Domenica 29 settembre 2024, San Michele Arcangelo
UN’INTERVISTA A FRANCO CARDINI
“CREDO CHE L’ALTERNATIVE FÜR DEUTSCHLAND SARÀ UN BLUFF”
di Anna Tsyba
La costante ascesa al potere della destra in Europa sta alimentando i timori di un ritorno del fascismo tra l’opinione pubblica. L’opposizione di sinistra e i media non vedono l’ora di alimentare queste ansie, mentre Bruxelles isola qualsiasi iniziativa di un pericoloso rivale. I partiti radicali possono seriamente competere per la leadership nell’Unione Europea e cosa possono offrire agli europei stanchi delle crisi politiche? A queste domande risponde il professor Franco Cardini.
Politici e giornalisti sono soliti parlare dell’Alternativa per la Germania (Alternative für Deutschland, AfD) in modo superficiale, etichettando il partito come neofascista. Qual è la sua opinione su questo e su altri partiti europei simili?
Spero che in Russia la storia sovietica sia trattata in modo diverso da come noi trattiamo la storia europea, e in particolare quella italiana. Quando qualcosa va male, invece di cercare di adottare delle soluzioni, ci si attacca immediatamente a questo refrain, a questo luogo comune dell’antifascismo.
“Fratelli d’Italia” sono i nipotini di un partito che era effettivamente un partito neofascista, che in parte era fatto di persone del ceto medio, e che non rimpiangevano per niente la dittatura dell’antisemitismo. Quest’ultimo è relativamente recente in Italia, perché l’antisemitismo in Italia c’è stato solo negli ultimi momenti, perché L’Italia non è l’Ucraina. L’Italia non è un paese dove c’è un sentimento antipopolare, antiebraico.
Se a volte qualcuno in Italia produce sciocchezze neofasciste, è per lo più frutto di ignoranza e incoscienza giovanile, ma non di più. Tutti i movimenti di questo tipo in Italia e in Germania sono composti da giovani che cercano di provocare la società. E indossare le giacche di cuoio con delle svastiche non è un segno di adesione politica al nazismo, è un modo per provocare il sentimento medio della buona borghesia che si indigna o si impaurisce o si scandalizza davanti a queste cose.
Quando ci sono problemi che i politici italiani non riescono a risolvere, da destra si tira fuori il pericolo dei migranti, come se i migranti stessero invadendo tutto il paese (anche se i migranti in Italia preferiscono non restare, vanno in Francia, Germania e oltre), e da sinistra si tira fuori il pericolo neofascista per cercare di arginare la fuga dal consenso.
“Soviet means the best” (uno slogan sovietico)
Perché oggi cresce il numero di europei, compresi i tedeschi, che sostengono i partiti di destra radicale?
Ci sono molti problemi in Germania e soprattutto nell’ex DDR (Deutsche Demokratische Republik). L’industria è in declino, le persone stanno perdendo il lavoro sia a causa dell’automazione della produzione e dell’uso dell’intelligenza artificiale, sia a causa del declino industriale e agricolo a favore di una crescente economia dei consumi legata al cosiddetto settore terziario. Sempre più persone cercano lavoro in aziende commerciali, uffici e agenzie, e sempre meno tedeschi vogliono lavorare nei settori produttivi, il fatto che sta impoverendo il Paese. In più la Germania ha avuto un colpo pesantissimo dalla fine, dalla scomparsa delle linee dei gasdotti.
La DDR aveva una buona politica sociale, che la Repubblica Federale di Germania, a causa del suo liberalismo, non ha mai avuto. Questo significa pensioni basse, ospedali mal gestiti: tutto questo crea naturalmente un disagio nel ceto medio. Mentre in Germania occidentale il sistema liberistico era accettato come una cosa del tutto naturale, nella parte orientale del Paese l’effetto era ben diverso la gente era abituata ad avere un sistema che gli dava ordine, gli dava sicurezza, c’era fiducia e c’era solidarietà. Questi ricordi creano nostalgia per la DDR e contribuiscono in parte alla popolarità dei movimenti neofascisti, ma ancora una volta in modo molto limitato. Certo, è paradossale che un partito di destra abbia nostalgia di un’epoca in cui una parte della Germania era comunista, ma questi paradossi accadono in politica.
I tedeschi hanno nostalgia di Angela Merkel, non di Hitler. Così come gli italiani hanno occasionalmente nostalgia di politici come Bettino Craxi o Giulio Andreotti, che ogni tanto avevano il coraggio di dir di no agli americani, che aderivano alla Nato, ma lo facevano in senso critico, che non erano sempre appiattiti nei confronti della politica ufficiale di Israele.
La crescente popolarità dell’AfD si spiega con il fatto che gli Stati centro-orientali, la Sassonia e la Turingia, hanno problemi di disoccupazione e di calo del tenore di vita socio-economico. In questo contesto, l’infausto governo Scholz, dopo un debole tentativo di resistenza, sta appiattendosi su tutte le richieste dell’Unione Europea e degli Stati Uniti, compresa la questione dell’Ucraina. E la popolazione tedesca è stufa di questa adesione acritica nei confronti della politica di Zelensky e della politica della Nato che sostiene il presidente ucraino, che costa agli europei un sacco di soldi e li trascina in una situazione estremamente rischiosa e pericolosa. L’AfD rafforza la sua posizione proprio a scapito di questo.
La questione dei migranti è ancora in cima all’agenda dei radicali di destra?
