Minima Cardiniana 416/1

Domenica 30 aprile, San Pio V

PER L’ONORE D’ITALIA
UN GRANDE EVENTO ARTISTICO
UNA SEVERA TESTIMONIANZA CIVICA
UN MOMENTO DI LOTTA PER LA LIBERTÀ
Alla memoria di Giulietto Chiesa

I media seguono con grande attenzione le vicende degli intellettuali russi non allineati sulla linea autoritaria del governo putiniano, sovente autentiche viae crucis. Esemplare la storia di Elena Kostyuchenko, alla quale (e al cui libro La mia Russia, tradotto grazie alla Einaudi) è dedicato il paginone 37 de La Lettura, allegato al numero odierno del “Corriere”. E, lamenta il titolo, Povera Putinlandia!
Dalla felice terra di Zelenskylandia, invece, le notizie che ci arrivano a proposito non solo di disagi ma anche di autentiche persecuzioni sono più parche. Eppure quello che filtra non sembra idillico: pare si brucino perfino i libri, quanto meno quelli scritti in russo. Se Mosca piange, Kiev non ride.
Comunque, la Zelenskylandia presenta vari vantaggi: ad esempio quella di poter vantare delle succursali vessatorie nel felice Occidente democratico. Le nostre autorità nazionali, regionali, comunali in materia di servilismo e di collaborazionismo sono insuperabili. Da Milano a Venezia a Brescia a Bergamo, dovunque l’ambasciata ucraina può far giungere un suo ukase, ecco puntuali le cancellazioni di contratti e addirittura gli allontanamenti di artisti ch’erano stati invitati e che vengono congedati senza un soldo.
È quanto è avvenuto a Milano, che ha in materia un triste primato. Era stata invitata Valentina Lisitza, geniale giovane pianista ucraina di famiglia russo-ucraino-polacca, ritenuta la più grande interprete della musica di Rachmaninov. A pochi giorni dal previsto concerto, rottura unilaterale del contratto e congedo: così ha deliberato il sindaco. Senz’alcun motivo se non quello che la signora Lisitza fino dal 2014 fa fatto sentire la sua voce nello stigmatizzare con coraggio le violenze inflitte ai russi del Donbass. Vi saranno senza dubbio, in Russia, artisti che subiscono analogo trattamento: e noialtri occidentali giustamente li ammiriamo come patrioti. Ebbene: chi fa lo stesso nell’atmosfera della perfetta democrazia “all’occidentale” di Zelensky è un “putinista”. E viene trattato alla stessa maniera in tutti i paesi satelliti di Washington.
È troppo. A Milano e in tutta Italia si è formato un comitato spontaneo di gente che non ci sta. Gente di ogni condizione e orientamento politico. Esso è presieduto da un consiglio del quale fanno parte personaggi come l’ambasciatore Alberto Bradanini, il giornalista e scrittore Manlio Dinucci ed altri. Ne faccio parte anch’io. Ci siamo volontariamente tassati, ciascuno secondo le proprie possibilità, alla vecchia maniera di una volta quando si voleva sul serio agire liberamente al di là di condizioni e di ricatti. La signora Lisitza ha accettato di offrirci gratuitamente un suo concerto, in omaggio alla volontà di ribadire la nostra libertà di pensiero: e noi abbiamo ritenuto a nostra volta che onorarla con la nostra presenza e il nostro applauso fosse un modo per riscattare la nostra Italia, il “Paese del Bel Canto” che russi e ucraini tanto amano ed ammirano per questo. La nostra classe dirigente, col suo comportamento servile e ottuso, non teme di offendere né l’arte né la libertà: noi laviamo così l’onta della quale essa ha macchiato la nostra patria. Ci rifletta, il nostro governo il cui primo partito si definisce fatto di “patrioti”.
Ma i sinceri democratici che ci governano e ci amministrano hanno risposto da pari loro. Tutte le porte dei teatri milanesi – comprese quelle dello “storico” Teatro Litta, che aveva in un primo tempo accettato e la direzione del quale si è ritirata a contratto firmato a causa del ricatto del comune – ci sono state sbattute in faccia. Alla fine, grazie alla mediazione della rete televisiva privata Byoblu (il grande Giulietto Chiesa è vivo e lotta con noi), abbiamo trovato dignitosa e generosa ospitalità nei semplici, disadorni ma ben attrezzati studi di una società televisiva privata di Sesto San Giovanni. Un concerto privato e su rigoroso invito, naturalmente: ma onorato da un pubblico numeroso e qualificato. Per i media, un concerto tenuto da un’artista “sostenitrice di Putin”, ovviamente con un pubblico di putinisti. Abbiamo risposto ovviamente istituendo all’entrata un rigoroso e professionistico: non si sa mai, li conosciamo i “democratici”…
Chi vorrà, potrà ascoltare i “Ventiquattro Preludi” di Rachmaninov in TV sabato 6 maggio prossimo alle 20,30 sintonizzandosi sul canale di Byoblu, 262 del Digitale Terrestre. Chi vorrà seguire appieno e sul serio l’iniziativa e godere in modo più profondo lo spettacolo, potrà seguire sempre sulla medesima emittente il giorno prima, venerdì 5 maggio, l’intervista rilasciata dalla signora Lisitza per la trasmissione Pangea Grandangolo, che metterà in onda in quella e in altre occasioni anche interviste da parte di alcuni membri eminenti del comitato organizzatore.
Byoblu è un canale benemerito, che bisogna sostenere. Una voce di libertà e di verità nell’oceano dell’asservimento e delle bugie. Anche noi abbiamo la nostra piccola Offensiva di Primavera.
FC