Minima Cardiniana 413/4

Domenica 19 marzo 2023, Quarta Domenica di Quaresima, San Giuseppe

UN’OCCASIONE PERDUTA
L’8 MARZO A MILANO, LA “SCONFITTA” DELLE DONNE
di Alessandro Bedini
Esistono dei limiti che all’interno di una comunità fanno da argine al disprezzo di quello che una volta si chiamava comune sentire? Scriveva anni fa Alexander Langer: “L’intera umanità, attraverso le pratiche concrete di autolimitazione deve sviluppare la virtù della modestia, l’unico possibile antidoto alla sindrome di onnipotenza nei confronti dei popoli e della natura verso la quale la logica ‘sviluppista’ ha trascinato il Nord del mondo”.
Proprio a questa logica “sviluppista” si sono ispirate le femministe che hanno partecipato al corteo di Milano, e di altre città, l’8 marzo scorso, mostrando blasfeme immagini della Madonna rappresentata come un gigantesco utero. Limite superato! L’onnipotenza è quella di chi scambia i desideri individuali ed egoistici per diritti inalienabili: quello di avere un figlio costi quello che costi, famiglie monogenitoriali comprese, fluid gender e il vecchio, consunto, tristo slogan: “Tremate, tremate le streghe son tornate”.
Niente a che fare con le sacrosante proteste contro i femminicidi, purtroppo sempre più frequenti nelle sviluppate, progressiste, evolute società occidentali; e neppure con i diritti, quelli veri, al lavoro, alla dignità, alla qualità della vita, princìpi che valgono egualmente per donne e uomini.
Le femministe milanesi, all’insegna della cancel culture se la sono presa anche con la statua di Indro Montanelli, che si trova nei giardini di Porta Venezia, al grido di “questa statua verrà giù”. Il dileggio dell’immagine della Madonna non solo offende la sensibilità di cattolici e no, ma mostra in modo esplicito il livore nei confronti di tutte quelle donne che sono anche madri. Aver trasformato la giornata internazionale della donna in una manifestazione politica, si rivelerà ben presto un boomerang in opposizione proprio a quei diritti che vengono sventolati a suon di uteri rivestiti con il mantello della Vergine.
Al punto in cui siamo arrivati, ossia al di là del limite, la domanda che sorge spontanea se l’è posta qualche mese fa un intellettuale laico come Ernesto Galli della Loggia sulle colonne del Corriere della Sera: “Può il Cristianesimo perdere l’Europa senza combattere? Può accettare come fosse una cosa ininfluente per la propria identità che l’Europa estrometta dal proprio orizzonte quella fede facendone un semplice residuo archeologico, così come sta avvenendo?”. È una domanda cruciale alla quale laici e cattolici hanno il dovere di rispondere. Per adesso l’unico responso è stato il pressoché totale silenzio. “Non una di meno”, è stato il motto delle manifestazioni femministe dell’8 marzo. A noi pare che quell’una in meno sia stata proprio la donna.