Domenica 21 maggio 2023, Ascensione di Nostro Signor Gesù Cristo
EDITORIALE
LA NUOVA CACCIA ALLE STREGHE
Come tutti dovremmo sapere se fossimo meno ignoranti, l’antichità e il medioevo hanno fatto moderato uso della condanna al rogo, che il diritto romano riserva ai responsabili del delitto colpito dalla Lex Iulia de maiestate, vale a dire del crimine di “lesa maestà”, di alto tradimento all’autorità massima; il diritto canonico, per analogia, la considera applicabile agli eretici, rei di “lesa maestà divina”.
Ma di streghe bruciate sul rogo (in quanto riconosciute ree non di vana superstitio, delitto – e peccato – perseguito dalle corti ordinarie ecclesiastiche, cioè dal quelle vescovili, bensì di vera e propria eresia) nel “buio medioevo” (allorché gli eretici arsi dalla fiamme sono stati pare un certo numero) ne sono state soppresse in tal modo pochine: un privilegio del genere toccò è vero a Giovanna d’Arco, ma il tribunale inquisitoriale che la condannò come heretica relapsa (cioè “recidiva”, dopo aver già confessato la sua colpa ed essere stata condannata secondo il diritto ecclesiastico) era in realtà un “tribunale politico” governato da un’autorità laica, il duca di Bedford reggente di Francia per conto del re di Francia e d’Inghilterra Enrico VI. I tribunali inquisitoriali, difatti, fuori dei ristretti confini dei territori dominati dal papa anche sul piano temporale, erano sempre in realtà “appaltati” alla massima autorità locale. Non lo sapevate? Informatevi, come diceva il principe de Curtis.
Non è quindi il “Buio Medioevo”, bensì il Luminoso Rinascimento, ad aver acceso un maggior numero di roghi sotto i poveri piedi di streghe e stregoni (c’erano anche loro…). Può darsi che il Luminoso Rinascimento fosse tale anche a causa dei riflessi di quelle cataste di legna incendiate.
Ma poi le streghe sono più volte tornate. Durante il regime nazista si bruciavano i libri: ma, come già aveva profetizzato Heine, chi brucia i libri prima o poi brucerà anche gli uomini. Allora fu così. Oggi, in tempi meno tristi e più leggiadri, i roghi sono principalmente metaforici (ma non sempre: basti pensare a quello di Hiroshima, pochi giorni fa impudicamente celebrato in loco, durante una maldestra riunione del G 7 – eh, sì, un po’ meno di faccia tosta non guasterebbe… dallo statista successore di colui che, nel 1945, lo aveva criminalmente acceso – e allora non si aprì sul suo conto alcun processo di Norimberga).
Ma Hiroshima e Nagasaki lasciamole perdere: come tutti sanno, furono episodi umanitari tesi ad abbreviare il conflitto. Invece qua è successo qualcosa di più grave: c’è a giro la strega de Benoist, in ignobile combutta con la Baba-Yagà Dugin (e per fortuna che i buoni democratici ucraini gli hanno ammazzata la figlia, maledetta rusalka responsabile di chissà quali atrocità nonostante i pochi anni che si trovava ad avere…). I due figuri demoniaci ne fanno di tutte: stanno rifondando l’Internazionale Nera, alla quale come tutti sanno apparteniamo anche noialtri: Canfora, Cacciari, Moni Ovadia, il generale Mini, il professor Orsini, il professor Tarchi ed altri; purtroppo non i camerati della Azov che sono passati dalla parte della Verità e della Giustizia con tutti i loro antichi venerabili simboli runici (piantatela di dire che è roba neonazista).
Contro de Benoist si sono abbattuti i fulmini della miglior parte della cultura accademica e l’aristocrazia dei media del nostro paese: anche giganti del pensiero quali il professor Gibelli, il professor Gervasoni ed altri, validamente sostenuti dal Pritaneo dei Sapienti dell’ANPI, età media 50 anni, quindi già Combattenti Partigiani un buon mezzo secolo prima di nascere…
E allora, ecco a voi un bel dossier. Venghino venghino, al GSDCD (Gran Salone delle Cazzate Democratiche). Più gente partecipa, più bestie si vedono!!!