Minima Cardiniana 464/2

Minima Cardiniana 464/2

Domenica 21 aprile 2024, Domenica IV dopo Pasqua
Sant’Anselmo d’Aosta; San Silvio; Dies Natalis Almae Romae

POLEMIZZARE RISPETTANDOSI
IL CASO CANFORA-MELONI
di Franco Cardini
Corruptio optimi pessima. Non è un mistero per nessuno, credo, che io sono amico e nutro stima, rispetto e ammirazione – in modo, misura e qualità diversi, naturalmente – sia per Luciano Canfora, sia per Giorgia Meloni. Col primo collaboro da anni e (nonostante io abbia tre anni più di lui) lo considero un grande Maestro. Rispetto alla seconda sento attualmente un’enorme distanza in termini politici: ma so che esiste anche una forte affinità in termini etici e spirituali e non mi meraviglierei se, prima o poi, ci riservasse delle sorprese. Apprezzo il suo cattolicesimo franco e fermo, i suoi modi sempre diretti, il coraggio e la misura che ha dimostrato in certi difficili frangenti della sua vita privata. Sono ammirato dal suo modo di comportarsi come madre. Mi è molto dispiaciuta la situazione che si è creata fra il professor Canfora e la presidente Meloni: sono convinto ch’essa riposi su una serie di passi falsi e di malintesi e sono convinto che, se la querela promossa dalla seconda nei confronti del primo andrà avanti, non sarà un bene per nessuno dei due. Canfora è molto impegnato nel suo lavoro di studioso, e chi studia ha bisogno di serenità e ha diritto a una considerazione speciale anche se e quando fa scelte che possono lasciare perplessi; quanto a Meloni, temo che a molti che la stimano dispiacerà che un presidente del consiglio s’impegni in una contesa giudiziaria con un privato cittadino dando l’impressione di abusare del suo potere; e che costringa a frequentare un’aula di tribunale un anziano signore universalmente rispettato per la sua figura di studioso eminente (un Number One nel mondo della filologia classica) e che per giunta è di età avanzata e fisicamente sofferente. Certo, un personaggio come Canfora non può suscitare compassione, è troppo al di sopra di ciò: ma rispetto e considerazione profonda, questo perdinci sì. E poi, come si comporterà il suo collegio di difesa? Quali argomenti e quali immagini userà? A quali considerazioni strumentali darà avvio? In quanti e quali modi ciò potrà obiettivamente inquinare una situazione già difficile? Non sarebbe utile e consigliabile recedere dal campo della polemica e scegliere un’altra strada per dare un senso al problema insorto?
Quanto a me, un’idea ce l’avevo. L’ho espressa in un articolo pubblicato sull’edizione barese di “Repubblica” il 15 scorso. Ripropongo qui la sostanza quasi letterale di quell’articolo, leggermente aggiornata perché quando esso è stata pubblicato non si sapeva ancora che il corso della querela fosse entrato in dirittura d’arrivo. Ma ci si può sempre ripensare. Non ho fatto in tempo a far conoscere al presidente Meloni la sostanza della mia proposta. L’ho fatto in ritardo. Ma se c’è la volontà di cambiar direzione non è mai troppo tardi.
Ed ecco il testo del mio articolo, da leggere tenendo presente che è stato pubblicato involontariamente “fuori tempo massimo”. Ma il nucleo della proposta rimane. Si può sempre cambiare strada e proseguire il confronto con altri, differenti mezzi.
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