Domenica 30 luglio 2023, San Pietro Crisologo
LA NATO IN ITALIA: SMEMORATI CHE SIAMO, NON RIUSCIAMO A RICORDARE QUANDO – E CON QUALE STRUMENTO – IL POPOLO ITALIANO HA DECISO DI ADERIRE AL PATTO ATLANTICO
UN COMANDO NATO PRESSO LA CASERMA PREDIERI?
di Filippo Martini
Lo scorso 13 luglio, presso la Casa del Popolo “Luciano Piani” di Sant’Andrea a Rovezzano, si è svolta un’assemblea pubblica il cui tema era l’installazione del Comando NATO presso la Caserma Predieri proprio nella borgata di Sant’Andrea. L’incontro è stato organizzato dalla RETE DEMOCRATICA FIORENTINA che comprende: ANPI, ARCI, Associazione dei senegalesi di Firenze, Centro sociale evangelico, CGIL. Giuristi Democratici, Libertà e Giustizia, Rete degli studenti medi di Firenze.
Il discorso introduttivo è stato tenuto dal Presidente ARCI Lorenzo Baldini, cui sono seguiti molti interventi da parte di un pubblico numeroso e attento.
Il Presidente Baldini ha ripercorso le vicende della decisione di installare un Comando NATO presa fin da almeno il 2020 senza alcuna informazione da parte delle istituzioni locali e dei comandi militari, nonostante le reiterate richieste. Un modus operandi, questo, non casuale: le decisioni della NATO non vengono sottoposte al dibattito del Parlamento il quale si limita ad eseguire ordini che arrivano dagli Stati Uniti. In questo quadro, figuriamoci se qualcuno si sogna di coinvolgere la cittadinanza!
Tuttavia, mi pare che, nonostante la volontà di tenere gli italiani all’oscuro di tutto ciò che riguarda la NATO, alcuni punti sono emersi con chiarezza:
1. La NATO è un’organizzazione concepita per preparare e fare guerre, e nel suo operare risponde solo agli Stati Uniti d’America. Gli Alleati devono adeguarsi.
2. Le basi NATO, in tutte le loro articolazioni sul territorio della Penisola, generano una pesante militarizzazione dei territori coinvolti a causa dei depositi di armi nucleari di vario livello e capacità, trasformando l’Italia in un obiettivo strategico nel Mediterraneo.
3. Le basi NATO hanno costi economici e sociali esorbitanti per un Paese come l’Italia, costretto a farsene carico fin dalla fine della seconda guerra mondiale. Costi e conseguenze che ormai appaiono insopportabili e ingiustificati.
4. Il pericoloso diffondersi di un discorso pubblico diffuso favorevole alla guerra, all’invio di armi, alla violenza, il tutto accettato passivamente. Parole pericolose che alimentano un senso di smarrimento e violenza ormai quotidiana.
Non è poca la strada fatta e non era scontato questo livello di consapevolezza, anche se buona parte del pubblico è impegnato su questi problemi. Ma non la sua totalità, ho visto anche residenti e persone comuni solitamente non attive politicamente.
D’altro canto, molto meno chiara la situazione della guerra russo-ucraina – qualche slogan tipo “Putin è un criminale” – e poco più.
Sull’Afghanistan e Iraq, e qualche responsabilità criminale dell’Occidente, neanche le si ricorda più.
Una nota finale la riservo ad un punto che mi ha fatto piacere nel discorso del Presidente ARCI, che andrebbe approfondito. Vale a dire le pesanti responsabilità dell’Occidente nella drammatica e ingiusta sperequazione delle risorse del pianeta a discapito di continenti depredati e saccheggiati in varie forme.
In prospettiva si è definito una serie di azioni per coinvolgere le istituzioni locali e, nel caso, nazionali per avere spiegazioni, tuttavia il Presidente Baldini non vorrebbe mettere all’ordine del giorno la possibilità di uscire dalla NATO in quanto argomento troppo divisivo nell’ottica di un coinvolgimento ampio della popolazione.
Su quest’ultimo punto io dissento e credo che quello che emerge è proprio la necessità di discutere l’uscita dell’Italia dalla NATO. Questo deve essere il tema da sottoporre alla riflessione della politica e dei cittadini. E chiudo proprio notando l’assordante assenza della politica e dei suoi rappresentanti sempre lieti invece di presenziare a favor di telecamera.