ad orientarsi in gran parte verso l’Occidente, principalmente come fonte di materie prime. Certo, vi erano alcune sfumature, ma in generale come fonte di materie prime. Anche le ragioni di ciò sono comprensibili: il nuovo, emergente business russo era ovviamente finalizzato, come tutte le altre attività negli altri paesi, a realizzare profitti e in modo facile e veloce. E questo cosa ha prodotto? La vendita stessa delle risorse: petrolio, gas, metalli, legname.
Poche persone pensavano, e forse non c’era tale possibilità, ad investire in lunga prospettiva, ragion per cui altri settori più complessi dell’economia si sono sviluppati male.
E per spezzare questa tendenza negativa – tutti lo hanno visto perfettamente, in tutti i governi – ci sono voluti anni e un investimento pubblico su larga scala per aggiustare il sistema fiscale.
Qui abbiamo ottenuto cambiamenti reali e visibili. Sì, il risultato c’è, ma ripeto, dobbiamo tenere conto della situazione in cui si è sviluppata la nostra attività commerciale, soprattutto il grande business. Le tecnologie, i finanziamenti più economici e i mercati di sbocco più vantaggiosi in Occidente, naturalmente hanno fatto affluire capitali.
Purtroppo, invece di espandere la produzione, di acquistare attrezzature e tecnologie, di creare nuovi posti di lavoro qui in Russia, hanno anche speso in proprietà estere, yacht e immobili di lusso.
Sì, poi hanno iniziato a investire, certamente, anche nello sviluppo, ma in un primo momento tutto il flusso verso l’esterno è andato in larga misura per questi scopi: per il consumo. E lì, dove c’è la ricchezza, ovviamente ci sono i bambini, la loro istruzione, lì c’è la loro vita, il loro futuro. E per lo Stato era molto difficile, praticamente impossibile, monitorare e prevenire tale sviluppo della situazione, perché vivevamo nel paradigma del libero mercato.
Gli eventi recenti hanno dimostrato in modo convincente che l’immagine dell’Occidente come porto tranquillo e rifugio per il capitale si è rivelata un fantasma, un falso. E quelli che non l’hanno capito in tempo, che consideravano la Russia solo come fonte di guadagno e che hanno pianificato di vivere principalmente all’estero, hanno perso molto: lì sono stati semplicemente derubati, gli sono stati portati via anche i soldi guadagnati legalmente.
Una volta feci una battuta – molti probabilmente se lo ricordano – quando mi rivolsi ai rappresentanti del business russo. Dissi loro: vi stancherete di inghiottire la polvere, quando dovrete correre per tribunali e uffici dei funzionari occidentali, cercando di salvare i vostri soldi. E così è successo.
Ora aggiungerò una cosa molto importante, semplice ma molto importante: credetemi, nessuno dei comuni cittadini del Paese ha provato pietà per chi ha perso i suoi capitali nelle banche straniere, nessuno ha provato pietà per chi ha perso lo yacht, i suoi palazzi all’estero e così via. Nelle conversazioni in cucina la gente si è sicuramente ricordata anche della privatizzazione degli anni ’90, quando le aziende di tutto il paese sono state svendute, date via per una miseria, si è ricordata anche dell’ostentazione, della dimostrazione del lusso delle cosiddette “nuove élites”.
Cos’altro è di fondamentale importanza? Tutti gli anni successivi alla caduta dell’Unione Sovietica, l’Occidente non ha mai smesso di cercare di appiccare il fuoco agli Stati post-sovietici e, cosa più importante, di porre definitivamente fine alla Russia come la parte più grande sopravvissuta del nostro spazio statale storico. Contro di noi hanno incoraggiato e ci hanno messo contro i terroristi internazionali, hanno provocato conflitti regionali lungo il perimetro dei nostri confini, ignorato i nostri interessi e utilizzato mezzi di deterrenza e repressione economica.
E il grande business russo – perché dico tutto questo – è responsabile del lavoro delle imprese strategiche, per migliaia di collettivi di lavoro, e determina la situazione socio-economica in molte regioni, il che significa quello che segue: quando i leader e i proprietari di tali imprese si trovano a dipendere da governi che perseguono una politica ostile nei confronti della Russia, rappresentano una grande minaccia per noi, un pericolo per il nostro paese. Questa situazione non può essere tollerata.
