Domenica 26 maggio 2024, Santissima Trinità
EDITORIALE
Poche parole: perché, alla vigilia di eventi importanti, è saggio limitare i commenti all’indispensabile. In tal mondo si contribuisce all’equità della comprensione del momento che attraversiamo e si evitano le gaffes delle quali scusarsi in futuro.
Ecco riapparire il segretario della NATO Stoltenberg a ricordarci ancora una volta, col suo cognome che noi maccheronicamente traduciamo (“Il Monte degli Stolti”), che nomen omen. Il segretario sta perorando la causa vòlta a consentire al governo ucraino di usare il materiale militare fornitogli dall’Occidente attaccando direttamente la Russia sul suo stesso territorio. Auguriamoci che perfino lui capisca che una pretesa del genere equivale a un atto di guerra, anzi a una vera e propria dichiarazione di belligeranza. Molti continuano a chiedersi se Putin voglia la guerra: ma tuti sanno, visto lo statuto NATO, che se egli attaccasse un solo paese aderente a quel patto tutti gli altri dovrebbero a loro volta unirsi contro di lui. Sapendo ciò, Stoltenberg, se fosse un po’ meno quel che il suo cognome indica, dovrebbe astenersi da tanto plateali provocazioni. È chiaro che la Russia non può (e aggiungiamo: non vuole) un allargamento del conflitto: e che non cadrà nell’ennesima trappola che il Monte degli Stolti gli tende. Lo ha capito perfino Tajani. Una volta tanto, ci è piaciuto il deciso “Non se ne parla nemmeno” di Salvini. E ancor più ci piacciono l’ironia e la pazienza di Lavrov.
Intanto, aspettiamo. Che le elezioni del giugno prossimo siano irrilevanti salvo che per i pochi beneficiati che andranno a godersi i proventi del loro seggio al Parlamento Europeo, è chiaro: per quanto, a livello invece di competizioni interne al tessuto locale italiano, qualche indizio potrebbe sorprenderci e indurci a riflessioni di vario genere. Staremo a vedere.
Ma il magic moment si avrà a novembre. Allora forse ci sarà una svolta magari decisa, sia nel panorama vicino-orientale sia in quello russo-ucraino. L’appassionante derby americano tra il Vecchietto Svampito e il Pazzo Furioso aprirà un nuovo capitolo nella storia del XXI secolo. Che magari sarà peggiore dell’attuale. Non lo credete possibile? “Quanto mi piaci mai, semplicità”, come dice il Don Alfonso della mozartiana Così fan tutte.