Domenica 8 dicembre 2024
II Domenica d’Avvento, Immacolata Concezione
EDITORIALE
Cari Amici,
cerchiamo di salvare capra e cavoli. Niente sospensione a tempo indeterminato: consentiteci solo un po’ di respiro; ci rileggiamo a Dio piacendo il 19 gennaio, a vacanze definitivamente passate, per una nuova tornata dei Minima Cardiniana. A vostra ora accorata, ora inferocita richiesta. Peggio per voi: chi è causa del suo mal…
Quanto al n. 491, esce ovviamente un po’ accorciato, in fretta e furia, un po’ “perturbato e commosso” a causa della riapertura di Notre-Dame. Un sentito grazie ad Annuska, che mi ha fatto compagnia in questa scarna edizione con le sue riflessioni su Georgia e Siria, alle quali dovremo aggiungere quelle sul “golpe bianco” presidenziale nella felice Corea del Sud. Frattanto la TV francese, per eludere la questione della riapertura angosciante di Notre-Dame e dei suoi visitatori delusi e angosciati, e quella della misteriosa crisi di governo unica responsabile della quale è naturalmente Marine Le Pen, ci riempie di documentari sul restauro (qualcuno interessante) e, non potendo più né tacere di Putin ora che vince la guerra, né d’informarci sulle sue molte malattie che mutano continuamente di natura e di gravità, ci mette in guardia sulla sua ferma intenzione di scardinare l’Europa in attesa di bombardarla e d’invaderla.
Il restauro di Notre-Dame è stato accurato, ampio, profondo: certo, lascerà comunque una scia di polemiche. I due giorni dell’inaugurazione, irritanti e deludenti. Decina di migliaia di domande anche di una pura visita di pochi minuti, prospettive di attesa di ore ed ore. Lo avevamo previsto: ci eravamo attrezzati. Aspettavamo code chilometriche: misteriosamente, non è stato così.
Le prime due messe, domenica 8 dicembre, sarebbero state dedicate al clero e quindi ai grandi personaggi e ai privilegiati. Non si sapeva chi, né come scelti. Certo c’erano Trump e Želensky, il che conferiva al tutto una sgradevole sensazione “di parte”. Per il resto, non si sapeva nulla. S’inviavano on line le nostre generalità e non si riceveva alcun cenno di riscontro, alcuna proposta di appuntamento. Esploravi il computer e di giorno in giorno ti dicevano che avresti ricevuto informazioni ulteriori e che ci si doveva iscrivere per la visita solo il giorno prima di quello che avremmo scelto. Poi, gli avvisi informatici si sono irrigiditi in un continuo, secco épuisé, senza spiegazioni, senza possibilità di porre altre domande. Nei pressi della cattedrale Parigi, un dedalo di barriere: non un punto d’informazione, non un chioschetto. La TV non diffonde alcuna informazione: il che è molto strano, in una città che da mesi aspetta per questi due giorni centinaia di migliaia di visitatori. Nessuno che ti risponda la telefono: i “numeri verdi” a suo tempo segnalati tacciono; anzi, sono esauriti. Dietro le transenne, picchetti di flics taciturni e scostanti. Fra qualche giorno si aprirà la ridda delle proteste e delle polemiche. Proseguiranno intanto gli ingressi di visitatori che vengono ammessi chissà come, chissà perché, e passano attraverso chissà dove.
Andrò a prender la messa a Saint-Germain-des-Prés, che è la mia parrocchia cittadina. Chiesa austera ed esclusiva, del resto. Poi, tra qualche giorno, prenderò la via del ritorno in Italia per le feste in famiglia: e rientrerò dopo Natale a Parigi, come faccio da anni. Spero di prendere in Notre-Dame la mia messa di Capodanno.
Non foss’altro, non ho visto né Macron, né Trump, né Želensky. Non è una grazia da poco. Auguri a tutti di Buon Natale e di felice inizio di Anno Giubilare.