Sì, ognuno ha possibilità di scelta: c’è chi sceglie di vivere la sua vita nella villa perquisita con i conti bloccati, chi cerca di trovare un posto in un’attraente capitale occidentale, in un resort o in un altro posticino al caldo all’estero; questo è un diritto di qualsiasi persona e noi non lo tocchiamo di certo. Ma è ora di capire che per l’Occidente queste persone sono state e rimarranno persone estranee e “di seconda categoria”. Devono capire che la loro è una seconda categoria di persone. Però c’è anche un’altra scelta: rimanere nella propria Patria, lavorare per i connazionali, non solo per aprire nuove imprese, ma anche per cambiare la vita intorno a loro stessi, nelle città, nei villaggi, nel proprio paese. E di tali imprenditori, di tali veri combattenti nel mondo degli affari commerciali ne abbiamo molti, sono loro che hanno in mano il futuro del business nazionale. Tutti devono capire che le fonti del benessere e il futuro devono essere solo qui, nel proprio paese natale, in Russia. E allora noi davvero creeremo un’economia solida e autosufficiente, che non si chiude al mondo, ma sfrutta tutti i suoi vantaggi competitivi.
I capitali russi, i soldi che sono ricavati qui, devono lavorare per il Paese, per il suo sviluppo nazionale. Oggi abbiamo grandi prospettive nello sviluppo delle infrastrutture, dell’industria manifatturiera, del turismo interno e in molti altri settori.
Voglio che mi ascoltino anche coloro che si sono scontrati con il comportamento da lupo dell’Occidente: cercare di correre con la mano tesa, umiliarsi, elemosinare i propri soldi non ha senso e soprattutto è inutile; adesso che avete capito molto bene con chi avete a che fare, non vale la pena di aggrapparsi al passato, provare a fare causa nei Tribunali e supplicare.
Bisogna ricostruire la propria vita e riorientare il proprio lavoro, tanto più che siete persone forti – mi rivolgo ai rappresentanti del nostro business, molti li conosco personalmente e da molti anni – e avete attraversato una scuola di vita difficile.
Lanciate nuovi progetti, guadagnate denaro e investitelo in Russia, investite in imprese e posti di lavoro, aiutate le scuole e le università, la Scienza e la Sanità, la cultura, lo sport. È proprio così che i capitali li moltiplicate e vi meritate il riconoscimento, la gratitudine della gente per una generazione a venire, e lo Stato e la società vi sosterranno sicuramente.
Riterrò che questo sia da guida per il nostro commercio: orientare il lavoro nella giusta direzione.
Cari colleghi!
La Russia è un paese aperto e allo stesso tempo una civiltà unica. In questa affermazione non c’è alcuna pretesa di esclusività e superiorità, ma questa civiltà è nostra. Ci è stata trasmessa dai nostri antenati e dobbiamo preservarla per i nostri discendenti e tramandarla.
Svilupperemo la cooperazione con gli amici, con tutti coloro che sono pronti a lavorare insieme a noi, impareremo tutto il meglio, ma faremo affidamento principalmente sul nostro potenziale, sull’energia creativa della società russa, sulle nostre tradizioni e valori.
E qui voglio parlare del carattere del nostro popolo: è sempre stato caratterizzato da generosità, vastità d’animo, misericordia e compassione, e la Russia come Paese riflette pienamente tutti questi tratti. Sappiamo essere amici, mantenere la parola data, non tradiamo nessuno e offriamo sempre il sostegno nelle situazioni difficili, senza esitazione veniamo in aiuto a chi è in difficoltà.
Tutti ricordano come, durante la pandemia, abbiamo fornito il primo supporto ad alcuni paesi europei, tra cui l’Italia, e ad altri Stati, nelle settimane più difficili dell’esplosione del Covid. Non dimentichiamoci di come siamo venuti in aiuto nel caso del terremoto in Siria, in Turchia.
È il popolo della Russia che sta alla base della sovranità del paese, la fonte del potere. I diritti e le libertà dei nostri cittadini sono inviolabili, sono garantiti dalla Costituzione e, nonostante le sfide esterne e le minacce, non li abbandoneremo.
In relazione a ciò, voglio sottolineare che sia le elezioni degli organi di potere locali e regionali nel settembre di quest’anno, sia le elezioni presidenziali del 2024 si terranno in stretta conformità con la legge, nel rispetto di tutte le procedure democratiche e costituzionali.
Le elezioni sono sempre approcci diversi per risolvere problemi sociali ed economici.
Allo stesso tempo, le principali forze politiche sono consolidate e unite nella questione principale e soprattutto fondamentale per tutti noi: la sicurezza e il benessere del popolo, la sovranità e gli interessi nazionali.
Voglio ringraziarvi per tale posizione, così forte e responsabile, e vorrei qui ricordare le parole del patriota e Statista Pjotr Arkadjevic’ Stolypin: furono pronunciate alla Duma di Stato più di cento anni fa, ma sono pienamente in sintonia con il nostro tempo.
Egli disse: “Nella questione della difesa della Russia, dobbiamo tutti unirci, coordinare i nostri sforzi, i nostri doveri e i nostri diritti al fine di mantenere un diritto supremo storico: il diritto della Russia ad essere forte”.
Tra i volontari che ora sono in prima linea, ci sono deputati della Duma di Stato e dei parlamenti regionali, rappresentanti degli organi del potere esecutivo di vario livello, comuni, città, distretti, insediamenti rurali. Tutti i partiti parlamentari, le principali associazioni pubbliche partecipano alla raccolta di aiuti umanitari e aiutano il fronte.
