Minima Cardiniana 468/5

Domenica 19 maggio 2024, festa “ufficiale” della Pentecoste

IL “COMANDANTE DIAVOLO”
UN RICORDO DI AMEDEO GUILLET
di Paolo Piazzardi
Lo incontrai ad Amman, dove un tempo era stato ambasciatore.
Le sue mani erano “inguantate” a metà, ricoperte di lana nera, lavorata all’uncinetto. Le dita sporgevano libere, come i personaggi del teatro di Brecht. La sinistra era stata offesa dalle battaglie a sciabola sguainata. E la destra? Quella era coperta per la caccia al falcone. I rapaci gliel’avevano scarnificata.
Così lo vidi quel giorno, ospite nella residenza di Rossi Longhi. E quello fu il ricordo che ancor oggi mi rimane di lui, del tenente Amedeo Guillet, eroe d’Africa, rampollo della nobiltà piacentina, leggendaria figura di militare-diplomatico.
A guerra ormai perduta, alla testa d’un manipolo di ascari – che lo chiamavano “Cummandar As Shaitan” (“Comandante Diavolo”) – s’era rifiutato d’arrendersi, come il soldato giapponese nella giungla.
La guerra privata del tenente Guillet (Corbaccio, 2008), dello storico Vittorio Dan Segre, racconta le imprese di questo “Lawrence” italiano. E il film di Rai Cinema, “Alla ricerca di Kadija”, la sua giovane compagna, ne arricchisce, se ancora possibile, la figura di eroe-romantico.
Al tempo del nostro incontro non sapevo cosa chiedere a quel gigante in corpo di cavallerizzo, rattrappito dai malanni di mille battaglie (“con nessun osso al suo posto” scriverà di lui Indro Montanelli).
“Eccellenza, come vede gli sviluppi del conflitto Iran-Iraq?”, stava per prendere la parola uno dei suoi massimi conoscitori.
Congiunse le mani guantate, rivolse lo sguardo al mappamondo di Fra’ Mauro, uno dei classici simboli della residenza di un ambasciatore.
“Non li vedo”, fu la sua risposta. “quando due arabi s’incontrano finiscono per perdersi in un mare di formalismi e convenevoli che riguardano anche le loro famiglie (Salam Aleikoum, Keef mama? Keef baba? Keef Kui? Keef Ammo?) E il fattore sorpresa è già bell’e sfumato”.
Amedeo Guillet. Eroismo e avventura di un italianissimo “Cummandar As Shaitan”.

P.S. redazionale
Fa piacere talvolta prendere in castagna anche i grandi esperti. Perfino il comandante Guillet scivola su qualche papera, talvolta. Bella la risposta così sobria e ironica a proposito di Iraq e Iran adombrati nella storiella dei “due arabi” che s’incontrano. Chissà come l’avranno preso, a Baghdad e a Teheran, questo repentino arruolamento degli iraniani all’interno dell’etnìa araba!