Minima Cardiniana 435/1

Domenica 8 ottobre 2023, Santa Pelagia

EDITORIALE
RESTARE CALMI
È notte fonda, tra sabato 7 e domenica 8 ottobre. C’è stato un colpo di mano da parte di Hamas in Israele, con molti morti, molti feriti, molti ostaggi. È presto per dire se all’attacco di ieri ne seguiranno altri, e se saranno della medesima intensità. La solidarietà internazionale a Israele è scontata: ma può essere solidarietà tesa a ristabilire se non la pace quanto meno un clima che consenta il ritorno a condizioni difficili certo, ma quanto meno non irreparabili; oppure tale da consentire (magari esprimendo disappunto e disaccordo) a Bibi Netanyahu di proseguire sulla linea delineata dalle sue insensate e irresponsabili dichiarazioni “a caldo”. Perché Bibi ha parlato di vendetta ed ha avvertito il popolo di Gaza, un paio di milioni di persone che mancano di tutto, che la rappresaglia sarà terribile fino a ridurre in polvere tutti gli obiettivi ritenuti meritevoli di cancellazione.
È presto per poter esprimere valutazioni serene. L’azione di Hamas è stata un attacco terroristico violento e crudele: ma gli ostaggi israeliani e la loro sicurezza è qualcosa di obiettivamente primario rispetto alla vendetta. Che cosa significa la bandiera d’Israele proiettata su Palazzo Chigi? Un severo e maturo impegno a sostenere una soluzione o una licenza d’uccidere senza limiti?
Fare del complottismo e della dietrologia non ha senso. C’è un appoggio iraniano all’azione di Hamas? È possibile. Ma l’Occhio per Occhio Dente per Dente prima ancora che le sue responsabilità siano chiare è improponibile: e il fatto che gli eccellenti servizi israeliani si siano fatti cogliere impreparati non ci convince. Costruire un
casus belli è nella storia una pratica alquanto comune: specie quando c’è già in atto una guerra che potrebbe espandersi. Aspettiamo dunque con pazienza e con prudenza.
Un fatto comunque è certo. A monte dell’attuale situazione c’è la terribile ingiustizia che da troppo tempo si sta commettendo ai danni del popolo palestinese. Il simbolo insostenibile del “muro” testimonia un’infamia che la comunità internazionale ha avuto la colpa di tollerare facendo la vergognosa politica dello struzzo. Se si fosse provveduto a curare in tempo quella ferita inferta alla giustizia, alla dignità e all’umanità, la terribile giornata di ieri ci sarebbe stata risparmiata. Di ciò siamo tutti responsabili.