Domenica 16 luglio 2023, Beata Vergine del Monte Carmelo
EDITORIALE
MADAMINI, IL CATALOGO È QUESTO
Questo, per la verità, non è affatto un editoriale. Preferisco lasciar la parola agli Amici e Colleghi che hanno trattato gli argomenti qui presenti, non senza una punta d’inquieta perfidia: perché il puro catalogo di quel che non va o ch’è assurdo nel nostro paese e nel nostro mondo parla da solo. Si può solo aggiungere un altro piccolo catalogo, quello relativo ad alcune cose che non ci sono. E senza dubbio le lacune sono molte.
Diciamo la verità. Due cataloghi spaventosi, quello di quel ch’è presente e quello di quel che manca. Copertino ci presenta l’AntiNATO, vale a dire il BRICS, che cresce di continuo dimostrandosi in grado di fronteggiare la dilatazione dell’Alleanza Atlantica. Certo, tutto ciò configura schieramenti già potenzialmente pronti a contrapporsi militarmente. Ed è questo che fa pensare: e che magari induce a chiedersi in che misura la dinamica di aggregazione frontale sia davvero solida e definitiva. Certo, provocazione chiama risposta, minaccia chiama replica. È un gioco pericoloso. Dinucci rincara la dose, squadernandoci davanti la realtà dell’Alleanza Atlantica, il suo autentico essere: e, diciamo la verità, ci fa sentire ancora più a disagio di quanto non credessimo. Dopo la politica internazionale, ecco la cultura: la ridicola polemica strumentale che ha attaccato un’artista come Beatrice Venezi, che onora il nostro paese e alla quale dovremmo essere tutti grati; la carenze e la pericolosità d’un velleitario progetto di “riorganizzazione” del parco archeologico di Roma che rischia di provocare una sciagura e di mettere a soqquadro un delicatissimo complesso prezioso.
Ma non provo nemmeno a segnalare quello che qui manca. Il repertorio effettivo sarebbe immenso. Cominciamo dalla tragedia dei migranti, che ci si ostina ad affrontare con assoluta inadeguatezza; si torna a parlare di “rivoluzione liberale” e a tutelare gli evasori fiscali mantenendo pazzescamente alto il livello della pressione fiscale rispolverando al tempo stesso il tormentone della “pace fiscale”, che fuor di metafora significa insistere con la politica dei condoni nei confronti di chi non paga e della penalizzazione degli onesti; spariscono intanto i temi della guerra, viene abbuiato lo scandalo delle bombe a grappolo e si accusa la Russia d’insidiare la circolazione garantita del grano nel Mar Nero ignorando le sue istanze di alleviamento delle sanzioni che da troppi anni la opprimono. Non parliamo del silenzio sulla nuova stretta militare imposta da Israele nei confronti dei palestinesi. E lasciamo perdere il caos devastante del mondo dei trasporti, il deteriorarsi di quello della sanità, la situazione della scuola con il relativo allarmante bilancio sulle sostanze stupefacenti consumate dagli studenti. Bisogna cominciar a chiedersi davvero se non sia il caso di chiarirci sistematicamente le idee sul punto al quale è giunta la nostra notte politica. Col rischio però che, se davvero lo facessimo, la risposta sarebbe disperante.