Grazie ancora, grazie per questa posizione patriottica.
Un ruolo enorme nel rafforzamento della società civile, nella risoluzione dei problemi quotidiani è svolto dall’autogoverno locale, il livello di autorità pubblica più vicino alle persone. Dal suo lavoro dipende molto la fiducia nello Stato nel suo insieme, il benessere sociale dei cittadini, la loro fiducia nel successo dello sviluppo dell’intero Paese.
Chiedo all’Amministrazione Presidenziale, unitamente al Governo, di presentare proposte per la creazione di strumenti di supporto diretto alle migliori squadre di gestione e pratici nei grandi, medi e piccoli comuni.
Lo sviluppo libero della società è la volontà ad assumersi la responsabilità per se stessi, per i propri cari, per il proprio Paese. Tali qualità vengono insegnate fin dall’infanzia, nella famiglia. E, naturalmente, per rafforzare i nostri comuni valori d’identità nazionale sono estremamente importanti il sistema educativo e la cultura nazionale.
Utilizzando le risorse della Fondazione Presidenziale dei Sussidi, della Fondazione delle Iniziative Culturali, dell’Istituto per lo Sviluppo di Internet e di altri strumenti, lo Stato sosterrà tutte le forme di ricerca creativa: arte contemporanea e tradizionale, realismo e avanguardia, classici e innovazione.
Non si tratta di generi e direzioni. La cultura è chiamata a servire la bontà, la bellezza, l’armonia, a riflettere su questioni della vita, a volte molto complesse e controverse, e soprattutto è chiamata non a distruggere la società, ma a risvegliare le migliori qualità umane.
Lo sviluppo della sfera culturale diventerà una delle priorità della rinascita della vita pacifica nel Donbass e nella Novorossja. Lì sarà necessario ripristinare, riparare e attrezzare centinaia di Istituti della Cultura, compresi il fondo dei musei e degli edifici, ciò che dà alle persone la possibilità di sentire il legame tra passato e presente, collegare questo con il futuro, sentire di appartenere a un unico spazio culturale, storico, educativo della secolare, grande Russia.
Con la partecipazione di insegnanti, scienziati, specialisti, dobbiamo migliorare seriamente la qualità dei corsi scolastici e universitari, principalmente nelle discipline umanistiche – storia, scienze sociali, letteratura, geografia – in modo che i giovani possano imparare il più possibile sulla Russia, il suo grande passato, la nostra cultura e tradizioni.
Abbiamo una giovane generazione molto brillante e talentuosa, che è pronta a lavorare per il bene del Paese nella scienza, nella cultura, nel sociale, negli affari e nella pubblica amministrazione.
È proprio a queste persone che il concorso “Leader della Russia”, e il concorso “Leader della Rinascita” si svolge ora nelle nuove regioni della Federazione, apre nuovi orizzonti di crescita professionale.
Vorrei notare che un folto numero di vincitori e finalisti di questi progetti si sono offerti volontari per le unità di combattimento, molti di loro stanno ora lavorando nei territori liberati, contribuiscono a costruire la vita economica e sociale, agendo con professionalità, decisione e coraggio.
In generale, la scuola delle operazioni militari non può essere sostituita da nulla. Le persone che escono da lì sono persone diverse e sono pronte a dare la vita per la Patria, ovunque lavorino.
Voglio sottolineare che proprio coloro che sono nati e cresciuti nel Donbass e nella Novorossja, che hanno combattuto per la loro terra, saranno il pilastro principale, devono essere il pilastro principale nel lavoro comune per lo sviluppo di queste regioni. Voglio rivolgermi a loro e dirgli che la Russia conta su di voi.
Tenendo conto dei compiti su larga scala che il Paese deve affrontare, dobbiamo rinnovare seriamente gli approcci al sistema di formazione dei quadri, alla politica nel campo scientifico-tecnologico.
Al recente “Consiglio per la Scienza e l’Educazione”, abbiamo parlato della necessità di stabilire chiaramente le priorità, di concentrare le risorse per ottenere concreti risultati scientifici di fondamentale importanza, soprattutto in quelle sfere in cui abbiamo buone riserve che sono cruciali per la vita del Paese, compresi i trasporti, l’energia, lo stesso sistema degli alloggi e servizi comunali, la medicina, l’agricoltura, l’industria.
Alla base delle nuove tecnologie ci sono sempre ricerche fondamentali fatte nel passato, e in questo campo, così come nella cultura – voglio sottolinearlo –, noi dobbiamo fornire agli scienziati, ai ricercatori grande libertà di creazione. Non si può cacciare tutto nel letto di Procuste dei risultati del domani. La scienza fondamentale vive secondo le proprie leggi.
