Domenica 16 agosto, XX domenica del Tempo Ordinario
A PROPOSITO DEL MEDITERRANEO, CENTRO D’INCONTRO TRA LE CULTURE, DELL’ “ASSALTO DEI MIGRANTI” E DELL’ASSETTO “INEQUO/INIQUO” DEL MONDO
“Quando l’ultimo albero sarà stato abbattuto, l’ultimo fiume avvelenato, l’ultimo pesce pescato, vi accorgerete che non si può mangiare il denaro. La nostra terra vale più del vostro denaro”
(Sahpo Muxika – Piede di Corvo – capo della Nazione dei Piedi Neri)
La circostanza dell’aggravarsi della tensione mediterranea sta suscitando, come suole accadere, una quantità di più o meno intense e importanti occasioni di riflessione, che fatalmente si traducono in convegni, congressi eccetera. Invitato a uno di essi, mi si è chiesto – com’è del resto giusto, visto il campo delle mie “competenze” (?!) – un excursus relativo alla storia del Mediterraneo antico e soprattutto medievale alla ricerca, mi si è raccomandato, delle “radici remote della crisi attuale”. Sto cercando di svolgere il mio compito con diligenza e vi metto a parte (pur non passandovi per il momento il corredo critico-bibliografico) dei risultati provvisori, che si possono riassumere nella seguente affermazione: la crisi attuale non ha radici remote, bensì moderne anzi modernissime, attuali anzi attualissime.