Minima Cardiniana 467/5

Domenica 12 maggio 2024
VII Domenica di Pasqua, Santi Pancrazio, Nereo e Achilleo

LIBRI LIBRI LIBRI
IDEE PER DIFENDERSI DALLA DERIVA OLIGARCHICA
La biblioteca di Raskolnikov. Libri e idee per un’identità democratica, a cura di Simonetta Fiori, Torino, Einaudi, 2024, pp. 232, euri 18,00
Da Zagrebelski ad Anna Foa: riflessioni sulla democrazia nell’antologia di Simonetta Fiori.
di Francesca Pellas
Non c’è nulla di più prezioso di una mentalità democratica. Ma siamo sicuri che la nostra idea di democrazia sia quella giusta, non sia in pericolo? Che la nostra identità civile, la nostra coscienza di soggetti appartenenti a un consorzio umano al cui interno abbiamo diritti e doveri non possa essere persa? E se la democrazia è un organismo partecipato da noi come cittadini, dalla nostra interiorità e dalle nostre proiezioni e aspettative, esistono delle letture in grado di formare un’ideale biblioteca della mente con la quale prendersene cura, per Lei e per noi?
Sono i punti su cui si concentra Simonetta Fiori in La biblioteca di Raskolnikov, il saggio che ha curato per Einaudi e nel quale ha raccolto i pensieri e le letture fondative di otto intellettuali contemporanei: Luciano Canfora, Franco Cardini, Elena Cattaneo, Anna Foa, Nicola Lagioia, Marco Revelli, Aldo Schiavone e Gustavo Zagrebelsky.
“Questo libro è stato pensato in un passaggio particolare della storia d’Italia, mentre sul fondo s’avvertono sinistri i rumori di cedimento della casa dove abitiamo da quasi ottant’anni. Scricchiolii che arrivano dalle stesse fondamenta, con la scomparsa della Resistenza dal lessico civile della destra populista al governo. […] La sensazione è che qualcosa di molto prezioso stia morendo, nel torpore di una pubblica opinione fragile e spaesata”.
E dato che nessuno più di Dostoevskij è stato capace di addentrarsi nelle spire della coscienza umana, il volume fa riferimento a Raskolnikov, il protagonista di Delitto e castigo, proprio per la sua speciale tendenza paranoica a stare sul bordo che esiste tra il bene e il male, tra l’ordinario e lo straordinario, tra la maggioranza e la solitudine sua di uomo che ha commesso il male. Raskolnikov troverà poi il modo di espiare le sue colpe e di ravvedersi, ma noi? Come possiamo fare per non perdere ciò che in passato è stato fatto per costruire una autentica Pace nella Giustizia in tutta la Terrasanta?

PALESTINA E ISRAELE
Mario Capanna, Luciano Neri, Palestina Israele. Il lungo inganno. La soluzione imprescindibile, Milano, Mimesis, 2024, pp. 278, euri 16,00
Chi ha fatto fallire gli accordi di Oslo? Chi ha favorito e finanziato la crescita di Hamas fino alla tragedia attuale? In questo libro, Mario Capanna e Luciano Neri riportano la loro esperienza diretta dalla Cisgiordania, da Gaza e da Israele, privi dei condizionamenti della propaganda occidentale. Un viaggio iniziato ormai oltre cinquant’anni fa, negli anni Settanta, che ha portato a incontri, relazioni e preziose testimonianze dai territori occupati. Documentando in modo rigoroso e con numerose fotografie le responsabilità nella mancata soluzione del conflitto, gli autori mostrano con chiarezza che l’unica alter-nativa a una guerra che sembra destinata a durare in eterno è la pacifica creazione di un vero Stato palestinese che possa convivere con quello di Israele.

“E se oggi, nonostante la tragedia si sia allargata e disumanizzata all’inverosimile, abbiamo ancora più bisogno di riprendere un cammino di dialogo finalizzato alla pace. Nessuno è in grado di sapere cosa succederà dopo gli eventi in corso a Gaza. Ma alcune cose le sappiamo. Innanzitutto che niente sarà come prima”.
“Gli accordi, compresa la istituzione dell’Onu, sono sempre arrivati dopo le tragedie. Noi, i movimenti, i cittadini, siamo chiamati a fare quello che i nostri governi non fanno. Diventando intellettuali militanti, sviluppando pensiero e azione collettiva. Per quanto utopico possa apparire, è l’unica cosa possibile”.
“La intransigenza israeliana è emersa fin dall’inizio con la indisponibilità a trattare sui punti fondamentali per la controparte palestinese: autogoverno del territorio, controllo dei confini, Gerusalemme, smantellamento delle colonie e degli insediamenti militari, rientro dei profughi”.
E noi, chiamiamo le cose col loro nome. Qui Israele non è in causa: non è il popolo israeliano l’imputato. Qui sono in causa il criminale Netanyahu, già atteso al varco dall’Alta Corte Israeliana di Giustizia, i partitini della destra religiosa fanatica che o tengono puntellato sulla sua poltrona e i suoi complici internazionali. Tra i quali spicca il governo italiano, che si è astenuto nel voto dell’ONU teso a sancire l’ingresso a tutti gli effetti della nazione palestinese nel consesso delle Nazioni Unite. Vergogna, vergogna, vergogna!