E aggiungo che stabilire e risolvere compiti ambiziosi è un potente incentivo per i giovani a entrare nella scienza, la possibilità di dimostrare che sei un leader, che sei il migliore al mondo. E i nostri gruppi scientifici hanno molto di cui essere orgogliosi.
Lo scorso dicembre mi sono incontrato con dei giovani ricercatori. Uno dei problemi che hanno sollevato è stato l’alloggio. Questione prosastica, ma importante. Sono già attivi certificati di alloggio per giovani scienziati.
L’anno scorso abbiamo assegnato a questo scopo un ulteriore miliardo di rubli. Incarico il governo di determinare le riserve per ampliare questo programma.
Negli ultimi anni, il prestigio e l’autorevolezza dell’istruzione professionale media sono cresciuti in modo significativo. La domanda di diplomati di scuole tecniche e college è semplicemente enorme, colossale. Capite che se la nostra disoccupazione è scesa al minimo storico del 3,7 per cento, vuol dire che la gente lavora e c’è bisogno di nuovo personale.
Ritengo che noi dobbiamo sensibilmente allargare il progetto “Professionalità” nell’ambito del quale vengono creati distretti educativi e industriali, la base educativa viene aggiornata e le imprese e i datori di lavoro, in stretto contatto con le scuole superiori e le scuole tecniche, formano programmi educativi basati sulle esigenze dell’economia. E, naturalmente, è molto importante che in questo settore vengano i professionisti consiglieri, che hanno accumulato esperienza nella produzione reale e complessa.
Il compito concreto per i prossimi 5 anni è formare circa un milione di specialisti in professioni lavorative per l’industria elettronica, l’industria della robotica, dell’ingegneria meccanica, metallurgia, farmaceutica, agricoltura, del complesso militare-industriale, dell’edilizia, dei trasporti, del nucleare e altri settori che sono fondamentali per garantire la sicurezza, la sovranità e la competitività della Russia.
Infine, una questione molto importante riguarda la nostra istruzione superiore. Anche qui sono attesi cambiamenti significativi, tenendo conto dei nuovi requisiti per gli specialisti nell’economia, nei settori sociali e in tutti gli ambiti della nostra vita. È necessaria una sintesi di tutto il meglio che c’era nel sistema educativo sovietico e nell’esperienza degli ultimi decenni.
A tal proposito si propone quanto segue.
Per primo, tornare alla formazione di base tradizionale per il nostro paese di specialisti con istruzione superiore. Il periodo di studio può durare da quattro a sei anni. Allo stesso tempo, anche all’interno della stessa specialità e di un’università, possono essere offerti programmi che differiscono in termini di formazione, a seconda della specifica professione, industria e domanda del mercato del lavoro.
In secondo luogo, se la professione richiede una formazione aggiuntiva, una specializzazione ristretta, allora in questo caso il giovane potrà continuare la sua formazione con la specialistica.
In terzo luogo, gli studi del dottorato saranno assegnati come livello separato di istruzione professionale, il cui compito è formare il personale per le attività scientifiche e didattiche.
Voglio sottolineare che la transizione al nuovo sistema dovrebbe essere fluido. Il governo, insieme ai parlamentari, dovrà apportare numerose modifiche alla legislazione sull’istruzione, sul mercato del lavoro e così via. Qui bisogna pensare a tutto per bene, fin nei minimi dettagli.
I giovani, i nostri cittadini dovrebbero avere nuove opportunità di istruzione di qualità, occupazione e crescita professionale. Ripeto: opportunità, non problemi.
E vorrei sottolineare che quegli studenti che studiano adesso potranno continuare la loro formazione secondo i programmi esistenti. Inoltre, il livello di formazione e i diplomi di istruzione superiore dei cittadini che hanno già completato la formazione negli attuali corsi di laurea, specialistici o master, non sono soggetti a revisione. Non devono perdere i loro diritti. Chiedo al Fronte popolare panrusso di prendere sotto controllo speciale tutte le questioni relative ai cambiamenti nel campo dell’istruzione superiore.
Quest’anno è stato dichiarato l’“Anno dell’insegnante e del Mentore” in Russia. Il maestro, l’insegnante partecipa direttamente alla costruzione del futuro del Paese ed è importante aumentare l’importanza sociale del lavoro dell’insegnamento, in modo che i genitori parlino di più ai loro figli sulla gratitudine per l’insegnante e gli insegnanti, sul rispetto e l’amore per i genitori. Ricordiamocelo sempre.
Mi soffermerò separatamente sul sostegno dei bambini e delle famiglie russe.
Vorrei sottolineare che il cosiddetto budget per bambini, o il volume delle spese di bilancio per sostenere le famiglie, è cresciuto in Russia negli ultimi anni non di qualche percentuale, ma di molte volte. È la sezione in più rapida crescita del principale documento finanziario del Paese: il bilancio, la legge di bilancio. Desidero ringraziare i parlamentari e il governo per questa comprensione unitaria e consolidata delle nostre priorità nazionali.
