Minima Cardiniana 463/4

Domenica 14 aprile 2024, III Domenica di Pasqua
Santi Tiburzio, Valeriano e Massimo martiri

UN’INTERVISTA A FRANCO CARDINI
QUESTIONI DI PRINCIPIO E REALPOLITIK
di Jacopo Storni

“Sono contrario al boicottaggio e alle politiche sanzioni che coinvolgano la cultura e la solidarietà, ma ogni accordo universitario indirizzato alla ricerca può avere scopi bellici”.
Il professor Franco Cardini, storico medievista, boccia la lettera appello dei duecento dell’Università di Firenze che chiedono lo stop al bando Maeci con Israele: “Non sono tollerabili oltre 30mila morti a Gaza, si è passato il limite. E non è colpa di Israele, ma del criminale Netanyahu e dei suoi complici”.

“È una lettera appello il cui contenuto sinceramente non mi fa molto piacere”. Il professor Franco Cardini, storico medievista, boccia di fatto la lettera appello dei duecento che chiedono “di non aderire al bando di cooperazione industriale, scientifica e tecnologica tra Italia e Israele pubblicato dal Maeci”.

Professor Cardini, perché non vede di buon occhio questa lettera appello?
Seguo una linea generale di principio che è molto precisa e sulla quale non voglio nascano equivoci: io sono contrarissimo a qualunque forma di embargo e boicottaggio quando queste sanzioni e questi boicottaggi tracimano in quattro ambiti: sanità, assistenza, sport e cultura. Pensiamo ad esempio alle Olimpiadi del 1940, in piena guerra, che secondo alcuni paesi belligeranza avrebbero dovuto comunque continuare perché erano giochi sulla fratellanza. Quando ci sono situazioni come queste, lo sport, la cultura e l’assistenza primaria (cibo e medicine) dovrebbero essere aree totalmente escluse.

In questo caso si parla proprio di mondi accademici.
E infatti: cultura, scienza, tecnica.

Ma c’è chi sostiene che questi accordi scientifici e tecnologici possano essere propedeutici a scopi bellici.
Su questo non c’è dubbio: ma tutti gli accordi universitari, toccando la scienza e la tecnica, possono avere scopi bellici, possono averlo anche gli accordi universitari in campo letterario, tanto per fare un altro esempio, perché manovrando bene la cultura letteraria si può fare un’ottima propaganda, e tutto potrebbe essere utile ai fini della propaganda di guerra. Non mi sembra che questo sia un argomento che possa appoggiare la ragione di chi dice di essere favorevole a questo tipo di embargo: credo piuttosto che sia un modo disonesto, e un pochino furbastro, per dire “Sarei contro ma non oso dirlo fino in fondo e allora mi riparo davanti al pretesto che certi accordi potrebbero servire a scopi militari”.

Da anni gli atenei hanno rapporti con le industrie con possibili legami con gli armamenti: perché solo adesso ci si pone il problema?
È effettivamente un po’ ipocrita, ma detto questo, non possiamo prescindere da un fatto basilare.

Quale?
Non sono tollerabili oltre 30mila morti a Gaza, si è passato il limite. E non è colpa di Israele, ma del criminale Netanyahu e dei suoi complici

In molti denunciano un aumento dell’antisemitismo.
Gli imbecilli ci sono dappertutto, le persone in malafede ci sono dappertutto. L’antisemitismo è un pregiudizio vergognoso: non c’è bisogno di essere nazisti per essere antisemiti. Ma c’è da chiedersi: chi lo coltiva? Gli antisemiti? Non mi risulta che ci siano centrali antisemite ufficiali e ben organizzate, facoltà universitarie programmaticamente antisemite, partiti politici e giornali ed emittenti televisive che facciano sistematica propaganda antisemita. Diciamo che l’antisemitismo crescente ha avuto una bella spinta dalle cose che sta facendo il signor Netanyahu e le forze dell’estrema destra religiosa dello Stato di Israele che fanno di tutto per far apparire gli ebrei quello che non sono.
(Corriere Fiorentino, 9 aprile 2024)