Minima Cardiniana 483/5

Domenica 13 ottobre 2024, San Fiorenzo martire

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I FRAMMENTI DI BRUXELLES DI ELENA BASILE
di Gianluigi Chiaserotti
Bruxelles cosmopolita, burocratizzata, microcosmo, forse anche provinciale per certi aspetti attraverso dieci racconti (frammenti).
Frammenti di Bruxelles
(Sandro Teti Editore, 2024, pagg. 201) è una raccolta di dieci racconti (con mera originalità denominati “frammenti”) dell’ambasciatrice d’Italia Elena Basile, che ormai ci delizia quale scrittrice di narrativa, ma anche grande esperta di geopolitica internazionale.
L’Autrice conosce perfettamente la capitale del Belgio, Bruxelles, avendo guidato dal 2017 al 2021 la sede diplomatica, come prima donna a farlo.
Anche adesso, pur non ricoprendo più l’incarico e avendo abbandonato la carriera diplomatica con qualche anno di anticipo, si reca spesso in diversi periodi dell’anno a Bruxelles.
Il libro è appunto una serie di dieci racconti a sé stanti, ma con il filo conduttore di una Bruxelles moderna e cosmopolita, approdo e sogno di molte persone che intendono fare un salto di qualità nella loro vita.
Scrive Elena Basile:

Per chi ama Bruxelles. Per chi vuole vedere istantanee del Parlamento Europeo, del socialismo, della borghesia liberale ed orgogliosa, dei suoi dogmi. Ironia leggerezza ma spero di aver ritratto storie piene di umanità con personaggi teneri a volte amari.

Sono tutte storie inventate, ma sicuramente ispirate dall’attenta osservazione dell’Autrice, che conosce bene ciascun ambiente di cui Bruxelles è composta.
Sono appunto storie in cui alcuni protagonisti lasciano l’Italia (Roma e Napoli, città natale di Elena Basile) e credono di trovare la panacea nella Capitale Belga, ma poi vivendovi, lavorandovi, frequentando i belgi prima o poi si pentono della scelta fatta.
Ecco che emerge quella borghesia falsa, ma appunto orgogliosa delle sue scelte di vita, del suo modus vivendi che non vuole assolutamente cambiare a favore di queste persone che, alle volte, con una vena di razzismo intellettuale, considera meno del personale di servizio.
Al riguardo mi viene alla mente la risposta che, nel Il Gattopardo, diede il Principe di Salina (pur avendo votato favorevolmente al plebiscito del 1860 per l’annessione al Regno Sardo) al delegato del Re di Sardegna (Aimone Chevalley di Monterzuolo) che gli propose la nomina a Senatore del Regno:

[…] i Siciliani non vorranno mai migliorare per la semplice ragione che credono di essere perfetti: […] ogni intromissione di estranei sia per origine sia anche, se si tratti di Siciliani, per indipendenza di spirito, sconvolge il loro vaneggiare di raggiunta compiutezza.

E questi sono i belgi, chiusi nel loro microcosmo, che brillantemente Elena Basile descrive nel suo libro.
Nella lettura, pagina dopo pagina, ma soprattutto grazie a uno stile fluido, vengono descritte alla perfezione diverse situazioni che, come ripeto, credo la Basile abbia visto con i suoi occhi.
Molto sentiti i personaggi femminili, descritti finemente, avendo anche il coraggio di evidenziare certe scelte di vita, che potrebbero essere non molto consone ai c.d. più. Dalla quarta di copertina:

[…] Nelle sue molteplici sfaccettature la città belga fa da teatro a dieci storie, dieci frammenti, in cui ciascuno dei protagonisti, vittima o carnefice di un sistema sociale distante dalla realtà, tenta di ritagliarsi il proprio spazio in un mondo governato dall’interesse individuale.

Elena Basile, ancora una volta, ha sempre il coraggio di dire la verità, e la verità, se non è conforme a certi canoni o poteri, fa male e chi la dice viene offeso, attaccato e vilipeso.
Molto bello è anche l’articolarsi, in ciascun racconto, delle quattro stagioni, che sono tipiche della Capitale Belga. Nello stesso giorno può essere autunno, poi primavera lucente, quindi estate, e anche purtroppo inverno, come le stagioni della vita!
(SoloLibri.net)