Dal 1° febbraio, il capitale di maternità in Russia è stato nuovamente indicizzato, come abbiamo detto, dall’ammontare dell’inflazione effettiva nell’ultimo anno, cioè dell’11,9%. I cittadini della Russia, residenti nei nuovi soggetti della Federazione, hanno ora diritto a tale misura di sostegno. Propongo di fornire capitale di maternità nelle repubbliche popolari di Donec’k, Lugansk, Zaporozije e Cherson alle famiglie in cui sono nati bambini dal 2007, cioè dal momento in cui questo programma ha iniziato a funzionare in tutta la Russia. Permettetemi di ricordarvi che abbiamo preso la stessa decisione per i residenti della Crimea e di Sebastopoli.
Continueremo ad attuare programmi su larga scala volti a migliorare il benessere delle famiglie russe.
Consentitemi di sottolineare che al Governo e alle entità costitutive della Federazione è stato affidato il compito oggettivo di assicurare una crescita sensibile e tangibile dei salari reali in Russia.
Un indicatore importante, il punto di partenza qui è il salario minimo, come ben comprendiamo. L’anno scorso è stato aumentato due volte, di quasi il 20% in totale.
Continueremo ad aumentare il salario minimo a un tasso superiore all’inflazione e alla crescita salariale. Dall’inizio di quest’anno, il salario minimo è stato indicizzato del 6,3%.
Propongo che, a partire dal 1° gennaio del prossimo anno, oltre all’aumento previsto, venga effettuato un ulteriore aumento di un ulteriore 10%. Pertanto, il salario minimo aumenterà del 18,5% e ammonterà a 19.242 rubli.
Ora, per quanto riguarda l’adeguamento del sistema fiscale nell’interesse delle famiglie russe: dallo scorso anno, le famiglie con due o più figli sono esentate dal pagamento dell’imposta sulla vendita delle abitazioni se decidono di acquistare un appartamento o una casa nuovi e più spaziosi.
Dobbiamo fare un uso più attivo di tali strumenti – si sono rivelati efficaci – in modo che i bilanci familiari abbiano più fondi e le famiglie possano risolvere i problemi più importanti e urgenti.
Propongo di aumentare l’entità della detrazione fiscale sociale: per il costo dell’istruzione dei bambini dagli attuali 50mila a 110mila rubli all’anno; e per il costo della propria istruzione, nonché per le cure e l’acquisto di medicinali, da 120 a 150mila rubli. Lo stato restituirà ai cittadini il 13% di questi maggiori importi dall’imposta sul reddito che hanno pagato.
E, naturalmente, è necessario non solo aumentare l’importo della detrazione, ma anche aumentarne la domanda affinché la detrazione sia erogata in modo propositivo, rapido e da remoto, e non sia gravosa per i cittadini.
Inoltre: il benessere e la qualità della vita delle famiglie russe, e quindi la situazione demografica, dipendono direttamente dallo stato delle cose nella sfera sociale.
So che molti soggetti della Federazione sono pronti ad accelerare in modo significativo il rinnovamento delle infrastrutture sociali, culturali e sportive, il reinsediamento di alloggi di emergenza e lo sviluppo integrato delle aree rurali. Questo sarà sicuramente sostenuto.
Utilizziamo qui il seguente meccanismo: i fondi per i progetti nazionali, che sono riservati nel bilancio federale per il 2024, le regioni potranno riceverli e utilizzarli fin d’ora attraverso prestiti di tesoreria senza interessi: saranno rimborsati automaticamente nell’aprile del prossimo anno. Ottimo strumento.
Terremo questo problema sotto costante controllo operativo e chiedo alla Commissione per l’economia e le finanze del Consiglio di Stato di unirsi a questo lavoro.
Allo stesso tempo, non abbiamo bisogno di assaltare e inseguire i volumi, soprattutto a scapito della qualità degli edifici in costruzione. Ulteriori risorse finanziarie dovrebbero funzionare con rendimenti ed efficacia elevati.
Ciò è particolarmente importante per la modernizzazione dell’assistenza sanitaria di base: un programma così ampio è stato lanciato nel nostro paese nel 2021. Chiedo al Governo e ai vertici regionali di non dimenticare che il criterio principale, come ho detto tante, tante volte, non sono i numeri delle segnalazioni, ma i cambiamenti concreti, visibili, tangibili della disponibilità e della qualità delle cure mediche.
Incarico inoltre il governo di adeguare il quadro normativo per l’organizzazione dell’approvvigionamento di ambulanze con un set di apparecchiature diagnostiche. Consentono di effettuare visite mediche e visite preventive direttamente presso imprese, scuole, istituzioni e insediamenti remoti.
