Martedì 26 dicembre 2023, Santo Stefano Protomartire
EDIZIONE STRAORDINARIA
Carissimi tutti,
una piccola, rapida, ma doverosa e soprattutto allegra “Edizione straordinaria” con la quale, salutando con Voi tutti l’anno che sta per finire e augurandoVi il meglio per quello che sta per arrivare, desidero compiere un piccolo ma per me – ammalato di superbia cronica – necessario atto di penitenza. Una palinodia, se volete.
Nel mio editoriale del 24 scorso, pieno di amarezza e di sconforto, ho ecceduto in pessimismo e, come al solito, ho mancato di carità cristiana. Mea culpa, mea culpa, mea maxima culpa. Ma si può riempire settimanalmente paginate di recriminazioni e perfino d’insulti indirizzati a tanta gente e dimenticare sistematicamente le proprie colpe, il proprio cattivo esempio?
Nell’Editoriale dell’altro ieri mi dicevo amareggiato a causa del sistematico disprezzo, da parte dei miei familiari, del mio desiderio di assistere ogni 24 notte alla “Messa di Mezzanotte”. Ho il dovere di correggermi e di chiederne scusa a tutti loro e a chiunque legga queste righe.
Misteriosamente, inaspettatamente, provvidenzialmente, quest’anno la nostra seduta della Vigilia per la cena e lo scambio dei regali si è conclusa d’incanto, e con un tempismo che mi ha stupito, verso le 23 della domenica 24. Cena – ricchissima – conclusa, regali consegnati, allegria e cordialità. Una perfetta Notte di Natale. E ho potuto raggiungere puntualmente la Badia a Ripoli, vicina a casa mia, per la Veglia Natalizia.
Un caso, come giurano con serena concordia tutti i miei, o frutto di una caritatevole, delicata congiura contro un vecchio scorbutico prigioniero delle sue tradizioni?
Non lo saprò probabilmente mai. Ma accolgo con umiltà questa bella lezione, impartitami da persone più giovani di me che di solito accuso di superficialità e di egoismo. È in realtà molto probabile che il superficiale, l’egoista, sia proprio io, con la mia “canizie vituperosa” (così l’avrebbe definita Alessandro Manzoni) di ottantatreenne indulgente con se stesso ed esigente col prossimo.
Vorrei semplicemente chiedere scusa e ringraziare. Ma il mio Angelo Custode, che non si è ancora seccato di assolvere al suo divino dovere di proteggermi nonostante la mia resistenza, suggerisce che ci si può correggere e migliorare anche a ottantatré anni. Non è mai troppo tardi, a dirla col titolo di un vecchio film che si è trasformato in proverbio.
Perdonatemi anche Voi e buon Nuovo Anno a tutti. FC