Domenica 1 ottobre 2023, Santa Teresa del Bambin Gesù
EDITORIALE
Già da un po’ di tempo circolava in Firenze una strana notizia: un bene demaniale ceduto in silenzio, quasi sottobanco, a privati; il silenzio delle autorità e la distrazione dei media. Se n’è occupato molto bene qualche giorno fa il settimanale delle diocesi toscane, “Toscana Oggi”: ma nessuno o quasi sembra essersene accorto. A mia volta, tirai giù quattro considerazioni e le mandai in giro: al capo del governo, al presidente della regione, al sindaco, ad alcuni giornali. L’articolo è stato ripreso giorni fa più volte: “Il Fatto quotidiano”, “Il Quotidiano Nazionale”, “Avvenire” e così via. I grandi media televisivi però tacciono; governo, regione, comune guardano altrove. Così mi coglie il sospetto di aver detto ancora una volta qualcosa che non avrei dovuto dire.
BASILICHE E BUSINESS
Ogni tanto, bisogna pur essere chiari. Ed allora, ecco qua.
Volete sapere come funziona la democrazia nei paesi liberi e socialmente avanzati? Ecco qua. Ti chiedono di contribuire a tutte le decisioni, di votare su tutto (giardinetti pubblici, arredo urbano, disciplina della detenzione degli animali domestici e via discorrendo): e poi si meravigliano e si lamentano perché sei un disamorato della libertà e non vai a votare alle elezioni “vere”. Se riflettessero un po’ (ma in realtà lo sanno benissimo), capirebbero che la gente va sempre meno alle urne in quanto sa bene che le cose che contano veramente passano sempre sopra alle loro teste e vengon stabilite in gran segreto e con molta velocità, magari dai “soliti seminoti”.
Un esempio? Il mio. Cittadino incensurato e privo di carichi pendenti, padre (e nonno) di famiglia, servo il mio paese come pubblico funzionario (docente universitario) dal 1967, sono professore emerito, ho sempre pagato regolarmente le tasse. Sono nato nel quartiere di Porta Romana, ai margini di San Frediano. La chiesa monumentale del mio rione, che grazie a Dio ne è ricchissimo (San Felice, il Carmine eccetera) è la bella basilica brunelleschiana di Santo Spirito, nella cara omonima piazza dove giocavo da bambino, custodita dai religiosi dell’Ordine eremitano di Sant’Agostino. Un tempio della fede, un tesoro della cultura, una gioia per gli occhi. Lì, per molto tempo ha vissuto, ha insegnato, ha pregato l’indimenticabile padre Ciolini, grande teologo.
Il convento di Santo Spirito, noto come anche “di Sant’Agostino”, adiacente appunto alla basilica agostiniana di Santo Spirito ed esteso ad ovest di esso fin quasi a lambire Via de’ Serragli, è un monumento insigne: lì nacque, fra Tre e Quattrocento, l’umanesimo fiorentino.
Ma con il Settecento, ridimensionandosi il potere della Chiesa, il convento venne scorporato dalla basilica e passò dal tempo delle soppressioni leopoldine e napoleoniche fino all’Unità d’Italia attraverso varie vicissitudini finché, nel 1870 (l’anno “fatale” di Porta Pia…), fu assegnato dal governo italiano all’esercito, che lo trasformò nella storica Caserma Ferrucci dalla quale è passata tanta storia dell’Italia e di Firenze, specie durante le due guerre mondiali; fino al 2007 vi ha avuto sede anche il centro documentale del Ministero della Difesa. Poi, è passato a disposizione del demanio.
Da allora, vi sareste aspettati che l’intera città di Firenze (e anche la sua diocesi, vista l’importanza della basilica) fosse stata invitata con calore a contribuire a farsi carico dei destini dell’intero edificio. I bravi agostiniani di Santo Spirito, con il loro priore padre Giuseppe Pagano, già da molti anni avevano chiesto al governo italiano, tramite il ministero competente, informazioni sull’uso che si pensava di fare di quegli spazi, e avevano dal canto loro elaborato un complesso piano di utilizzazione comprendente un progetto di restauro e destinazione a centro di vita artistica e culturale fiorentina (ce ne sarebbe bisogno, specie per l’artigianato cittadino che in molti suoi settori langue) nonché a residenza universitaria. Dal governo e dal competente ministero, in questi anni (sedici, dal 2007 ad oggi), nessuna risposta. Da informazioni assunte mi risulta che nemmeno il Comune e nemmeno i Consigli di Quartiere si siano mai interessati della cosa.
Fino a qui, normale “storia all’italiana”: incuria, disinformazione, ritardi. Invece no. Come in ogni buona democrazia che si rispetti, quelli che stanno nella stanza dei bottoni lavoravano in silenzio e coperti dal segreto. Di punto in bianco, ecco che il demanio ha ceduto in concessione l’intero spazio dell’ex convento ex caserma alla società Fastpol amministrata dalla signora Asmaa Gacem, per 32 anni, a fronte di una cifra a quel che pare di 5 milioni di euro. L’operazione non era mai trapelata, mai presentata all’opinione pubblica, ed è stata sbrigata alquanto alla chetichella, con un concorso al quale ha partecipato un unico concorrente. Nessuna pubblicità, nessuna eco. Sulla trasparenza democratica dell’operazione, i commenti sono superflui.
Quali sono i programmi dell’organizzazione Fastpol? Si presume che essa abbia già preso accordi con gli organi di governo, con il Comune di Firenze e con la Sovrintendenza alle Belle Arti, dato il carattere di eccezionale importanza storica ed artistica dell’immobile che si appresta a gestire per ben 32 anni. Ma non se ne ha notizia. Pare che vi sarà installata una “struttura per anziani”, in parte in convenzione come RSA e in parte come “insieme di alloggi a pagamento” per anziani “autosufficienti” e, si suppone, ben provvisti di mezzi economici. Insomma, ancora una volta un bene pubblico ceduto a privati in vista di un business per clienti privilegiati. Un altro modo di rubare ai poveri per regalare ai ricchi? Non sarebbe la prima volta, nella felice repubblica democratica.
E allora, che si fa? Ci si appella all’opinione pubblica? Si chiedono mobilitazione e manifestazioni? Non succederà nulla. E il governo, e la Regione, e il prefetto, e i partiti politici? E il “Difensore civico”? E i grandi organi di stampa e di comunicazione? Per il momento, Notte e Nebbia. Dovremo quindi ancora una volta appellarci ai Social, oppure interessare Vanessa Incontrada e “Striscia la Notizia”? Normalmente, in un sano sistema democratico, questi sono difatti i soli strumenti ordinariamente a disposizione dei liberi cittadini.