Abbiamo lanciato un vasto programma di rinnovamento scolastico. Entro la fine di quest’anno saranno messi in ordine un totale di quasi 3.500 edifici scolastici. Attiro la vostra attenzione sul fatto che la maggior parte di loro si trova nelle zone rurali, l’abbiamo fatto appositamente. Quest’anno, tale lavoro si sta svolgendo anche nelle Repubbliche popolari di Donec’k e Lugansk, nelle regioni di Cherson e Zaporozije.
È significativo e visibile, le persone vedono davvero cosa sta succedendo. Questo va molto bene.
Dal 2025 alle Regioni saranno stanziati regolarmente e sistematicamente fondi federali per il ripristino e la ristrutturazione di asili, scuole, istituti tecnici e istituti superiori, al fine di prevenire sostanzialmente situazioni di degrado degli edifici.
Successivamente, abbiamo fissato un obiettivo significativo di costruire più di 1.300 nuove scuole tra il 2019 e il 2024.
850 di esse sono già state realizzate. Si prevede che quest’anno ne vengano commissionate altre 400. Chiedo alle regioni di aderire a questi piani, di attenervisi rigorosamente. L’importo del finanziamento per questo programma dal bilancio federale dal 2019 al 2024 è di quasi 490 miliardi di rubli. Noi queste spese non le riduciamo, ma le manteniamo tutte.
Quest’anno abbiamo aumentato l’importo dei prestiti di bilancio per le infrastrutture. Stiamo inviando fondi aggiuntivi – vorrei sottolineare questo: non come previsto in precedenza, ma in aggiunta –, 250 miliardi di rubli per lo sviluppo di trasporti, servizi pubblici e altre infrastrutture nelle regioni.
Incarico il governo di stanziare altri 50 miliardi di rubli oltre a questi fondi: quest’anno saranno deliberatamente utilizzati per potenziare il trasporto pubblico nelle entità costituenti della Federazione, sulla base delle moderne tecnologie. Allo stesso tempo, vi chiedo di prestare un’attenzione speciale alle piccole città e alle zone rurali.
Abbiamo già deciso di estendere fino al 2030 il progetto “Aria pulita”, il cui obiettivo è migliorare la situazione ambientale nei maggiori centri industriali. Attiro l’attenzione sia delle imprese industriali che delle autorità regionali e locali: il compito di ridurre in modo significativo le emissioni nocive non è rimosso dall’ordine del giorno.
Consentitemi di aggiungere che abbiamo compiuto buoni progressi nella riforma del settore della gestione dei rifiuti. Aumentare la capacità di riciclaggio e selezione per passare a un’economia a ciclo chiuso. La priorità è l’ulteriore eliminazione di vecchie discariche e oggetti pericolosi di danno accumulato. Chiedo al Governo, insieme alle Regioni, di predisporre fin d’ora un elenco di quelle strutture di danno accumulato che verranno eliminati dopo il completamento dell’attuale programma.
Seguiremo anche il recupero di strutture idriche uniche, tra cui il Lago Bajkal e il Volga, e nel medio termine estenderemo questo lavoro ai nostri fiumi: il Don, Kama, Irtyš, Ural, Terek, Volchov e Neva, il Lago Il’men’. Non dobbiamo dimenticare i nostri fiumi medi e piccoli. Attiro su questo l’attenzione di tutti i livelli di governo.
Su indicazione data in precedenza, è stato inoltre predisposto un progetto di legge sullo sviluppo del turismo nelle aree naturali particolarmente protette. Di recente lo hanno discusso i colleghi del governo. Esso deve definire chiaramente cosa e dove si può e non si può costruire, e in generale deve stabilire i principi dell’industria dell’ecoturismo.
Una questione molto importante per il nostro Paese. Chiedo alla Duma di Stato di accelerare l’esame di questo disegno di legge.
Ora qualche parola in più su ciò che sta accadendo intorno a noi.
Cari colleghi, mi soffermerò su un altro argomento.
All’inizio di febbraio di quest’anno, l’Alleanza del Nord Atlantico ha rilasciato una dichiarazione con una richiesta de facto alla Russia, come loro si esprimono, di tornare all’attuazione del Trattato sulle Armi Offensive Strategiche, compresa l’ammissione di ispezioni alle nostre strutture di difesa nucleare. Io non so nemmeno come chiamare tutto ciò.
Questo è un teatro dell’assurdo.
Ci è ben noto che l’Occidente è direttamente coinvolto nei tentativi del regime di Kiev di colpire le basi della nostra aviazione strategica. I droni utilizzati per questo sono stati equipaggiati e modernizzati con l’assistenza degli specialisti della NATO. E ora vogliono ispezionare anche le nostre strutture di difesa?
Nelle condizioni attuali dell’odierna contrapposizione, questa è semplicemente un’assurdità.
