Domenica 23 giugno 2023, Solstizio d’Estate
I BARBARI ALLE PORTE E LA PROFEZIA DI BERNARD-HENRI LÉVY, NUOVA CASSANDRA
“ECCO COME PUTIN MIRA AL CONTROLLO DELL’EUROPA”
Democrazie sotto attacco è stato il titolo dell’alato confronto tra due superpagati giganti del pensiero del nostro tempo: il celebre direttore di Repubblica Maurizio Molinari (ricordate? È quel signore che qualche mese fa ha coraggiosamente e aspramente redarguito la giornalista Carmen Lasorella, rea di essersi inventata balle mediatiche del tipo che nella striscia di Gaza i palestinesi muoiono come mosche…) ha con immensa dottrina discettato insieme con il Trismegistos Sophos Bernard-Henri Lévy, in Francia affettuosamente noto come BHL, degno successore di Bourvil, di de Funès e di Fernandel nell’arte di tener allegri i suoi concittadini. Il fatto è avvenuto giorni fa all’Arena del Sole di Bologna, nella sala Leo De Berardinis, durante l’evento RepIdee 2024. Bologna, l’Alma Mater Studiorum, è stata una volta di più la dotta, degnissima cornice di un dibattito degno dei tempi di Irnerio (o, se preferite, del Dottor Balanzone).
Ed è la questione cruciale dei nostri giorni. C’è un filo che tiene insieme l’avanzata delle destre in Europa, l’invasione dell’Ucraina, gli attacchi di Hamas e l’antisemitismo, un filo che risale a Putin e alla strategia del Cremlino per indebolire l’Europa democratica. Entra subito nel merito Molinari, chiedendo al filosofo francese della situazione nel suo paese alla luce delle elezioni europee, con il voto anticipato voluto da Macron.
“Queste elezioni vanno verso un’operazione verità”, spiega il filosofo. “La domanda che pone il presidente Macron è la seguente: ‘Volete veramente Le Pen al potere? Volete veramente i populisti di estrema destra che si impadroniscano delle istituzioni, volete veramente persone come Matteo Salvini?’. È questo il quesito che pone Macron”. Ma perché – insiste Molinari – così tanti francesi hanno votato per l’estrema destra?”. “Perché tanti italiani hanno votato per Salvini e Meloni?”, controbatte Lèvy. “Perché le sinistre, quella francese e quella italiana, stanno crollando. Le ragioni sono le stesse e le conseguenze sono le stesse. Una parte della responsabilità incombe sui democratici e in particolare sulla sinistra. Io vedo la Francia: la sinistra si è messa dietro a Mélenchon, ha accettato di scendere a patti con il suo partito, La France Insoumise, che è diventato antisemita. Ha accettato di scendere a compromessi su cose essenziali. Poi abbiamo i conservatori onesti, come li chiamo io, che sono anni che fanno compromessi con Le Pen, che giocano con le ambiguità. Un giorno tutto questo presenta il conto e si paga un prezzo molto elevato. Voi vivete sotto Meloni e Salvini, noi faremo l’esperienza in Francia e non avremo imparato la lezione dell’Italia. Siamo in questa fase della storia dell’Europa”.
Una fase dietro cui ci sarebbe un disegno del Cremlino. “L’estrema destra francese, è un dato di fatto, conduce una campagna con soldi russi, con prestiti provenienti da banche russe. Per un sacco di motivi, forse perché le banche francesi non hanno voluto fare prestiti a Le Pen”. Ma qual è l’interesse di Putin? “Per vendetta, per il papa, per i dissidenti sovietici. Lo ha detto nelle sue regolari riunioni al club Valdai e regolarmente ha additato l’Europa come una delle responsabili del disfacimento dell’Unione Sovietica, che Putin considera la più grande catastrofe del ventesimo secolo. Il secondo motivo è l’ideologia. Mai sottovalutare i dittatori, vederli soltanto come bestie di potere, affamati di tirannide, sono tutti degli ideologi. Putin è un ideologo. Putin crede in una nuova Europa che ridurrà le libertà, che spianerà lo stato di diritto, che privilegia i legami di sangue su quelli di cittadinanza. C’è persino una metafisica putiniana: la tellurocazia, il potere della terra”. A ispirarlo l’ideologo Aleksandr Dugin, spiega il filosofo. “Ho studiato Dugin, sviluppa queste teorie, a cui si aggiungono razzismo e anti-semitismo fino alla promozione di un’alleanza con l’islamismo radicale. Nello schema tellurocratico, caro a Dugin, c’è un progetto di una grande alleanza fra ciò che chiama l’anima slava e l’islamismo radicale più violento. È questa l’ideologia e Putin pensa, lo ha detto, apertis verbis, che il principale ostacolo per costruire questa Eurasia tellurocratica, che è il suo sogno, sia l’Europa come la pensiamo noi”.
Molinari chiede allora al filosofo se anche l’invasione dell’Ucraina faccia parte di questo piano di Mosca per distruggere l’Europa. “È quello che dicono ucraini e ucraine dal primo giorno. ‘Siamo la prima linea’, dicono, tutti sanno che sono stati attaccati perché sognavamo l’Europa, un sogno insopportabile per la Russia”. Lèvy svela di aver incontrato Dugin in un dibattito pubblico, nel 2018, prima dell’invasione Ucraina. “Tutte queste carte erano già in tavola”, denuncia, “ma come al solito, come accadde con Mussolini e tutti i dittatori, si sentiva ma non si voleva ascoltare. La Russia si fa in quattro per indebolire le democrazie e lo fa sostenendo le forze anti-sistema, anti-democratiche, anti-ecologiche, anti-femministe, anti-europee. Questo è il lavoro sporco che fa anche in Italia”. Una strategia che si allarga anche al Medio Oriente, dove la guerra in Siria sarebbe stata la prova generale, e che arriva ad Hamas.
Chapeau, Bernard-Henry! Dài che sei (quasi…) solo! Non fermarti. Come si diceva una volta a Roma, ai tempi leggendari dell’avanspettacolo di Aldo Fabrizi, facce ride! Ne abbiamo tanto bisogno, in questi tempi cupi. La bella fiaba di Biancaneve-NATO e dei Sette Nani Multinazionali che salveranno il mondo, quando ce la racconti? Poi farai il giro tra i signori del G 7 e di Davos col berretto in mano e il piattino proteso, come usano fare i tuoi pari, e vedrai che generosa ricompensa! Ma a questo ci sei abituato…