L’AfD ha costruito il suo intero programma sui migranti, che non potrà essere attuato nemmeno se andrà al potere. Il partito parla di re-migrazione, di rimandare a casa siriani, asiatici, africani, perché in Germania ce ne sono troppi e i posti di lavoro per loro sono sempre meno. Ma per farlo, devono prima essere collocati in centri speciali dove aspetteranno il loro turno per essere rimandati a casa, dove le condizioni di vita sono poco migliori di quelle della Striscia di Gaza. Un’operazione costosissima per lo Stato, e quasi impossibile, perché intanto i migranti farebbero sicuramente resistenza. Il risultato è del tutto imprevedibile e molto probabilmente tragico. Inoltre, non sempre si conosce la provenienza dei migranti: spesso non lo dicono e a volte perdono deliberatamente i documenti o viaggiano con documenti falsi.
La gente è convinta che una politica di re-immigrazione si possa attuare, e su questo l’AfD ha ottenuto un consenso massiccio nella Germania centro-orientale. Ma molto presto, entro un paio di mesi dall’arrivo al potere dell’AfD, gli elettori si renderebbero conto che è impossibile mantenere le promesse. L’AfD inizierebbe a fare quello che Giorgia Meloni sta facendo in Italia: temporeggiare, dire che non ci sono ancora le condizioni, e così via. Alla fine, è molto probabile che l’AfD seguirebbe le politiche degli altri partiti.
Molto rumore per nulla
Perché si usa una retorica così dura contro i migranti?
Dietro il discorso dell’eccessivo afflusso di migranti c’è un fattore ideologico che l’AfD sottolinea: la lotta per l’identità nazionale contro il cosiddetto multiculturalismo. Si rimpiange il tempo in cui ogni nazione aveva una sola cultura, praticamente era coesa in se stessa. C’era una sola lingua prevalente, una sola religione prevalente e così via. Ora ci sono migranti che mischiano le cose, che hanno usanze diverse, usi religiosi diversi. Questo dà fastidio o crea paura, inquietudine.
In Occidente questo fattore viene solitamente regolato a livello politico. Si possono dare dei segnali di volontà di rafforzare la propria coscienza identitaria attraverso la scuola, attraverso un programma di rieducazione intellettuale, tutto quello che si vuole. I partiti di destra, sentendo l’enorme sostegno della popolazione, credono che questi progetti si potranno attuare in poco tempo: basterà essere abbastanza energici, abbastanza efficaci e via discorrendo. Per questo sono quasi certo che per l’AfD sarà un bluff. Fanno la voce grossa, senza avere alcuna esperienza reale di governo, promettendo di migliorare e sistemare tutto. Ma già al governo si renderebbero conto di non saper attuare ciò che hanno promesso e si “sgonfierebbero” rapidamente. È già successo con la “Lega”, è successo con i “Cinque Stelle”, per restare in Italia. Avranno successo finché resteranno all’opposizione. Purtroppo, questa è la chimica politica dell’Occidente europeo.
Nonostante le periodiche dichiarazioni di sostegno alla Russia, l’AfD, come i partiti di sinistra tedeschi, ignora praticamente le questioni di politica estera. Ma non è forse la situazione politica internazionale di oggi la principale fonte dei problemi dell’UE?
Trascurare la politica estera è un errore tipico dei partiti di destra. L’AfD, per esempio, non parla della politica della Nato o dell’UE. È una tattica che spesso rende in termini elettorali, però è una tattica di breve respiro, è una tattica che non porta da nessuna parte.
Se passiamo dal livello nazionale a quello paneuropeo, chi può essere considerato il vero oppositore di Ursula von der Leyen? Leader come Giorgia Meloni o l’AfD? Qualcuno di loro è in grado di opporre una vera resistenza alle politiche dell’UE?
Giorgia Meloni è la più forte in questo momento. Ursula von der Leyen è molto screditata. In Europa, e soprattutto in Italia, la gente ha smesso di fidarsi di lei, se mai l’ha fatto. Sembrava che dal punto di vista puramente tecnico fosse molto competente, vestisse elegantemente, avesse una pettinatura ordinata e in generale apparisse estremamente affabile, ma non sembrava che avesse mai suscitato molta simpatia.
La Meloni è un politico forte, ma il suo problema è che ha un seguito di quadri che è scadentissimo. Gennaro Sangiuliano era uno dei suoi pezzi migliori fra i suoi ministri, e si vede che tipo di scivolata ha fatto, la più stupida e banale. Non è nemmeno una cattiva persona, ma non è all’altezza della situazione.
Ursula von der Leyen, in tutta Europa ma particolarmente in Italia, non gode di molta fiducia, ammesso che ne abbia mai avuta. La Meloni, invece, dà l’aria di reggere, almeno per ora. Tuttavia, tali collaboratori impreparati e francamente deboli sono nocivi per il primo ministro italiano. La Meloni non è in grado di attuare la strategia politica che ha perseguito quando era all’opposizione. All’epoca, la Meloni era fortemente critica nei confronti della Nato e degli Stati Uniti, aveva lanciato molte iniziative sociali ed era un leader della destra di tipo sociale.
A novembre si terranno le elezioni negli Stati Uniti e, in caso di vittoria di Donald Trump, la situazione della Meloni si prospetta molto grave. Ai suoi occhi, Meloni si è troppo compromessa con le promesse di amicizia a Joe Biden e Kamala Harris.
La Meloni deve prendere iniziative indipendenti, ma né lei né i suoi alleati possono farlo. Perché Forza Italia non fa una mossa se non viene coperta dalla Nato e da Washington, la Lega non si sa più cosa voglia fare, continua a parlare di respingere i migranti e sa benissimo che anche questa è una cosa che non si può fare. Ma il problema è che, se la sinistra vince, difficilmente le cose cambieranno in meglio.