Inoltre, vi faccio notare che a noi non è permesso effettuare ispezioni a pieno titolo nell’ambito di questo Accordo. Le nostre ripetute richieste di ispezione di alcuni siti rimangono senza risposta o rifiutate per motivi formali, e noi non possiamo verificare nulla dall’altra parte.
Voglio sottolineare che gli Stati Uniti e la NATO affermano apertamente che il loro scopo è infliggere una sconfitta strategica alla Russia.
E poi, come se niente fosse, vogliono visitare in lungo e in largo le nostre strutture di difesa, comprese le più nuove?
Una settimana fa, ad esempio, ho firmato un decreto per mettere in servizio i nuovi sistemi strategici terrestri. E pure lì loro vorrebbero ficcare il naso? Pensano che noi li lasceremmo entrare semplicemente così?
Con sua dichiarazione collettiva, la NATO ha fatto domanda di aderire al Trattato sulle Armi Offensive Strategiche. Noi siamo d’accordo. E non solo, riteniamo che per tale questione sia giunta l’ora da un pezzo, perché – lasciate che vi ricordi – la NATO non consiste di una sola potenza nucleare: gli Stati Uniti, ma anche la Gran Bretagna e la Francia dispongono di arsenali nucleari, che vengono perfezionati, sviluppati e anch’essi diretti contro noi, contro la Russia. Le ultime dichiarazioni dei loro leader lo confermano in pieno, basta ascoltarle.
Noi non possiamo ignorare questo fatto, non ne abbiamo il diritto, soprattutto oggi, così come il fatto che il primo Trattato sulle Armi Offensive Strategiche è stato firmato dall’Unione Sovietica e dagli Stati Uniti nel 1991 in una situazione fondamentalmente diversa: in condizioni di riduzione della tensione e rafforzamento della fiducia reciproca. In seguito, le nostre relazioni sono giunte a un livello in cui la Russia e gli Stati Uniti hanno dichiarato di non considerarsi più avversari. Ottimo, tutto davvero ottimo.
L’attuale Trattato del 2010 contiene disposizioni importantissime sull’indivisibilità della sicurezza, sull’interrelazione diretta delle questioni delle armi strategiche offensive e difensive. Tutto ciò è da tempo dimenticato, gli Stati Uniti si sono ritirati dal Trattato sulla Difesa Missilistica (ABM), e come sapete, tutto oramai appartiene al passato.
Le nostre relazioni – è molto importante dirlo – si sono degradate, e questo è tutto, interamente “merito” degli Stati Uniti.
Esattamente loro, sono stati loro che, dopo il crollo dell’Unione Sovietica, hanno cominciato a rivedere i risultati della seconda guerra mondiale, a costruire un mondo all’americana, in cui c’è un solo un padrone, un solo governante. A questo scopo, hanno iniziato a distruggere in maniera rozza tutte le basi dell’ordine mondiale, poste dopo la seconda guerra mondiale, al fine di cancellare l’eredità sia di Jalta che di Potsdam. Passo dopo passo, hanno iniziato a rivedere l’ordine mondiale esistente, a smantellare i sistemi di sicurezza e del controllo sugli armamenti, hanno pianificato e condotto un’intera serie di guerre in tutto il mondo.
E tutto ciò, lo ripeto, con un unico obiettivo: rompere l’architettura delle relazioni internazionali creata dopo la seconda guerra mondiale. Questa non è una figura retorica: è quello che hanno fatto nella realtà, dopo la disintegrazione dell’URSS, hanno cercato per sempre di fissare il loro dominio globale, senza tener conto degli interessi della Russia contemporanea e anche degli interessi di altri paesi.
Naturalmente la situazione nel mondo dopo il 1945 è cambiata. Si sono formati nuovi centri di influenza che si stanno rapidamente sviluppando. Questo è un processo naturale e oggettivo che non può essere ignorato.
Ma è inaccettabile che gli Stati Uniti abbiano iniziato a rimodellare l’ordine mondiale solo per se stessi, esclusivamente per i propri interessi egoistici.
Ora, attraverso i rappresentanti della NATO, stanno dando segnali, e di fatto un ultimatum: tu, Russia, esegui alla lettera e senza batter ciglio tutto ciò che abbiamo concordato, compreso il Trattato START, noi invece facciamo quello che ci pare.
Dicono che non ci sia alcun legame tra il problema dello START e, diciamo, il conflitto in Ucraina, altre azioni ostili dell’Occidente contro il nostro Paese, non ci sono dichiarazioni clamorose che vogliano infliggerci una sconfitta strategica.
Questo è l’apice dell’ipocrisia e del cinismo, o l’apice della stupidità, però non puoi chiamarli idioti: non sono mica stupidi. Vogliono infliggerci una sconfitta strategica e vogliono ficcare il naso nei nostri impianti nucleari.
In relazione a ciò, sono costretto ad annunciare che la Russia sospende la sua partecipazione al Trattato sulle Armi Strategiche Offensive. Ripeto, la Russia non si ritira dal Trattato, sospende solo la sua partecipazione.
