Minima Cardiniana 486/2

Domenica 3 novembre 2024
XXXI Domenica del Tempo Ordinario, San Berardo, Santa Silvia

EDITORIALE
Onore e gloria a Massimo Cacciari. Ch’egli sia uno degli studiosi (non so se e soprattutto quanto gradirebbe l’epiteto di “intellettuale”) più originali e intelligenti dell’Europa d’oggi, e come tale universalmente riconosciuto e apprezzato, è cosa nota, com’è noto il suo impegno civico (parlamentare europeo, sindaco di Venezia). In quanto sindaco veneziano “di ultrasinistra”, idolatrato dagli operai di Porto Marghera, non esitò a rendere pubblico omaggio al genio di Ezra Pound e di Ernst Jűnger, attirandosi i crucifige di tutti i farisei e gli aspiranti inquisitori dell’intellighentzija italiana e facendosi altamente beffe di loro e di quella loro “dotta ignoranza” forse omonima però di ben diversa qualità rispetto a quella del “suo” Nicola Cusano. Del resto, le sue sacrosante sfuriate nei salotti televisivi, come quello esclusivissimo della signora Gruber, sono diventate proverbiali; i suoi pesci in faccia alla Santanché e a Sallusti sono stati degni delle migliori pescherie di Malamocco. Ma dove ha superato addirittura se stesso è stato a Rai3, nella puntata di “Agorà” delle 8,30 del mattino di sabato 2 novembre. Una puntata davvero degna, grazie a lui, della Prima Serata.
Massimo ha esordito, dopo una sviolinata alquanto indecorosa dalla redazione dedicata alle “vecchie glorie” del rimpianto (sic!) centrismo politico e dei cosiddetti “moderati” (dal Berlinguer cui notoriamente Benigni vuole bene fino – ebbene, sì – a un Mastella trionfalmente intronizzato nel sontuoso salotto della sua bella casa) dichiarando papale papale – anzi, visto che di lui si tratta, “dogale dogale” – col suo glorioso accento della Serenissima, che in Italia non c’è affatto bisogno di alcun “ritorno al Centro” (dal conte di Cavour al cavalier Berlusconi ne abbiamo avuto abbastanza…), che il moderatismo non ha mai fatto bene a nessuno e che a poco e nulla servono, se non sono addirittura nocivi, le ridicole miniriforme e gli incerti ritocchi all’assetto sociopolitico del Bel Paese, perseguiti a quanto pare in concordia discors sia dal centrodestra diviso come forse non mai e attraversato da veleni d’ogni genere ma forzosamente, strumentalmente unito all’ombra per esso conveniente della sua nuova leader carismatica, sia dal centrosinistra di campo “largo” o “ristretto” che sia, mai litigioso e frammentato come in questo momento. Perché in Italia, denunzia con energia Cacciari, ci vogliono altro che palliativi: in un paese dove non sta più funzionando niente – dal dissesto familiare e scolastico (con relativo corollario del crescere esponenziale della delinquenza minorile) alla malasanità dove si è sempre più costretti a ricorrere alle costose cure private, alle malecomunicazioni dei ritardi ferroviari cronici e della viabilità perennemente in crisi – e nella quale le tasse (altissime) le pagano solo le categorie a reddito fisso e controllabile mentre il resto è evasione fiscale a cielo aperto e i sindacati chiacchierano ma stanno a guardare – occorrono riforme serie, urgenti e profondissime: e non si vede davvero chi e come e quando potrà mettervi mano; a meno di un mutamento epocale e senza dubbio tutt’altro che indolore, arduo da auspicarsi e molto difficile da conseguire (ma la storia è imprevedibile…).
Grazie, caro Massimo: per la lucidità e per il coraggio. E grazie anche per l’ultimo dei regali che hai fatto agli happy few che in quest’Italia dell’analfabetismo “di ritorno” (e ormai, visto lo stato della scuola, anche “di andata”) si ostinano ancora a leggere: grazie per il tuo più recente libro, La Passione secondo Maria (Edizioni il Mulino, già in libreria), dove partendo da un attento e magistrale esame iconografico si perviene a un alto e profondo elogio di quella virtù ch’è la Grande Assente individuale e comunitaria del cosiddetto Occidente moderno: la Misericordia.
La Misericordia è la virtù che c’insegna a soffrire con gli altri e per gli altri, adempiendo in pieno al Vangelo della messa di oggi: amare Dio e il prossimo come noi stessi.
Ecco quel che manca a noi tutti, a noi che lasciamo Gaza e i suoi abitanti a scontare, da soli, tutti i mali del mondo: e non ce ne curiamo. Grazie a Massimo Cacciari anche e soprattutto per aver denunziato a chiare, aperte lettere la tragedia di Gaza e la nostra complice responsabilità nel lasciarla, da sola, scontare tutti i peccati del mondo. Come il Cristo sulla Croce. FC