Domenica 11 giugno 2023, Corpus Domini
UNA GRANDE FESTA IDENTITARIA DELL’EUROPA CRISTIANA
I secoli XI-XIII, con l’immenso dibattito eucaristico incentrato sul rapporto tra specie apparente e specie sostanziale del Pane eucaristico, furono un autentico banco di prova per l’Europa latina e cristiana: attorno ad esso si disposero le drammatiche tensioni fra un’ortodossia teologicamente ancora irta di ostacoli e varie forme di eterodossia tutte agguerrite. Sullo sfondo, il rapporto con il mondo musulmano segnato dalla penisola iberica al Vicino Oriente dalle spedizioni crociate, l’eclisse dell’impero di Costantinopoli per quasi sei decenni occupato da dinasti nobiliari euro-occidentali e vegliato dalle navi della repubblica di San Marco, l’intreccio di autentici e di pretesi miracoli eucaristici con i pogromy di cui furono oggetto le comunità ebraiche accusate di profanazione dell’eucarestia, mentre la Cristianità latina nelle sue università stava elaborando le grandi Summae teologiche, le banche occidentali preparavano con i nuovi strumenti creditizi l’avvento della Modernità che avrebbe fatto “nascere dal Nulla” (!) il denaro e attorno alle reliquie cristiche ed eucaristiche crescevano i prodigiosi fiori gotici della Sainte Chapelle e della cattedrale di Spoleto. Con i “romanzi del Santo Graal”, infine, il miracolo eucaristico avrebbe trovato la sua grande espressione poetico-romanzesca. Da Chrétien de Troyes a Wagner a Eliot. Rien que l’Europe, rien que la Chrétienté.
IN MEMORIAM
Ci ha lasciati così, nella sua Parigi, a 97 anni. Quando si muore a quell’età, tutti si meravigliano. E noi, Alain Touraine, lo pensavamo immortale. Magari non l’ascoltavamo: ma eravamo abituati alla sua vox clamantis in deserto. Nel suo lavoro denso e arduo, conosciuto in italiano come Sociologia dell’azione, aveva anticipato tutti i temi dell’età postindustriale; aveva interpretato magistralmente il Sessantotto, anche se non lo capimmo subito. Ora di quel tempo e di quei testimoni ci resta solo il grande Edgar Morin, che di anni ne ha 102 (ha battuto Lévi Strauss). Che ce la faccia davvero, almeno lui, e diventare sul serio immortale?
Non dimentichiamo mai né i calendari, né le effemeridi: non sono la storia, ma sono le pietre e i mattoni senza le e i quali l’edificio storico non sta in piedi. Ricordiamo tutti – anche se quelli che si ricordano di averlo udito con le loro orecchie –, i “Combattenti di terra, di mare e dell’aria” dello stentoreo appello alle armi proferito dal Duce quel 10 giugno del ’40: è passato da pochissimo il suo ottantaduesimo anniversario, e raramente nella storia recente una “frase storica” fu più sfigata. L’Implacabile Nemesi è sempre in agguato: e quella sciagurata sfida al destino lanciata dallo storico balcone fu gridata da colui che esattamente sedici anni prima, in un modo o nell’altro – forse non sapremo mai come e fino a che punto – aveva armato la mano degli assassini di Giacomo Matteotti: e forse non tanto per un tirannico motivo politico bensì per una sudicia faccenda d’interessi petroliferi (ne sapeva qualcosa il suo virtuoso cristianissimo fratello Arnaldo). C’è un filo di sangue che unisce quei due 10 giugno: l’assassinio del Lungotevere e la farsa dell’entrata in guerra di un paese impreparato finita nello scempio di Piazzale Loreto. Chissà se il Duce aveva mai rilevato quella coincidenza calendariale: pare fosse piuttosto superstizioso, risulta difficile credere che non ci abbia mai pensato.
Al momento della pubblicazione online dell’aggiornamento di questa settimana, ci giunge la notizia della scomparsa di Silvio Berlusconi. Riposi in pace. Ne parleremo la prossima settimana.
INDICE
1. EDITORIALE
2. COME FRATE FRANCESCO A DAMIATA…
3. E GLI UCRAINI PARTONO AL CONTRATTACCO. O, ALMENO, SEMBRA
4. ED ECCO IL CORRETTO IMPIEGO EFFETTIVO DELLE RISORSE EUROPEE
5. LA DIGA DISTRUTTA. ASCOLTIAMO DEMOCRATICAMENTE L’ALTRA CAMPANA
6. LA RESURREZIONE DI UNA MAI-MORTA: L’IDEOLOGIA
7. … SE L’IDEOLOGIA NON È MAI MORTA, LA DEMOCRAZIA IN CAMBIO NON SI SENTE TROPPO BENE