Minima Cardiniana 490/2

Domenica 1 dicembre 2024, Prima Domenica di Avvento

IN MEMORIAM
LUIGI LUCCHI (1955-2024)
Se n’è andato martedì scorso, a 69 anni, lo storico sindaco di Berceto (Parma), a causa di una malattia che lo debilitava da tempo. Lucchi è stato primo cittadino del “paese di montagna più vicino al mare”, come amava definire Berceto, dal 2009 al 2024, per tre mandati. Una storia, la sua, di passione politica e di attaccamento all’Appennino. Esponente del Psi, in più di un’occasione è salito alla ribalta dei media per azioni provocatorie, sempre finalizzate alla difesa della montagna, alla promozione di Berceto e a sostegno della collettività.
Un impegno che è andato anche oltre i confini locali. Sua l’idea di gemellare il Comune con la riserva indiana del Sud Dakota. Nel 1988 fece intitolare il parco di Berceto a Tatanka Yotanka, alias Toro Seduto. Si era dedicato a sostenere il leader curdo Abdullah Ocalan, facendo irretire la Turchia a livello diplomatico. E poi il funerale a Paperon de’ Paperoni, nel 2016, per denunciare il grave stato di crisi delle finanze dei piccoli enti pubblici. Tre anni prima aveva manifestato in mutande e fascia tricolore davanti al Quirinale per protesta contro i tagli del governo Monti. Si autodenunciò ai carabinieri per alto tradimento alla Costituzione: “Sono colpevole, come ogni italiano, di non averla difesa”. Lucchi è stato in prima fila anche contro la lotta alla criminalità con l’impegno a destinare a uso civico i beni confiscati nel territorio.
Poche ore prima di andarsene, Lucchi aveva scritto sui social:
Tutta la mia vita, ancora adesso, s’è appoggiata e si poggia sul fatto che in tanti mi hanno voluto e mi vogliono bene. Si poggia su cose imparate in casa da mio padre, mia madre, mio zio e zie: non avercela con nessuno, parlare con tutti, non usare mai la cattiveria per nessuno, perdona sempre. Si poggia sulla passione politica. S’è anche sempre appoggiata sul monito che mi ha fatto mio zio don Giuseppe quando ha saputo che mi ero iscritto a un partito, il Psi: “Luigi, se puoi aiuta tutti ma in cambio non pretendere neppure un caffè”.

CHRISTIANE KLAPISCH-ZUBER (1936-2024)
È con profonda tristezza che apprendo della scomparsa di Christiane Klapisch-Zuber, storica di straordinario rilievo e figura imprescindibile per gli studi sulla Firenze medievale e rinascimentale. Direttrice onoraria degli studi presso l’École des hautes études en sciences sociales, Christiane ha dedicato la sua vita accademica alla storia sociale e alla storia della famiglia, contribuendo in modo determinante alla comprensione delle dinamiche demografiche e culturali dell’Italia premoderna. Autrice di opere fondamentali come Les Toscans et leurs familles (con David Herlihy), La Maison et le nom e Mariages à la florentine, la sua ricerca si è distinta per l’approccio innovativo e la rigorosa metodologia. I suoi studi sulla parentela, i rituali sociali e le strutture familiari di Firenze hanno influenzato profondamente la storiografia internazionale. La comunità scientifica perde una delle sue voci più autorevoli, il cui contributo continuerà a ispirare generazioni di studiosi (Antonio Musarra).