Ma prima di ritornare alla discussione di tale questione, dobbiamo capire cosa pretendono nella sostanza paesi della NATO come la Francia e la Gran Bretagna, come prenderemo in considerazione i loro arsenali strategici, cioè il potenziale di attacco combinato dell’Alleanza.
Con la loro dichiarazione hanno fatto in sostanza una domanda di partecipazione a questo processo. Era ora, bene, non siamo contro. Però non serve cercare di nuovo di dire menzogne a tutti, non serve farsi passare da difensori della pace e della distensione. Conosciamo bene cosa c’è dietro: sappiamo per filo e per segno che i periodi di validità della garanzia per l’uso in combattimento di alcuni tipi di armi nucleari degli Stati Uniti stanno scadendo.
E a questo proposito – lo sappiamo per certo – alcuni politici a Washington stanno già pensando alla possibilità di test naturali delle loro armi nucleari, anche tenendo conto del fatto che gli Stati Uniti stanno sviluppando nuovi tipi di armi nucleari. Abbiamo informazioni in merito.
In questa situazione, il Ministero della Difesa russo e “Rosatom” devono garantire la prontezza per testare le armi nucleari russe. Certo, non lo faremo per primi, ma se gli Stati Uniti faranno i test, allora anche noi li faremo. Nessuno deve farsi la pericolosa illusione che la parità strategica globale possa essere distrutta.
Cari colleghi! Cari cittadini della Russia!
Oggi stiamo attraversando insieme un percorso complicato, difficile, e insieme stiamo superando tutte le difficoltà. Non potrebbe essere altrimenti, perché siamo stati educati sull’esempio dei nostri grandi antenati e siamo obbligati a essere degni dei loro precetti, che si tramandano di generazione in generazione. Andiamo avanti solo grazie alla fedeltà alla Patria, alla volontà e alla nostra unità.
Questa solidarietà si è manifestata letteralmente fin dai primi giorni dell’Operazione Militare Speciale: centinaia di volontari, rappresentanti di tutti i popoli del nostro Paese, sono venuti agli uffici di registrazione e arruolamento militare, hanno deciso di stare accanto ai difensori del Donbass, lottare per la loro terra natale, per la Patria, per la verità e la giustizia.
Ora i guerrieri di tutte le regioni della nostra Patria multinazionale stanno combattendo fianco a fianco in prima linea. Le loro preghiere suonano in lingue diverse, ma sono tutte per la vittoria, per i compagni d’armi, per la Patria. (Applausi)
Il loro duro lavoro militare, la loro impresa trova una risposta potente in tutta la Russia. Le persone sostengono i nostri combattenti, non vogliono, non possono farsi da parte. Il fronte sta attraversando i cuori di milioni di persone che stanno inviando medicine, mezzi di comunicazione, attrezzature, trasporti, vestiti pesanti, reti mimetiche e così via in prima linea: tutto quello che aiuta a salvare la vita dei nostri ragazzi.
So come le lettere di bambini e scolari riscaldano i soldati in prima linea. Le portano con sé in battaglia come la cosa più preziosa, perché la sincerità e la purezza dei desideri dei bambini sono toccanti fino alle lacrime; i combattenti hanno una comprensione più forte di ciò per cui stanno combattendo, chi stanno proteggendo.
È molto significativo per i soldati e le loro famiglie, per i civili e per la cura con cui i volontari li circondano. Fin dall’inizio dell’Operazione Speciale, agiscono con coraggio e decisione: sotto il fuoco, i bombardamenti, tirano fuori bambini, anziani, tutti coloro che erano in difficoltà dagli scantinati, consegnano cibo, acqua, vestiti nei punti caldi e lo fanno ancora; dispiegano centri di aiuto umanitario per i rifugiati, aiutano negli ospedali da campo e sulla linea di contatto, rischiando la propria vita salvano e continuano a salvare gli altri.
Solo il Fronte Popolare, nell’ambito del programma “Tutto per la vittoria!” ha raccolto più di cinque miliardi di rubli.
Questo flusso di donazioni è continuo. Qui è importante il contributo di tutti: sia di una grande azienda che di un imprenditore; certo, è particolarmente toccante quando sono le persone con redditi modesti a donare parte dei loro risparmi, stipendi e pensioni. È una situazione che infonde fiducia. Questa compattezza per aiutare i nostri soldati, i civili nella zona di guerra, i rifugiati vale moltissimo.
Grazie a voi per questo sincero sostegno, solidarietà e reciproco aiuto. Hanno un valore inestimabile.
La Russia risponderà a qualsiasi sfida, perché siamo tutti un paese, un grande popolo unito. Siamo sicuri di noi stessi, sicuri delle nostre forze. Siamo dalla parte della verità.
Grazie.
(Suona l’inno della Federazione Russa).
(L’AntiDiplomatico)