Domenica 9 giugno 2024, Sant’Efrem, Diacono e dottore della Chiesa
LA POLVERIERA UCRAINA
LA RISPOSTA DI PUTIN ALL’OCCIDENTE
di David Nieri
Mentre si celebrano gli ottant’anni dello sbarco in Normandia, con il presidente russo puntualmente “non invitato” – la Russia, come ormai sappiamo, non ebbe alcun ruolo nel decidere le sorti della seconda guerra mondiale e la sconfitta del nazismo – a San Pietroburgo, in questi giorni, si è tenuto il Forum economico internazionale. Vladimir Putin ha così approfittato dell’occasione per rilasciare una lunga intervista all’Ansa e alle agenzie internazionali.
I passaggi più importanti non potevano che essere quelli riferiti alla guerra in Ucraina. Sul tema, Putin ha parlato soprattutto del rapporto tra Russia e Nato: “Le ultime iniziative dell’Occidente, compresa la decisione di permettere a Kiev di colpire dentro i confini della Russia, possono creare problemi molto seri”, ha spiegato, sottolineando però che il suo Paese “non ha alcuna intenzione di attaccare la NATO”. “Questa ipotesi”, ha aggiunto Putin, “è una sciocchezza. Guardate al nostro potenziale e a quello della NATO, non siamo stupidi, la Russia non ha alcuna ambizione imperiale”.
A una domanda diretta da parte dell’Ansa, Putin ha risposto facendo riferimento specifico anche al nostro Paese: “Notiamo che la posizione dell’Italia nei confronti della Russia è più contenuta rispetto ad altri Paesi europei e valutiamo questo in modo adeguato. In Italia non si sta diffondendo una russofobia da cavernicoli e lo teniamo in considerazione. Noi speriamo che quando la situazione ucraina comincerà a stabilizzarsi, riusciremo a ricostruire le relazioni con l’Italia, forse anche più velocemente rispetto a qualche altro Paese”. È quello che si augurano anche molti di noi, ma la questione, purtroppo, non è così semplice. A parte il manicheismo mediatico – con pochissime eccezioni – le dichiarazioni di Tajani e di Salvini, che escludono un coinvolgimento dei nostri soldati e l’uso di armi per colpire la Russia, sembrano orientate al consenso in vista delle elezioni europee e non ispirate da una vera e propria strategia a lungo respiro, che dovrebbe ridefinire e delineare nuovi rapporti tra Europa e Stati Uniti in termini di “autonomia” (se volete chiamarlo “sovranismo”, fate pure) per quanto riguarda la politica estera, economica e militare.
I principali attori di questa guerra – che Putin ricorda non essere iniziata a causa della Russia, ma proprio dell’Ucraina – sarebbero gli Stati Uniti: “Se smetteranno di fornire armi all’Ucraina, il conflitto finirà nel giro di due o massimo tre mesi”.
Un passaggio importante dell’intervista riguarda la minaccia nucleare: “La Russia ha una dottrina nucleare che prevede che tutti i mezzi possano essere usati soltanto per rispondere ad azioni che minacciano la sovranità e l’integrità territoriale del Paese”. Putin, alla fine, ha ricordato una realtà oggettiva che molti occidentali sembrano aver dimenticato: “Gli unici ad aver usato una bomba nucleare sono stati proprio gli Stati Uniti”. Questa in effetti è storia, non fiction. Così come a liberare Auschwitz furono i russi e non gli americani, con buona pace dei premi Oscar e della versione hollywoodiana del passato più o meno recente.
In apertura del suo discorso alla sessione plenaria del Forum, infine, Putin ha dichiarato che il mondo occidentale vuole mantenere “un ruolo egemone, che gli sta sfuggendo. Noi vogliamo raggiungere la vittoria in Ucraina e la raggiungeremo, è chiaro”.
Qualcuno per favore suggerisca a Macron, Scholz e Biden (il quale ha definito “nuovo Hitler” il presidente russo: un mostro da sbattere in prima pagina è sempre utile) che con la guerra non si gioca. Forse un tavolo di trattativa sarebbe più auspicabile di qualche missile in più, “utile” soltanto a gratificare la smania di potere di un Occidente ormai al tramonto. Accettare un nuovo ordine multipolare è l’unica soluzione per evitare la catastrofe.
P.S. del giorno dopo
Pare in effetti che qualcuno, almeno a Macron e a Scholz, gliel’abbia suggerito…