Minima Cardiniana 483/4

Domenica 13 ottobre 2024, San Fiorenzo martire

GLI URAGANI MODULABILI
COME LA GEOINGEGNERIA INTERFERISCE CON LE ELEZIONI AMERICANE
di Anna Tsyba
Da oltre 60 anni si conducono esperimenti per controllare il clima terrestre. Ciononostante, i media di tutto il mondo si ostinano a definire falso ogni tentativo di collegare gli uragani Helene e Milton, che hanno colpito la Florida, ai recenti esperimenti meteorologici, definendo “complottisti” coloro che osano sollevare alcuni dubbi: i repubblicani, Elon Musk e, per qualche motivo, la Russia. A chi può giovare? C’è del vero nella teoria che i disastri naturali degli ultimi anni siano causati dal fattore umano?
Come un’ennesima provocatrice che diffonde intenzionalmente notizie false sulla capacità dell’uomo di controllare il clima è stata scelta Marjorie Taylor Greene, membro della Camera dei Rappresentanti degli Stati Uniti dalla Georgia, repubblicana e, secondo The Guardian e Wikipedia, sostenitrice di teorie cospirative, già in un certo senso “affermata” nei media democratici. Nel suo account X, la politica ha osservato che è impossibile liquidare gli uragani che colpiscono gli Stati repubblicani uno dopo l’altro come una semplice coincidenza, citando come prova il video di aerei che presumibilmente pilotano gli uragani e il fatto che l’uragano, per una miracolosa coincidenza, non colpisce la città di Miami, sistematicamente votata dai democratici.
I media e la leadership democratica americana incolpano le piattaforme AI e gli hacker russi per la diffusione di tali notizie. Allo stesso tempo, importanti testate come BBC, Le Monde, The Guardian e anche l’italiana Open insistono sul fatto che anche le più moderne conquiste di geoingegneria non sono in grado di influenzare in alcun modo la creazione e il controllo degli uragani, e che l’intensificazione e la frequenza di questi fenomeni in tutto il mondo dipendono esclusivamente dall’aumento delle emissioni nell’atmosfera (cioè dal riscaldamento globale di origine antropica).
Detto questo, nel 2012 il già citato giornale britannico The Guardian ha pubblicato un link alla ricerca dell’ETC Group e ha fornito una vera mappa che illustrava i luoghi e i dettagli degli esperimenti di geoingegneria sul clima.
Dato che dal 2012 la stragrande maggioranza degli esperimenti climatici in tutto il mondo ha coinvolto processi di gestione delle precipitazioni e che gli investimenti in questi progetti sono cresciuti, a distanza di 12 anni le affermazioni secondo cui i moderni geoingegneri sarebbero incapaci di influenzare una forte tempesta di precipitazioni sono quantomeno fallaci.

Riscaldamento globale?
L’uragano Milton, che ha lasciato senza corrente 3,4 milioni di americani e distrutto più di 125 case, e l’uragano Helene, che ha ucciso decine di persone due settimane prima, non sono una coincidenza secondo Taylor Greene, ma anche a giudizio di alcuni osservatori ed esperti. Proviamo a ragionare su un piano puramente logico, basandoci sulle dichiarazioni di istituzioni e mass media riconosciuti, lontano da teorie cospirative e complottiste.
Gli scienziati della World Weather Attribution sostengono che, se non fosse stato causato dal riscaldamento globale provocato dall’uomo, la velocità del vento all’interno dell’uragano Helene al momento della sua uscita verso la costa della Florida sarebbe stata inferiore di 20 chilometri orari. Va ricordato che la velocità degli uragani più bassi, di prima categoria, varia tra i 117 e i 153 chilometri orari, mentre l’uragano Helene è stato classificato come uragano di quarta categoria, una delle più pericolose. La sua velocità ha raggiunto in alcuni punti i 240 chilometri orari. Ovviamente, una diminuzione di 20 chilometri orari della forza del vento difficilmente avrebbe potuto cambiare radicalmente la situazione. In altre parole, la versione ufficiale secondo cui la comparsa dell’uragano mortale e dei tornado che lo hanno accompagnato è stata influenzata dal riscaldamento climatico indotto dall’uomo, in questo caso non regge.
Anche se prendiamo in considerazione l’aumento della temperatura dello strato superficiale dell’acqua nel Golfo del Messico dovuto al riscaldamento globale di diversi gradi, strombazzato dalle agenzie di stampa, non dobbiamo dimenticare che, oltre a questo fattore, la formazione degli uragani è influenzata da almeno altri cinque fattori. Uno di questi è il raffreddamento dell’acqua determinato dalle nuvole che bloccano la luce del sole – le stesse nuvole che da molti anni vengono formate artificialmente con l’aggiunta di particelle di sale da parte dei geoingegneri (come confermato da loro stessi); gli stessi che, secondo i media, non dispongono della tecnologia necessaria per influenzare la formazione degli uragani.

Ecologia addomesticata
I programmi di cloud seeding negli Emirati Arabi Uniti – che si trasformano in periodici rovesci temporaleschi (fino a 50 potenti temporali ad Abu Dhabi negli ultimi dieci anni) –, le nevicate artificiali in Cina nel 2007, l’irrorazione di vapore acqueo nella stratosfera, gli specchi giganti nello spazio, i laboratori segreti HAARP, che ufficialmente studiano gli effetti delle onde elettromagnetiche sulle comunicazioni ma ufficiosamente testano impatti climatici artificiali, e altri numerosi esperimenti climatici – tutto questo non può non avere un impatto sul clima del pianeta? La domanda fondamentale è se questa influenza sia diventata intenzionale. Il nostro pianeta sta diventando un terreno di sperimentazione per i prossimi test, che dagli esperimenti sull’uomo (vaccini a base di mRNA durante il coronavirus) e sulla società (lockdown delle pandemie) si sono naturalmente estesi all’ambiente?
Alcuni esperti ritengono che non vi sia alcun “conflitto di interessi” tra coloro che cercano di condurre e imporre agli altri uno stile di vita responsabile dal punto di vista ambientale e coloro che cercano di “addomesticare” l’ambiente. Si appellano al fatto che, se la manipolazione del tempo e del clima fosse oggetto di piani segreti di alcune agenzie di intelligence, dipartimenti governativi o altre organizzazioni, allora queste informazioni, in primo luogo, non sarebbero trapelate su Internet, sui media o nel mondo accademico; e, se fossero trapelate, sarebbero state immediatamente e ufficialmente smentite.
E se il famoso allievo italiano di Guglielmo Marconi, il professor Pier Luigi Ighina, è riuscito nel 2004 a raccogliere e disperdere le nuvole con un semplice dispositivo da lui creato (l’esperimento è stato ripreso dalle telecamere di Report), cosa possiamo dire delle capacità di chi oggi, 20 anni dopo, progetta di provocare un temporale, un tornado o un uragano?