Minima Cardiniana 437/2

Domenica 22 ottobre 2023, San Giovanni Paolo II

EDITORIALE
Purtroppo guardo la TV e lancio qualche occhiata a vari notiziari informatici. A Gaza c’è la guerra ormai da due settimane, ogni giorno centinaia di morti palestinesi e anche qualche perdita israeliana, ma i dotti commentatori parlano ancora e soltanto della tragica giornata del 7 ottobre, “la seconda Shoah”, come se quell’orrore fosse sotto gli occhi di tutti mentre ne abbiamo solo notizie dubbie e contraddittorie; e come se una carneficina orribile potesse però giustificare qualunque cosa, anche una vendetta che sembra non finire mai; e come se non ci fosse alcun modo di appurare i fatti. Hamas organizzazione criminale? Mi risulta fosse quello e anche altro, ma il resto è scomparso. E poi, si può parlare in blocco di Hamas, come se fosse il PCUS degli Anni Trenta? Pare che non fosse né sia troppo concorde al suo interno. E Hamas rappresenta tutta Gaza, tutti i palestinesi? E l’orrore del 7 ottobre ha davvero avuto l’effetto magico di far unire tutta Israele di nuovo attorno a un leader compromesso e screditato, e durerà a lungo tale sinistro miracolo?
Ma ora è tempo di altre cose. Tutto quel che dobbiamo fare è farli smettere. Che si ristabilisca la pace: subito, al più presto, e davvero (stavolta la pronunzio anch’io, questa dannato stupida formula magica) senza se e senza ma.
Sono giorni convulsi: sto scrivendo queste cose in ritardo, martedì 24 mattina. Ma ieri 23 c’ero anch’io a Firenze, nella marcia dall’Arno alla colina di San Miniato. Eravamo tanti con le bugie accese, sfidando la pioggerella insistente. C’era l’abate Bernardo, il grande olivetano di San Miniato, cui si doveva l’appello per la pace. E c’era quasi tutta Firenze, la Firenze cinica e rissosa ma che sa riconoscere le cose che contano: il rabbino, l’imam, il sindaco, una folla di deputati e di assessori e consiglieri regionali, provinciali e comunali. Padre Michele aveva chiesto il silenzio e l’assenza di simboli: c’era solo una bandiera palestinese e qualche cartello, ma tutto molto pacifico. Via i simboli di parte. Alla fine, Michele ci ha detto poche parole davanti alla sua bella basilica, alta sulla città.
Fermatevi. Fermiamoci tutti prima che sia troppo tardi. Arrestiamo quest’orrore o quello che gli verrà dietro sarà ancora più orribile. Qualcuno era assente dalla manifestazione: con la scusa che la condanna di Hamas non era stata troppo esplicita. Inutili i commenti. Chi è in buona fede e ha buona volontà a questo punto sa che cosa pensare e che cosa fare.